Il cantante e performer pugliese canta la voglia di spaccare il mondo e non perdere più tempo
Col passare degli anni arriva un momento per tutti in cui si decide di tagliare i rami secchi e partire da sè stessi, per Marco Di Nunno, cantante e performer pugliese, questo momento è arrivato ora:
A 30 anni qualcosa cambia. (…) Inizi ad eliminare le foglie secche del tuo passato. E a ponderare meglio ogni scelta e le persone con cui vuoi passare il tuo tempo. Sì, perché quest’ultimo diventa veramente importante quando hai 30 anni. Non ne vuoi piu’ perdere.
Come esprimere questa voglia, per un cantante, se non attraverso la musica, “Parto da me” è il secondo singolo di Marco Di Nunno pubblicato da Believe Music e prodotto da Marco Di Martino alias Dima, lo scorso 15 novembre.
Sonorità pop-soul ed elettronica si fondono ad un testo che fa della positività e della speranza il suo manifesto. Positività e spinta verso la vita vanno a braccetto con la ribellione interna nei confronti di ciò che Di Nunno non accetta.
Ricordiamo che da un paio d’anni Di Nunno fa parte dei “Mezzotono Piccola Orchestra Italiana senza strumenti“, progetto ventennale di musica a cappella che lo porta in giro per il mondo in qualità di Baritono e BeatBoxer.
L’amore per la musica “suonata” solo tramite la voce spicca anche in “Parto da me”, dove i cori sono la caratteristica principale.
Il cantante pugliese coltiva anche un’ altra grande passione quella per il teatro musicale, è attualmente impegnato con le produzioni “My fair lady” e “I Promessi Sposi Opera Moderna“.
Chi come Di Nunno ha scelto ed è riuscito a fare della sua passione il suo lavoro sa bene che questa scelta costa sacrifici, dedizione, impegno e serietà. E in un mondo in cui per distinguerti devi puntare sempre più in alto, Marco Di Nunno lo fa dicendo sempre la verità “con la mia musica, la mia voce, le mie rime“.
Con la nostra consueta curiosità abbiamo voluto incontrarlo a ridosso dell’uscita di “Parto da me”, per farci raccontare qualcosa in più di sé stesso, della sua amata musica e non solo.
Ecco quello che ha condiviso con noi!
Ciao Marco, benvenuto su The Soundcheck. Come la musica è entrata nella tua vita e cosa rappresenta per te?
La musica è entrata tra le videocassette di mia sorella che nascondevo sotto al letto quando avevo dieci anni. Tra MTV music e le chiamate in radio per farmi scegliere il brano preferito da inserire nel podcast. Tra i corsi di batteria e i dischi di mio padre che registrava nel suo Home Studio.
La musica mi ha sempre cercato, ed io ho sempre cercato lei. Come un incontro d’amore che è avvenuto gradualmente senza farsi troppo male.
Ti definisci “testardo sognatore pugliese”, credo che siano caratteristiche importanti per perseguire i propri sogni. Quanto hanno influito per la tua vita artistica, in particolare?
Essere testardi (tipico del segno del Toro) è un’ arma a doppio taglio, ma se la usi in maniera sana, può essere letale per gli ostacoli che incontri durante il tuo cammino. Io non conosco pause, non amo fermarmi, e non sono sereno se non raggiungo ciò che voglio. Per me, se vuoi fare realmente questo lavoro, ti ci devi immergere non sono con un braccio, ma con tutto il corpo.
E la capitale, invece, quanto ti ha dato?
Roma è sogno, fascino, caos e distrazione. Penso che i momenti più creativi della mia vita, li ho ottenuti camminando tra le mura di questa città. Roma ti da e ti toglie tutto in un secondo. E’ per questo che la si ama.
È appena uscito il tuo nuovo singolo con un titolo emblematico: “Parto da me”, in quali situazioni lo hai detto e quando lo hai fatto concretamente?
Ho mentito molte volte a me stesso. Mi sono costruito propositi che non ho mai rispettato. E quindi ho smesso di dirmelo. E al silenzio delle mie parole, ho preferito scrivere.
Cosa ti ha spinto a scrivere questa canzone?
Il disagio di riconoscere un cambiamento positivo. Solo dal disagio nascono i cambiamenti … e le canzoni.
Hai in programma dei live?
Ho in programma tournèè nazionali e mondiali con vari progetti. Dal musical ai Mezzotono (uno storico gruppo a cappella). Poi, pian piano, inizierò a suonare col mio progetto, che col tempo si sta identificando sempre più.
a cura di
Mariangela Cuscito
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