Intervista ad Alioune Badiane: il suo percorso dal teatro al set di “The Decameron”

Intervista ad Alioune Badiane: il suo percorso dal teatro al set di “The Decameron”
Condividi su

“The Decameron” è la geniale commedia noir americana di Kathleen Jordan, disponibile dal 25 luglio su Netflix. La serie tratta in chiave moderna i medioevali racconti di fuga e di attesa di Boccaccio, durante la peste nera nella Firenze del 1300. Noi abbiamo intervistato “The Shy Peasant” Alioune Badiane, che ci racconta la persona dietro al personaggio.

Alla vigilia dell’uscita su Netflix dell’attesissimo “The Decameron”, ho avuto il piacere di intervistare l’attore Alioune Badiane, che ci svela i retroscena di un mestiere a cui si è dedicato studiando teatro e che l’ha portato a conoscere se stesso e un mondo – quello del cinema -, che lo gratifica ostantemente. Attualmente lo vediamo immerso nel progetto di Jenji Kohan insieme a Kathleen Jordan, portando nel mondo contemporaneo uno dei personaggi della novella del Boccaccio. Scopriamo insieme qualcosa in più sulla sua vita e sul suo lavoro.

Alioune, è un vero piacere conoscerti. Inizio col farti la domanda più inflazionata di tutte: parlami di te e di come è iniziata la tua carriera d’attore.

Gli albori della mia carriera li devo a mia madre, teatrante brianzola che mi ha convinto a provare il teatro: stare sul palco è stato amore a prima vista, mi ricordo le emozioni che percepivo nel fare gli esercizi di standing e nello stare in gruppo. Mi sentivo libero, completamente immune ai pregiudizi provenienti dall’esterno.

Da lì la mia carriera ha preso la giusta direzione, mi sono unito a una compagnia di teatranti amatoriale e piano piano ho cominciato ad avere dei contatti che mi hanno permesso di fare spot pubblicitari (Nivea Men e Puma, in collaborazione con Milan) e videoclip musicali (con J-Ax e Sfera Ebbasta). Come per il teatro in precedenza, anche in questo caso mi sono concentrato sulle mie emozioni e mi sono reso conto che adoravo stare sul set e mi piaceva tutto il contorno, il lavoro di squadra. Ho deciso che questo ambiente poteva fare al caso mio e mi sono dedicato al cinema.

Mi soffermo un momento sulle tue origini e sulla tua crescita personale: che persona sei diventato tramite il teatro?

Il teatro mi ha aiutato tantissimo a relazionarmi con gli sconosciuti. Sono sempre stato abbastanza timido ed esso mi ha insegnato una grande verità, ossia che siamo tutti uguali e tutti sullo stesso piano. Siamo tutti persone con le proprie difficoltà e fragilità, e quando ho raggiunto questa consapevolezza, non ho avuto più timori.

“The Decameron” è una serie basata sui racconti di Giovanni Boccaccio (sarà meglio il libro o la serie?). Parlami del tuo personaggio

Nella serie interpreto The Shy Peasant, un paesano timido che, a causa della pestilenza che colpisce la città, si ritrova senza la sua famiglia d’origine ad unirsi a un gruppo eterogeneo di altri paesants sopravvissuti. Insieme alla nobiltà, per sopravvivere alla piaga si rifugiano in una villa isolata dalle sofferenze del mondo esterno. Noi, gruppo di paesani molto poveri, ci troveremo a chiamare casa questa villa, quasi casualmente per un serie di dinamiche che capirete vedendo la serie e che non posso rivelare ora.

Il tuo ruolo era definito nei compiti e nel tempo fin dall’inizio?

No, è mutato in itinere ed è stato incredibile: inizialmente si trattava di un ruolo piccolo che è stato riscritto e ampliato dalla showrunner e sceneggiatrice Kathleen Jordan mentre procedeva con la scrittura degli episodi finali. Il mio personaggio è stato quindi introdotto anche negli episodi 7 e 8. Abbiamo girato per parecchio tempo, mi ricordo che era il 28 marzo e abbiamo finito il 24 di giugno. Sono stati tre mesi intensi ed è stato bellissimo recitare in un cast internazionale così ben amalgamato.

Qual è il tuo metodo per prepararti ad un ruolo, ad esempio in questo caso?

Ripeto molto, è un metodo estremamente funzionale per me. Indipendentemente dal fatto che abbia la sceneggiatura molto tempo prima o dopo (come nel caso degli ultimi due episodi scritti mentre stavamo già girando le scene). Per quanto riguarda l’interpretazione mi spoglio totalmente del mio essere, mi dimentico di chi sono io e ascolto il personaggio per conoscerlo in profondità.
Shy peasant, ad esempio, è molto diverso da me: non ama il contatto e fatica a guardare le persone negli occhi, ma ho abbracciato il suo essere senza giudizio e con impegno.

Quando sei stato scelto per partecipare alla serie, dov’eri e cosa stavi facendo?

Ero in macchina, quando mi ha chiamato la mia agente – solo 5 giorni dopo l’ultima audizione che ho fatto. È stato quindi un processo di selezione molto celere. Veloce è stato anche l’inizio delle riprese, cominciate 8 giorni dopo.

Conosciamo più a fondo Alioune: quali sono la tua serie e il tuo film preferiti?

Serie TV preferita, dico “Peaky Blinders”. Non sono un gran divoratore di serie, preferisco i film. Per quanto riguarda questi ultimi, senza alcun dubbio “Le Ali della libertà”. Non me l’hai chiesto, ma aggiungo alla lista anche il mio attore preferito: Denzel Washington.

Se potessi scegliere ora, con quale attore e regista italiano ti piacerebbe collaborare?

Sicuramente Pierfrancesco Favino, che credo sia l’attore più completo in italia, poiché riesce a portare sullo schermo interpretazioni molto diverse tra loro, in film e storie dai generi differenti. Sarebbe un grande maestro per me. Un altro attore nella mia top 3 è Elio Germano.

Per quanto riguarda la scelta registica ricadrebbe su Bellocchio. Mi piace molto la sua autorialità: ho visto di recente “Rapito” e mi ha totalmente… rapito, scusa il gioco di parole.
Amo molto le dinamiche che crea Paolo Genovese, sono scene che studio a ripetizione perché ritengo siano un ottimo allenamento.
Di Sorrentino amo il modo di raccontare che sceglie, “E’ stata la mano di Dio” è un capolavoro cinematografico.

Se potessi parlare con Alioune del passato, cosa gli diresti?

Gli direi di non focalizzarsi troppo sul futuro, di non farsi problemi e di vivere il presente, concentrarsi sull’essere felice al momento; so che non è facile ed è un grande esercizio, ma ne vale la pena. Ho fatto molti progressi in questo.

L’unico modo per smettere di preoccuparsi (ad esempio sul futuro lavorativo) e interrompere il flusso dei pensieri che si trasformano in preoccupazioni è l’azione. Il muoversi, procedere. Quando mi succede, io leggo, studio tanto, mi concentro molto sulle skills che posso ottenere impegnandomi, so fluentemente l’inglese, il francese e ora sto studiando l’arabo. Per me è molto importante essere il più completo possibile.

Cosa ti auguri per il futuro e cosa ti prometti?

Mi auguro di proseguire su questa strada e di continuare a credere in me stesso, perché mi sento di poter fare questo mestiere a 360 gradi. Qualsiasi sfida mi capiti nella vitam mi auguro di riuscire ad affrontarla a testa alta, con umiltà e con i valori che la mia famiglia mi ha insegnato. E di continuare a sognare e tenere contemporaneamente i piedi per terra, poiché il sogno è la mia benzina. Mi prometto di essere una bella persona. Voglio esserlo sempre.

Alioune Badiane ha sposato il suo lavoro e la sua passione.
Noi auguriamo ad un ragazzo così umile e carismatico tutto il successo che si merita e lo seguiremo con piacere nel suo ultimo progetto, “The Decameron”, attualmente sulla piattaforma Netflix dal 25 luglio 2024.

a cura di
Michela Besacchi

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE – Intervista con Andrea Dodero: un anno sui set di “The Equalizer 3” e “The Good Mothers”!
LEGGI ANCHE – Quattro chiacchiere con Andrea Dodero: dal Sogno per il Cinema a Blocco 181!
Condividi su

Michela Besacchi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *