Il regista Pablo Larraín torna nuovamente a dirigere un biopic su una figura femminile con il film Maria, scritto da Steven Knight, con cui aveva già collaborato per Spencer. Nel cast sono presenti Angelina Jolie nel ruolo della protagonista, Pierfrancesco Favino, Valeria Golino, Haluk Bilginer, Alba Rohwacher e Kodi Smit-McPhee. Il film è stato presentato all’81ma Edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Dopo il successo nel 2016 di Jackie con Natalie Portman, nel ruolo della first lady Jacqueline Kennedy, e poi nel 2021 di Spencer, film su lady Diana, interpretata da Kristen Stewart, il regista Pablo Larraín decide di stringere un sodalizio con Angelina Jolie, per raccontare la figura della soprano Maria Callas.
Il film si apre con il ritrovamento del cadavere di Maria, per poi raccontarci la settimana precedente al triste evento. La soprano, ormai ritirata dalle scene da quattro anni, affronta le conseguenze, soprattutto psicologiche, della perdita della voce e della discesa della sua figura da diva. Similmente con Jackie, il regista si concentra su un periodo ben delineato per poi raccontare, attraverso interviste o racconti, la propria protagonista.
Gli aspetti positivi del film
Da un punto di vista tecnico il film funziona molto bene: la fotografia, aiutata anche da una scenografia curata in ogni dettaglio, riesce a trasmettere la solennità e l’eleganza tipiche dei teatri d’opera, nonostante siano poche le scene del film al loro interno.
Risulta essere molto azzeccata anche la scelta della fotografia in bianco e nero quando si racconta il passato della soprano. Questa differenza crea un forte distacco tra la vita da diva della protagonista prima del ritiro e la solitudine del presente, rimarcando in modo deciso come le glorie passate siano ormai un lontano ricordo.
La caratterizzazione psicologica di Maria è d’impatto, viene mostrata come una donna molto tronfia e snob, fortemente orgogliosa e fiera di se e di ciò che è stata, ma allo stesso tempo depressa, sola, schiacciata da un inizio di vita traumatico e difficile, terrorizzata per la lenta discesa della sua voce e che non riesce ad accettare il suo stato di salute, rifiutando controlli medici e abusando di farmaci.
La diva nel film è schiava di visioni, che non le permettono di riconoscere il vero dal falso e che rendono per lei difficile anche solo poter uscire fuori di casa a camminare o svolgere attività quotidiane.
I personaggi secondari
Di vitale importanza anche il rapporto di Maria con il suo maggiordomo Ferruccio (Pierfrancesco Favino) e con la sua domestica Bruna (Alba Rohrwacher), fortemente legati alla cantante. Lei ammette rappresentino oltre che servitù, anche amici, genitori e fratelli. Ferruccio soprattutto, per tutta la durata del film, farà qualsiasi cosa per tutelare e proteggere la Callas.
Geniale il ruolo interpretato da Kodi Smit-McPhee, un uomo di nome Mandrax, come il medicinale che assume, che rappresenta la sua visione più presente, un giornalista che le fa visita per intervistarla con l’intento di girare successivamente un film. Questo personaggio riesce ad essere un ottimo collante per raccontare il passato di Maria e riesce anche a dare un aspetto metacinematografico alla pellicola, come se fosse direttamente Larraín a parlare con il personaggio che ha deciso di raccontare.
Angelina Jolie al massimo del suo splendore
L’aspetto migliore della pellicola rimane, però, l’interpretazione di Angelina Jolie, forse alla sua migliore prova attoriale. Jolie, grazie al fatto che è ella stessa una diva dello spettacolo, riesce tramite le movenze e la sua stessa estetica a trasmettere perfettamente l’eleganza, la raffinatezza e il portamento orgoglioso e narciso della Callas. Sono però i suoi occhi a trasmettere maggior emozione. Con il solo sguardo l’attrice riesce a raccontare un intero dolore, donando malinconia, preoccupazione e passando con rapidità, ma naturalezza, in più scene alla commozione per tutto quello che le è successo e le sta accadendo.
Con moltissima probabilità, esattamente come fu per Natalie Portman e Kristen Stewart, Angelina Jolie sarà tra le candidate in lizza per gli Oscar di quest’anno, arrivando cosi alla sua terza candidatura ed eventualmente alla sua seconda vittoria, dopo il Premio come Miglior attrice non protagonista per Ragazze interrotte di James Mangold agli Oscar del 2000.
Gli aspetti negativi
Se il piano tecnico e l’interpretazione e caratterizzazione della protagonista sono indiscutibili, il film presenta difetti non trascurabili. La descrizione del rapporto che Maria Callas ebbe con il magnate Aristotele Onassis (Haluk Bilginer) ne è un esempio. La pellicola dedica la maggior parte dei flashback alla storia d’amore tra i due, senza però renderla chiara e dettagliata, ma raccontando pochi episodi.
Altro elemento negativo è che, per quanto sia un film ottimamente confezionato e interpretato, fallisce nella sua natura di biopic. Traspare appena l’infanzia travagliata di Maria e del rapporto con la madre, dandone solo qualche accenno. La carriera musicale e i suoi successi vengono trascurati e datti per scontati e mai realmente approfonditi. A fine visione lo spettatore è invogliato a informarsi sulla vita della cantante, non per approfondire ma effettivamente per poterla scoprire.
Nonostante il ritmo ovviamente lento che il tipo di pellicola ha, una durata maggiore sarebbe stata forse più azzeccata. Cosi il film avrebbe potuto concentrarsi sul suo obbiettivo primario, ovvero raccontarti la fase finale della vita della soprano, ma riuscendo anche ad approfondire e dire qualcosa di più sulla carriera e l’effettiva importanza che Maria Callas ebbe nella scena artistica del ‘900.
Infine, la pellicola, proprio come per Jackie e Spencer, risulta essere, negli intenti e nell’impostazione, forzatamente “da premio”. Ogni elemento sembra gestito apposta per piacere all’Academy e far vincere il premio alla sua attrice protagonista.
In conclusione
In definitiva, Maria è un film che merita la visione? Certo che sì.
Come descritto poc’anzi si tratta di un prodotto ottimamente confezionato, grazie all’esperta mano di Pablo Larraín, che da un punto di vista registico è una certezza. La performance attoriale di Angelina Jolie non può che essere lodata, riuscendosi a portare sulle spalle praticamente l’intero film. Se cercate una pellicola che vi racconti bene la storia di Maria Callas, però, in questo caso conviene veramente andare a cercarsi un documentario. Se, invece, cercate un film che vi faccia provare emozioni, allora sarà impossibile per voi non apprezzare ed entrare in sintonia con la protagonista.
a cura di
Andrea Rizzuto
Seguici anche su Instagram!