Luca Ravenna ed il miracolo di far ridere in tempi di crisi

Luca Ravenna ed il miracolo di far ridere in tempi di crisi
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Esattamente due anni fa, in Italia, è iniziata la pandemia. Due giorni fa è scoppiata una guerra. Diciamo che il morale per uscire di casa e vedere uno spettacolo di stand up comedy non era proprio dei migliori. Sapere che ci sono dei bombardamenti in corso, non così distante da noi, ha smosso in me un piccolo senso di colpa.

“Ma come, c’è un casino in corso e vado ad una serata in cui la parola d’ordine è ridere?”

Ebbene si il 24 febbraio, per un attimo, ho dimenticato tutte le ansie dell’ultimo periodo e mi sono concessa una buona dose di risate con lo spettacolo 568 di Luca Ravenna all’Hall di Padova.

Il comico, già reduce dalla collaborazione con i The Pills e successivamente con la partecipazione a Comedy Central, si è fatto conoscere ai più durante la prima edizione del programma Amazon LoL-Chi ride è fuori. Ma è sul palco, da solo davanti al pubblico, che Luca Ravenna dà il meglio.

Un meritato sold-out

Partiamo dall’inizio ed è obbligatorio dire che lo spettacolo del comico era sold out da tempo: il locale era un tripudio di sedie e persone, dal palco fino al mixer. Teste che spuntavano ovunque, risate ed applausi a non finire.  Un’ottima serata per il locale di Padova, che ha riaperto le proprie porte dopo un paio di mesi di inattività forzata.

“Sapete chi beve più di voi veneti? Russi ed Ucraini”

Ed eccola qui, la prima risata liberatoria della serata.  Perché se è vero che la situazione politica/sociale attuale è un immenso incubo, è anche vero che poterne parlare e riderne, esorcizzando le paure, fa solo un gran bene.

Il “problema” degli spettacoli di stand up comedy è che non si possono raccontare, perché le battute ed i monologhi vanno vissuti lì; vicino al palco e in mezzo alle risate. Provare a spiegare le battute sarebbe, oltre che spoiler, anche decisamente inutile e stupido.

Luca Ravenna, con il suo spettacolo, ci porta in un vorticoso viaggio tra la vita del trentenne di oggi, mischiato alla critica verso una società fatta di machismo, molestie “socialmente accettate” e soprattutto quel politically incorrect che non diventa mai insulto.

Ed è proprio qui, nella capacità di non superare mai quel labile confine tra ironia e volgarità, che Luca Ravenna conquista gli spettatori.

Quant’è difficile di questi tempi riuscire a far ridere di gusto le persone parlando di temi delicati?

Quant’è difficoltoso non scadere nella banalità delle battute da bar parlando, ad esempio, del famoso “salto della quaglia”? Quant’è complicato far ridere fino alle lacrime raccontando di una partita di tennis?  Come non ritrovarsi nei racconti dei viaggi in treno?

Luca Ravenna, questa sera più che mai, si è guadagnato ogni singolo applauso ed ogni risata ed i complimenti se li meritano anche i ragazzi padovani di For Laughs’ Sake che, per un po’, ci hanno fatto uscire dalla mestizia di questo periodo.

Che meraviglia e forse anche che miracolo, entrare in un locale con il morale sotto ai piedi ed uscire con il mascara colato a forza di piangere dal ridere.

a cura di
Anna Bechis
foto di
Enrico Dal Boni

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