Operazione Vendetta – la recensione in anteprima del film con Rami Malek

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E se uccidessero tua moglie in un attentato terroristico, cosa fareste? Questo è l’incipit di Operazione Vendetta, l’ultimo film che vede protagonista Rami Malek. La pellicola riuscirà ad essere allo stello livello del libro da cui è tratta o si scioglierà come neve al sole? Scopriamolo assieme.

Era il 1981 quando Robert Littell, uno dei massimi esponenti dei romanzi a sfondo Spy-Story collegati alle grandi agenzie di Intelligence, pubblicò il suo Operazione Vendetta. Un libro che sin da subito colpì il pubblico e le major cinematografiche tanto da farne uscire, in Canada, una prima trasposizione lo stesso anno.

Passarono, però, 25 anni prima che dalle parti di Hollywood si iniziò a parlare di un adattamento della pellicola sotto il sole della California. Era il preludio di un blockbuster: la sceneggiatura scritta da Evan Katz, produttore di 24, e Hugh Jackman come attore protagonista, all’epoca in piena rampa di lancio dopo i primi due X-Men.

Da lì non si seppe più nulla fino al 2023, anno in cui 20th Century Studios grazie alle parole di Hutch Parker e Dan Wilson annunciarono che il film era finalmente in produzione. Alla regia James Hawes e nel ruolo di protagonista non più Jackman, bensì Rami Malek.

Il cast venne completato nei mesi successivi all’annuncio con Rachel Brosnahan, Caitriona Balfe, Adrian Martinez, Laurence Fishburne, Holt McCallany, Julianne Nicholson, Takehiro Hira e Jon Bernthal. A causa dello stravolgimento nella stesura della sceneggiatura, inoltre, la Writers Guild of America decise che nei credit non dovesse più apparire Katz, ma Ken Nolan e Gary Spinelli.

Iniziarono quindi le riprese, decisamente travagliate a causa dello sciopero del 2023 che ritardò il progetto di sei mesi, slittandone l’uscita da novembre 2024 a dicembre 2025. Questa attesa sarà ripagata da una pellicola che ci attaccherà alle poltrone o sarà una sonora delusione?

Fin dove sei disposto a spingerti, e per chi?

Charlie Heller (Rami Malek) ha una vita perfetta, una moglie perfetta, vive in una casa perfetta tra le campagne, lavora per la CIA come crittografo e ha una insita paura nell’uscire da quella bolla che si è creato, tanto da rifiutare di accompagnare Sarah (Rachel Brosnahan) nei suoi viaggi di lavoro all’estero.

In uno di questi viaggi succede qualcosa di terribile. Un attentato terroristico sconvolge la vita di Charlie lasciandolo solo e con un unico obiettivo in testa: la vendetta. Grazie alle sue conoscenze riesce a mettere in scacco l’agenzia obbligandola ad addestrarlo, sotto l’egida del colonnello Henderson (Lawrence Fishburne), per farsi giustizia da solo.

Usando la sua intelligenza e le sue nuove abilità, si muove in un pericoloso labirinto di inganni e tradimenti, con la spada di Damocle dell’agenzia che lo vuole fare fuori, per dare la caccia al gruppo di terroristi responsabili della morte di sua moglie.

Lungo il cammino, dovrà affrontare numerosi ostacoli e nemici, mettendo alla prova la sua determinazione e la sua capacità di restare un passo avanti, grazie anche all’aiuto dell’hacker Inquiline (Caitriona Balfe), che da semplice contatto diventa vera e propria spalla del nostro protagonista.

Nonostante l’inesperienza, la sua motivazione e la sua astuzia si rivelano le armi più potenti. La sua missione di vendetta lo porterà a confrontarsi con la vera natura della giustizia e a scoprire quanto sia disposto a spingersi oltre per ottenere ciò che desidera.

Un ritorno al passato

Senza dubbio la regia di James Hawes può sorprendere molto. Regista per lo più conosciuto per le sue prove sul piccolo schermo riesce a portare in scena una prova convincente. Il suo Operazione Vendetta riesce a riportare alla mente molto dei capisaldi del genere.

Grazie all’utilizzo di una color fredda riesce nell’intento di tenere in tensione lo spettatore per quasi due ore, in un turbinio di immagini tra la presa diretta e le riprese statiche che danno il ritmo ad ogni scena riuscendo quasi a non stancare.

La strada però è costellata di inciampi a causa di una sceneggiatura a volte troppo debole per un’impalcatura tanto interessante. Lo sviluppo del personaggio non è lineare, si passa da 0 a 100 in brevissimo tempo, col rischio di renderlo poco interessante nonostante la base iniziale.

Questo è un grandissimo problema per Operazione Vendetta, perché basando l’intera struttura su un personaggio così stratificato come risulta essere il protagonista, eliminare la componente dello sviluppo personale fa crollare il costrutto come un castello di carte.

Stessa cosa vale per il personaggio secondario di Jackson O’Brien (Jon Bernthal), buttato nella mischia senza un reale valore all’interno della storia tanto da farci chiedere a fine visione: “A cosa è servita la sua presenza?”

Un vero peccato vista la convincente interpretazione di Rami Malek, che si trova incredibilmente a suo agio quando deve lavorare su un computer. Un vero e proprio ritorno al passato nel segno di Mr. Robot.

Ottimamente eseguita, inoltre, la colonna sonora che, come i migliori film, tratti dai romanzi di Tom Clancy ci buttano nella mischia assieme al protagonista restituendo una tensione quasi poetica.

Vederlo si, ma su piattaforma

Operazione Vendetta è un thriller dall’alto potenziale, che si deve scontrare con i limiti imposti dal grande schermo. Una pellicola che si perde sullo sviluppo del protagonista, trasformandolo da semplice analista a pericoloso killer a sangue freddo, nel tempo in cui accendiamo un interruttore.

La regia cerca di sopperire al problema con un ritmo serrato ed una colorazione da grande thriller del passato, ma non ci riesce fino in fondo. Si sente la mancanza di un necessario approfondimento del protagonista.

Un modo per andare più in profondità nella psiche dello stesso e mettere assieme tutti quei pezzi del puzzle che rimangono sparpagliati nelle due ore di visione. Solo grazie ad un grande Rami Malek il costrutto ideato da Ken Nolan e Gary Spinelli riesce a rimanere in piedi portando a casa il risultato.

Operazione Vendetta rimane un film godibile. Forse non da grande schermo – una dimensione che potrebbe deludere lo spettatore – ma davanti alla tv. Magari con la copertina, una bibita e delle patatine per non rimanere con quel senso di insoddisfazione alla fine della pellicola.

Buona Visione!

a cura di
Andrea Munaretto

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di Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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