C’è posta per…vol.2
Tarararararara tun tun tun…
Insomma ci abbiamo provato a replicare a parole l’inconfondibile “Love’s Theme” di Barry White, nonché la famosissima colonna sonora del programma che ha fatto della De Filippi l’eroina di tutti i sabato sera (passati a casa) della maggior parte degli italiani.
Da Postaindipendente ci siamo spostati su The Soundcheck, ma continuiamo a non avere la velleità di paragonarci al tv show dalla magica busta, eppure il nome della rubrica richiama l’idea di accogliere nella nostra (mail di) posta tutte le nuove proposte del mercato musicale emergente.
È stato impossibile così non dedicare, proprio ai protagonisti del nostro giornale, un format in cui, questa volta, a dover aprire la busta sono proprio gli artisti. Nasce dunque “C’è posta per…”: lo spazio in cui mensilmente accogliamo sui nostri divani virtuali le band o i singoli cantanti che hanno deciso di prendere in consegna una domanda dal pubblico
La domanda del mese è: Quanto ritieni importante trovare un equilibrio tra la ricerca di una propria identità musicale e il desiderio di rispondere alle aspettative del pubblico e del mercato? Quali sono le sfide nel mantenere l’autenticità mentre ci si affaccia a un’industria sempre più competitiva?
SELENIO
Qualche tempo fa ti avrei risposto tanto, mentre a 16 anni, da punk mancato ti avrei risposto nulla. Oggi, invece mi sento di risponderti che mi interessa poco fare questi calcoli perchè ritengo l’autenticità il mio punto di forza. Nella musica, non riesco a fingere o a pubblicare qualcosa controvoglia. Non lo farei più. Non nego che a un cantautore, in quanto artista pop, fa solo piacere se si risce ad allargare il proprio pubblico, ma al contempo, non sarei capace di “vendere” ciò che non sono. Rimanere autentico quindi, per me, non è una sfida perchè è piuttosto naturale, specialmente lavorando al fianco di persone come Paolo Fractae Caruccio, Lisi e Carosena.
FITZA
Quando ho scritto Piano forte era un periodo che mi domandavo perché non riuscissi a provare più niente per nessuno, neanche verso me stessa. Sentivo sempre un vuoto dentro e non capivo cos’era.
Il momento più intenso e più difficile è stato proprio realizzare la mia situazione, cosa provavo, e decidere di dirlo nella canzone.
LUCA SALMASO
È stato un vero è proprio viaggio, ho affrontato la morte emotiva per poi rinascere e coglierne l’essenza. Ho raccolto i viaggi in giro per il mondo soprattutto in america di questi anni ed i viaggi mentali che un po’ per fisiologia, un po’ per vicissitudini naturali della vita ed un po’ per egocentrismo si fanno, il Nevada rappresenta una metafora perfetta con i suoi deserti e strade isolate ed i suoi casinò aperti 24 su 24 in città come las Vegas che né è la più famosa e poi per il resto si sa, quello che succede a LAS Vegas rimane a LAS Vegas.
a cura di
Redazione
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