Hey Boomer! Non una semplice etichetta

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Il termine “generazione” ha assunto negli ultimi anni una rilevanza non più solo linguistica, ma anche sociale: vediamo comparire il suo utilizzato infatti nei discorsi ufficiali, nelle campagne politiche, nei confronti tra studiosi, fino alle semplici chiacchierate che si fanno tra amici ogni giorno.

È un termine quindi che fa parte ormai del nostro linguaggio ordinario, molto più del termine petaloso!

Cosa sono però queste benedette generazioni?

Cosa sono le generazioni; definizione e origine
La classificazione attuale
L’importanza delle generazioni nelle scienze sociali .. e non solo

Vediamolo insieme!

Cosa sono le generazioni; definizione e origine

Le generazioni sono innanzitutto un costrutto sociale, uno strumento euristico che permette agli studiosi sociali di svolgere analisi culturali e confronti storico-ideologici.
Parliamo quindi di una lente tramite cui cerchiamo di capire e leggere i cambiamenti delle opinioni nel tempo.

Secondo il Center for Generational Kinetics:

Una generazione è un gruppo di persone nate nello stesso periodo e cresciute nello stesso luogo

CGK

Storia e luogo sono quindi i pilastri fondanti delle generazioni.

Esse vengono infatti classificate in base al loro arco temporale, in cui viene individuato anno di inizio e fine generazione. Non esistono però criteri definitivi che possano stabilire con precisione la demarcazione temporale tra una generazione e l’altra.

Per tale motivo, durata e anno di inizio delle generazioni saranno sempre diverse da fonte a fonte. Attualmente possiamo vedere una classificazione basata su una serie di motivazioni politiche, economiche, sociali che contraddistinguono un determinato periodo storico.

Viene così “fissato” un gruppo di persone in quel periodo, in quel luogo: ecco come nascono le generazioni.

Aver vissuto un particolare clima culturale (rivoluzioni, cambiamenti) o un particolare evento sociale, lascia una traccia sui modi di percepire, riflettere e agire degli individui. Ogni generazione ha infatti il proprio background semantico tramite cui leggere e adattarsi alla realtà circostante.

Ad esempio, la Generazione Z, con il suo bagaglio storico-culturale, si confronterà alle questioni sociali in diverso modo e in diversa misura rispetto alle generazioni precedenti (o successive).

Un caso emblematico di tale differenza generazionale è l’attivismo contro l’inquinamento climatico che vede una maggiore presenza sulla scena pubblica di Millenial e Generazione Z.

Allo stesso tempo, anche che le differenze all’interno della stessa generazione possono essere grandi quanto le differenze tra diverse generazioni; una persona potrà sentirsi più in comune con le generazioni confinanti rispetto a quella a cui effettivamente appartiene.

Il punto saliente di ogni generazione sta nel proprio modello di pensiero.
Ma di questo, ne parleremo meglio nel terzo paragrafo.

La classificazione

Secondo il CGK, le generazioni che compongono attualmente la nostra società sono principalmente cinque:

  1. Gen Z, iGen o Centennials: nati 19962015
  2. Millennial o Gen Y: nati 19771995
  3. Generazione X: nati 1965 1976
  4. Baby boomer: nati 1946 1964
  5. Tradizionalisti o generazione silenziosa: nati nel 1945 e prima
Generazione silenziosa
Fino al 1945

Cresciuti durante la Grande Depressione e la Seconda guerra mondiale, molti membri della cosiddetta generazione silenziosa hanno assistito a grandi problemi economici, diventando adulti in un ambiente desolato.
Da adulti, hanno scelto il conservatorismo, il conformismo e i valori familiari tradizionali.
Da questa tendenza scaturisce l’etichetta di “generazione silenziosa”.

Baby Boomer
1946-1964

Cresciuti nel pieno boom economico del dopoguerra, i giovani Baby Boomer hanno visto in diretta TV, l’ascesa e l’assassinio di leader come Robert Francis Kennedy e Martin Luther King. Questo fa di questa generazione la più segnata dalla storia: ha visto il numero più alto di eventi con un importante impatto politico, sociale e culturale.

Dalla Guerra Fredda alla guerra in Vietnam, i Baby Boomer sono anche la generazione delle rivoluzioni. Lotte per i diritti civili, movimento hippie, rivoluzioni sessuali e femminismo: il tutto con musica rock ‘n’ roll in sottofondo.

Generazione X
1965-1976

I membri della Generazione X, diventati maggiorenni, non avevano un senso di connessione con il mondo che li circondava; a volte chiamata Generazione MTV, la “X” nel nome si riferisce al desiderio di questa generazione di non essere definita. Anche in questo caso vediamo la presenza di alcuni importanti eventi culturali come lo scandalo Watergate e la caduta del muro di Berlino.

Sebbene siano stati la prima generazione a familiarizzare con i personal computer, i membri di questo gruppo hanno sviluppato un forte scetticismo per le istituzioni esistenti e sono diventati indipendenti, autosufficienti e diffidenti nei confronti dei valori dei Baby Boomer.

Millennial
1977-1995

Noti anche come Generazione Y ed Echo Boomers, sono cresciuti con più pubblicità di qualsiasi generazione precedente e con più scelte di prodotti e servizi che mai.

Si è sentito parlare spesso dei Millennial, questo perché negli ultimi due anni sono diventati la forza lavoro più popolosa, nonché la generazione di consumatori più diversificata e in più rapida crescita, negli Stati Uniti come nel resto del mondo.

Data la notevole dimensione demografica di questa generazione, è alto l’interesse di tutte quelle aziende di marketing finalizzate ad aumentare la propria quota di mercato. CGK ha infatti scoperto che la Gen X e i Baby Boomer stanno iniziando a comunicare come i Millennial; pertanto, riuscire ad attrarre tale generazione significherà anche ottenere nuovi clienti.

Generazione Z
1996-2015

Il 1996 rappresenta analiticamente un punto di separazione importante tra la fine della generazione dei Millennial e l’inizio della Generazione Z; questo perché tale separazione è collegata all’accaduto dell’11 settembre 2001. È quasi impossibile essere nati tra il 1996 e il 2000 e avere un forte legame emotivo con gli atti terroristici dell’11 settembre 2001, questo perché allora si era troppo piccoli per poter collegare e capire questo evento.

Nata nel 1996 e in seguito, questa generazione emergente porta una nuova visione del mondo e diverse aspettative come consumatori, lavoratori e cittadini. I più vecchi di questa generazione, che ora hanno intorno ai 20 anni, si contraddistinguono per una grande capacità di influenza sul mercato del lavoro e sul mondo del consumismo.

È la prima vera generazione digitale come è vero che è la prima generazione più sensibile ai problemi sociali, come il caso ricordato a inizio articolo, dell’attivismo contro l’inquinamento.

Basti pensare al grande fermento sociale, sollevato grazie a Greta Thunberg, che, ricordiamolo, il 20 Agosto 2018 anziché andare a scuola, si sedette davanti al Parlamento svedese con un cartello:

Sciopero scolastico per il pianeta

I ventenni di oggi si affacciano in un mondo che ha le ore contate dal punto di vista ambientale, un mondo in cui ogni estate diviene sempre più calda e l’acqua del mare più sporca. Un mondo in cui, un centro detentivo animale, viene chiamato “giardino zoologico”.

Siamo in un mondo in cui a parlare del concetto di libertà di scelta delle donne, sono gli uomini. Un mondo in cui il diritto di migrare non è accessibile a tutti.

La Generazione Z quindi, si affaccia da protagonista in uno scenario sociale in cui si può ancora fare tanto e si dovrà fare anche di più.

L’importanza delle generazioni nelle scienze sociali

Come abbiamo detto all’inizio dell’articolo, il nostro modello di pensiero, di interpretazione della realtà, risente del contesto storico e culturale in cui siamo inseriti.

Essere giovani, in un periodo di guerra o di pace, oppure affacciarsi sul mercato del lavoro in una fase di recessione o di espansione economica, sono esempi di elementi che vanno a creare diverse memorie generazionali.

Questo perché l’elaborazione cognitiva degli eventi-chiave ai quali si è assistito (come l’attentato del 2001) crea una sorta di memoria collettiva generazionale, fatta di credenze, convinzioni, simboli, miti e attribuzioni condivise di senso.

Nelle scienze sociali le generazioni sono quindi importanti perché ci aiutano a capire come determinati eventi influiscono sul nostro ciclo di vita e sulla formazione di questo nostro modello di pensiero. Raggruppare le persone in diverse etichette (Gen X, Z..) rende gli studi umanistici e sociologici, analiticamente più semplici.

.. e non solo

Guardare e studiare la realtà sotto una “prospettiva generazionale” è molto importante non sono per i ricercatori sociali, ma anche per tutta quella vastissima sezione di mercato che cerca di raggiungere, informare o persuadere una determinata sezione di popolazione.

Avendo sperimentato tendenze simili, nella stessa fase della vita e attraverso canali simili (es. online, TV, cellulare, ecc.), le generazioni mostreranno sempre delle caratteristiche simili, come la tendenza verso un certo tipo di comunicazione o il modo di produrre, acquistare e consumare un certo tipo di prodotto (le droghe).

Sono proprio queste tendenze, con le proprie caratteristiche, a essere la principale fonte di attrazione per il mercato del business circostante.
In un mercato mondiale caratterizzato da una forte segmentazione generazionale, la prospettiva di studio che guarda alle generazioni, diventa la miglior forma di marketing possibile.

Conoscere il background semantico della Gen X rispetto a quella Y sarà quindi essenziale per tutte quelle aziende che producono beni di servizio e consumi.

Concludendo questa panoramica sulle generazioni, è bene ricordare che questi nomi si riferiscono primariamente alle generazioni americane; tale terminologia dovrà quindi essere usata con cautela quando applicata all’interno del contesto italiano, come in ogni altro contesto non americano.

Al di là di ogni categoria ed etichetta, ricordatevi che:

Il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità.

Margaret Mazzantini

Sitografia:

a cura di
Teodora Sava

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Teodora Sava

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