Dodicianni si rivoluziona con “Delacroix”

Dodicianni si rivoluziona con “Delacroix”
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“Delacroix” nasce da quei momenti di riflessione notturna, quando arrivi a casa e sei ancora stordito dalla complessità della vita.

Così descrive la canzone lo stesso Andrea, e queste riflessioni a cosa portano? A una rivoluzione come nel dipinto “La Libertà che guida il Popolo” di Eugène Delacroix, da cui il titolo, ma non popolare ma personale, intima. Scritta da Dodicianni con Davide Mancini e Lorenzo Donato, i quali hanno curato anche la produzione e il mix. In Delacroix convivono con successo synth trascinanti e malinconia, chitarre ritmate e bassi pulsanti, plasmando un’atmosfera pop sospesa nel tempo e nello spazio.

Una canzone quindi che parla di caduta e resurrezione, che porta con sé la notte più oscura, carica di quella disperazione che appartiene a chi non ha più niente da perdere, e la trasforma in propulsiva forza di rivalsa.

Copertina di “Delacoix
Ma chi è Dodicianni?

Andrea Cavallaro, in arte Dodicianni, è un cantautore, pianista, compositore e artista veneto classe 1989. Creativo, poliedrico e dalle molte sfaccettature, coltiva la sua carriera anche nell’arte contemporanea, parallelamente alla musica. Il suo stile è caratterizzato da performance spesso d’impatto e provocatorie, riscontrando in pochi anni contatti e produzioni in molte gallerie e festival italiani ed europei. Tra le sue performance più note, “No Frame Portrait”, riproposta a Milano a luglio 2021. Ha collaborato, negli anni, con numerosi artisti e produttori, aprendo inoltre live per Thegiornalisti, Tiromancino, Vinicio Capossela, Calcutta, Wrongonyou e Lucio Corsi.

Un 2021 costellato di molti eventi, i singoli “Discoteche” e “Mio padre scrive per il giornale” che hanno anticipato l’EP “Lettere dalla lunga notte“. A ottobre esce poi “Dicono che tu“, singolo che segna una nuova fase della cariera di Dodicianni la cui ultima istantanea è appunto “Delacoix“.

Dodicianni si abbandona ai dubbi
Capiamoli meglio questi dubbi con qualche domanda:
Delacroix é nata dai pensieri ricorrenti che ti rimangono in testa anche dopo una notte, è così che nascono le tue canzoni?

Molte volte sì, continuo a convivere con piccole ossessioni, spesso effimere che per brevi periodi mi sembrano le cose più importanti e preziose del mondo. Si dice che la notte amplifichi tutto, e in questo periodo la vivo molto intensamente, spesso le cose belle accadono la notte.

Cosa ti sei portato dietro dal periodo in cui hai fatto arte contemporanea? Cosa invece hai abbandonato?

Mi porto dietro per esempio le storie, frammenti ovviamente, di molte persone che ho incontrato con “No Frame Portrait”. In qualche anno credo di aver ritratto con il pianoforte circa 5/600 persone. Ho abbandonato una certa idea per la quale devi sempre essere profondo, sempre equilibrato se ti occupi di queste cose. Naturalmente nessuno nella propria quotidianità riesce ad esserlo sempre, anzi.

Tua madre è una cantante lirica e hai detto che la musica classica è sempre nel tuo cuore, tornerà in uno dei tuoi prossimi singoli?

No, la classica fa parte del passato. Ora sono in fissa con tutt’altro mood, piccole ossessioni, ricordi?

Video di “Delacoix
Com’è nata l’idea per il video della canzone? E’ derivato da essa o ha una vita e storia propria?

Questo video è stato un po’ diverso dai miei precedenti, ho chiesto a Giacomo Gianfelici, che l’ha girato, di seguirmi una notte a Roma per provare in qualche modo a restituire la versione più autentica possibile di quello che faccio e di quelle che sono le mie attitudini. Quello che vedete è quello che è successo.

Tra tutti i pittori romantici hai scelto Delacoix, perché? Era quello più affine alla canzone o è un artista a te caro?

Questa estate ho viaggiato a lungo in Francia dal sud fino alla Normandia; ho visto molte gallerie e musei e ho avuto come l’impressione che mi seguisse, trovavo costantemente riferimenti a lui. L’ultima prova l’ho avuta a Rouen quando mi hanno sfondato il finestrino del furgone su cui viaggiavo e dormivo. Davanti ai vetri rotti ho guardato al di la della strada e una targa sul muro diceva: qui visse Eugene Delacroix. Chiaro no?

Questa tua rivoluzione personale si tramuta in una canzone che poi viene portata a tutti, qual’è il messaggio principale che vorresti un ascoltatore assorba per la sua introspezione?

Non c’è alcun tipo di messaggio, c’è un mood, uno stato emotivo, una felice tristezza. Presente quando mettono l’ultima nel posto dove stai e tu non hai alcuna intenzione di andare a casa perché non c’è nulla a casa che ti possa far star bene? E’ quella roba lì, vagare felici.

Quali sono i tuoi progetti futuri, pensi che l’instabilità che si prospetta per i prossimi mesi avrà ripercussioni o influenzerà i tuoi lavori?

Io prospero nell’instabilità, è benzina per restare vivi perciò ti rispondo che proprio non lo so, la musica è fluida e non scientifica per eccellenza, non so cosa succederà, oggi ho ascoltato il nuovo singolo di Charli XCX e sono impazzito ma ieri mi sentivo nelle banlieue di Parigi con il disco di Stromae quindi non so davvero.

a cura di
Federico Zanoni

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