Vanessa Millarte: le sue tele sono un inno alla vita tra poesia e musica

Vanessa Millarte: le sue tele sono un inno alla vita tra poesia e musica
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Ognuno di noi ha una dote dentro sé, un qualcosa da “riconoscere” e coltivare. Dal momento in cui riusciamo ad individuare quel “qualcosa” in grado di farci star bene, di darci aiuto nei momenti difficili o semplicemente capace di portarci ad un benessere psicologico, possiamo affermare di avere una passione.
Quella di Vanessa Millarte è senza dubbio la pittura.

Vanessa ha trent’anni ed è una ragazza piena di sogni, speranze e vita. Quella stessa vita che prende forma attraverso i suoi dipinti con pennellate e colori volutamente imprecisi. La sua tecnica imperfetta infatti, rispecchia il suo modo di pensare e vivere: “Tutto ciò che è bello è imperfetto”.

Quello che emerge dalle sue tele è un amore e una sorta di venerazione nei confronti della figura della donna, con un estremo bisogno di renderla protagonista di tutti i suoi lavori, come a voler ricordare a sé stessa e a tutte noi quanto siamo importanti con tutti i nostri difetti e le nostre debolezze.

Ci ha raccontato qualcosa in più in questa intervista, andiamo a conoscerla meglio.

Ciao Vanessa, partiamo dalle presentazioni ufficiali. Entrando nel tuo profilo Instagram il cognome è già tutta un'”arte”, raccontaci qualcosa a proposito di te. C’è un percorso di studi alle spalle unito alla tua dote innata?

Ciao! Come prima cosa direi che le passioni le abbiamo dentro, nascono con noi e io sin da piccola ho sempre avuto con me colori e quaderni. Ovunque mi trovassi ho sempre avuto il “vizio” di scarabocchiare, di fare bozze e schizzi, sia su pezzi di carta che sui tovaglioli, sui muri e anche sui banchi di scuola. Insomma ovunque fosse possibile. Era ed è sempre stato il mio modo preferito per tirare fuori ciò che avevo dentro, per staccare da tutto e rilassarmi.

Ho frequentato il liceo artistico ed è proprio da lì che sono nate le mie prime tele. Poi nel corso degli anni mi sono “persa” e ho abbandonato questa mia grande passione perché la vita non sempre ti da il tempo per dedicarti a ciò che ami fare. Adesso che mi sono “ritrovata” sono felice di aver ripreso esattamente da dove si era interrotto tutto. Bisogna perdersi per ritrovarsi no?

Cosa rappresentano per te i tuoi pennelli e le tue tele prima ancora di dar loro vita? Quali sono le sensazioni che ti accompagnano prima, durante e alla fine di un’opera una volta conclusa?

Dipingere (per usare una canzone) “…è quel posto lontano del centro dove mi fermo a riposare.” I colori, le tele e i pennelli mi fanno sentire libera di esprimermi senza freni. Una volta conclusa l’opera sento leggerezza. Mi sento svuotata e di conseguenza libera da pensieri e paure. Pronta per ripartire.

Nei tuoi dipinti prevalgono spesso figure femminili, in particolare Frida Kahlo, come mai scegli spesso di rappresentare questa icona amata e allo stesso tempo anche molto “sfruttata” se vogliamo, cosa ti affascina in particolar modo del suo mondo a cui poi fai spazio nel tuo?

Rappresento i volti perché solo nei volti è possibile catturare la storia di ogni singolo individuo. Rappresento soprattutto volti femminili perché credo che la sensibilità e la forza di una donna siano speciali.
Per me la donna è la vera guerriera, capace di amare al di sopra ogni cosa. Le donne mettono spesso da parte l’orgoglio, anche con la consapevolezza di una sofferenza futura.

Le donne non si arrendono e credono sempre e penso che credere in qualcosa poi ci salvi sempre. Frida è un personaggio che mi affascina tantissimo, nonostante le sue infinite sofferenze non ha mai smesso di lottare ed è una delle mie muse ispiratrici perché mi rispecchio in lei.

Oltre a Frida, ci sono anche riferimenti a testi di canzoni e non solo poesie, cosa rappresenta la musica per te e come unisci le due cose? Mentre dipingi ascolti musica? Ci sono musicisti che ti ispirano particolarmente?

La musica è fondamentale, è una costante ed è il mio motore. Spesso nei miei lavori si trovano citazioni e frasi prese dai testi delle canzoni che sento particolarmente vicini a me. I miei quadri “nascono da soli” un po’ come le canzoni di Vasco. Quando metto – play – mi lascio trasportare delle note e tutto prende vita naturalmente attraverso pennelli e colori.
Prediligo la musica italiana e i nostri maestri, in particolare Lucio Dalla, ma mo anche Pino Daniele, De Gregori, De André, Gaetano.

Quali sono i tuoi progetti? Avremo la possibilità di ammirare i tuoi dipinti dal vivo? Ci saranno delle mostre?

Per quanto riguarda il futuro voglio solo crederci e prendere tutto ciò che mi viene offerto dalla vita I generale. Mi auguro di riuscire ad esporre le mie opere, di fare delle mostre e di continuare a dipingere perché avere una passione del genere è come avere una medicina che cura ogni male e aiuta a sanare ogni ferita. Non voglio perdermi neanche più un minuto!

a cura di
Claudia Venuti

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Claudia Venuti

Claudia Venuti nasce ad Avellino nel 1987, a 14 anni si trasferisce a Rimini, dove attualmente vive e lavora. Oltre ad essere il responsabile editoriale della sezione musica di TheSoundcheck, è responsabile dell’area letteratura dell’ufficio stampa Sound Communication. Studia presso la Scuola Superiore Europea di Counseling professionale. Inguaribile romantica e sognatrice cronica, ama la musica, i viaggi senza meta, scovare nuovi talenti e sottolineare frasi nei libri. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, la sua più grande passione è la scrittura. Dopo il successo della trilogia #passidimia, ha pubblicato il suo quarto romanzo: “Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio” con la casa editrice Sperling & Kupfen del Gruppo Mondadori.

6 pensieri su “Vanessa Millarte: le sue tele sono un inno alla vita tra poesia e musica

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