“Mudik, Cuore di cane”: l’album di Crepaldi
Fuori oggi il primo album di Crepaldi, “Mudik, Cuore di cane”, per MC MUSIC\DEPOSITO ZERO SAS e distribuito da Music Rails. Il termine mudik è di origine indonesiana e rappresenta l’azione del ritorno verso casa.
Crepaldi ha tenuto a sottolineare un elemento importante:
“Ho voluto nominare così il protagonista di questa storia che dedico alle anime “nomadi “,ai cuori di cane che cercano di continuo la strada di casa, come me. Ci sono tutti i miei demoni degli ultimi 3 anni”.
dichiara Crepaldi
Un disco sentito, studiato, introspettivo:
“L’ onda emotiva di questo viaggio in mare aperto è esplosa paradossalmente durante i mesi di chiusura del 2020, è da lì che ho scoperto che avrei voluto raccogliere tutto in un album. Quell’immobilismo mi ha permesso di mettere meglio a fuoco le idee sviluppate negli ultimi anni vissuti da naufrago”.
“Mudik, Cuore di cane” è un disco nato lontano da Roma ma molto vicino alle più intime corde dell’artista:
“Ho scelto la Romagna per incidere questo lavoro, sono un cantautore e amo i luoghi veri e genuini dove si beve bene e ci si confronta con gente di cuore. Alcuni brani erano stati scritti in precedenza,magari non sviluppati,semplicemente accennati e così ho sentito il bisogno di contestualizzarli. Non credo di aver ancora fatto pace con i miei demoni, ma già il fatto di averli raccontati è un bel passo avanti”.
dichiara Crepaldi
TRACK BY TRACK – Crepaldi
1-Svegliami
“Il brano parla proprio di come sia cambiata la nostra vita in questo ultimo anno, è stato un po’ il pezzo che mi ha fatto scattare la scintilla. E’ un chiaro messaggio di speranza, pur ponendo all’interlocutore svariate domande”.
2-Milano 08/03
“Ci sono voluti quasi cinque anni per scrivere questo brano, a mio avviso uno dei più belli che mi siano mai venuti fuori.Una fotografia ermetica di un uomo in cerca di se stesso in una città dinamica ed europea come Milano. Una storia vera, ispirata alla scuola dei grandi cantautori italiani.
Mi recavo spesso a Milano per presentare i miei demo alle case discografiche per poi tornare a casa a mani vuote. Nonostante ciò sono rimasto completamente affascinato da questa città “uragano”. Pur essendo nato in una metropoli come Roma,Milano mi porta in alto e mi fa sentire piccolo allo stesso tempo.”
3-L’eternità
“Ho scritto questo brano il giorno dopo l’attentato del 2016 a Nizza,immaginando la notte di due amanti dentro una stanza mentre fuori regnavano terrore e morte. L’amore sa ,come sempre ,essere la più grande risposta ,il tempio da difendere.Soffusa e notturna,mi è piaciuto citare Alda Merini nel testo,quando ho scritto il testo immaginavo di rapparlo! “
4 Bene (percezione istantanea di un addio)
“Questo brano ha una struttura country rock,ci sento la California,lo ascolto sempre con molto gusto,musicalmente mi rappresenta a pieno,un singolo.Sono le classiche domande che un uomo ferito porge all’ex partner dopo un addio. La voglia iniziale di scoprirsi liberi lascia qualche lama nel costato da togliere prima che faccia troppo male. Il brano nasce da una parte di chitarra quasi western che poi è stata trasformata.”
5 Coltelli
“Il brano nasce da un’idea musicale che avevo sviluppato già da un po’, ispirato dai Mumford And Sons e dagli Stones. Avevo scritto tempo fa una bozza di testo, ispirandomi a vicende amorose personali un po’ scanzonate ,che allo stesso vivevano anche molti dei miei amici. Un modo per prendermi e prenderci un po’ in giro. Appena ho composto e sviluppato l’idea musicale ho pensato che sarebbe stato perfetto.
Mi immagino a cantare questo brano nel bel mezzo di una serata goliardica ,in un pub pieno o in osteria con gli amici ,magari in piedi sopra un tavolo con il boccale di birra in mano. Ogni tanto è giusto ricordarsi che a trent’anni si è ancora molto giovani e che si ha il diritto di vivere le cose con leggerezza !!!! Il brano originariamente aveva un sound acustico, suonato, un vero e proprio stomp… In fase di post-produzione abbiamo deciso di trasportarlo in una dimensione leggermente elettronica. È troppo divertente,certi giorni non riesco a smettere di ascoltarlo!”
6 Ferite
“Una vecchia fotografia dei miei vent’anni. Ci sono i miei vecchi amici,i sogni infranti addosso al muro, c’è la voglia di fuggire all’estero, l’amore masticato a metà. Se in “Oceano ” racconto il lato oscuro dei trenta, “Ferite”potrebbe essere la versione analoga scritta 10 anni prima. Dedicato in particolare a una mia vecchia amica con la speranza che possa aver trovato la sua dimensione ideale oltre oceano. Appena scritta aveva le sembianze di un vecchio blues, poi gli è stata data un’impronta più alternativa. Non vedo l’ora di farla dal vivo per suonarci un bel solo di chitarra elettrica”
7 Oceano
“Ho scritto questo brano al piano elettrico un pomeriggio d’inverno,con l’intento di raccontare immagini e sensazioni della vita a trent’anni attraverso una storia d’amore. Un blues inquieto e scuro , che racconta il confine ed il contrasto fra ciò che realmente siamo e ciò che vorremmo essere. Oceano come percezione di immensità dove ogni cosa si perde in un vuoto profondo , nel mare delle cose,rasentando il dimenticatoio.
Un urlo di pancia che cerca di evitare questo crudo impatto. Il brano nasce dall’esigenza di trasformare in musica quello che sento in pancia. Vomito momenti e fotografie di una generazione, quella dei trent’anni, che si specchia e non rispecchia nel cinismo che ha trasformato i nostri anni. Questo brano vuole essere un urlo, un grido disperato di chi starà sempre dalla parte dei sogni. Se un giorno smetteremo di sognare non si accenderanno più le stelle e i nostri cieli saranno scuri”
a cura di
Sara Alice Ceccarelli