Henri de Toulouse-Lautrec in mostra a Palazzo Roverella fino al 30 Giugno

Henri de Toulouse-Lautrec in mostra a Palazzo Roverella fino al 30 Giugno
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Arriva a Rovigo una strepitosa mostra di duecento opere che riassumono il colorato chiasso di una Parigi che possiamo solamente sognare

Henri de Toulose-Lautrec o, per essere precisi, Henri-Marie-Raymond de ToulouseLautrec-Montfa è un artista che per me, più di altri, rappresenta quella Parigi che avrei sempre voluto vivere.

Una piccola premessa

Prima di raccontarvi ciò che troverete all’interno di questa incredibile mostra, che fino al 30 giugno sarà possibile visitare al Palazzo Roverella di Rovigo, devo fare una premessa totalmente personale per farvi capire perché io abbia urlato di gioia quando è stata annunciata questa esposizione.

Figlia di una professoressa di francese, la Francia è sempre stata protagonista in casa mia fin da quando ho memoria. Dai programmi televisivi in francese in un’epoca in cui non esisteva internet, ai lunghi viaggi in macchina su e giù per la Grand Nation, ai fumetti acquistati in lingua fino ad arrivare ad un amore per Rimbaud, Verlaine e i grandi artisti maledetti e ad una smodata passione per l’assenzio; ecco come sono cresciuta.

Quel bizzarro e chiassoso periodo, denominato romanticamente come Belle Epoque, per me è sempre stato qualcosa da rivivere tramite l’arte, le primissime fotografie e i grandi manifesti. Quindi nessuno si sorprese quando, in quinta liceo, decisi di portare come tesi di maturità L’assenzio come musa e nemica dei grandi artisti tra la fine dell’ ‘800 e l’inizio del ‘900.

Nessuno si sorprese nemmeno quando supplicai mia madre di portarmi svariate bottiglie di assenzio dai suoi viaggi in Francia. E nessun compagno di classe si stupì quando, in gita a Parigi, mi commossi a Montmartre dicendo “pensate, in questa stradina è passato Toulouse-Lautrec con il suo bastone pieno di assenzio“.

Insomma, forse, con questa premessa, potete capire perchè io abbia visitato la mostra con gli occhi lucidi ed un sorriso ebete stampato in faccia.

Fine della premessa.

Una tradizione di grandi mostre

Palazzo Roverella, in pieno centro storico a Rovigo, ormai è un nome che gode di una certa fama e che negli anni ha visto mostre pittoriche e fotografiche di altissimo livello come, Renoir, Chagall, Kandinskij, Klimt, Gauguin, Tina Modotti, Doisneau e Capa. Quindi non sorprende che un nome importante come quello di Lautrec sia giunto nel capoluogo polesano.

La mostra contiene duecento opere, di cui sessanta dello stesso Toulouse-Lautrec, tra cui spiccano nomi come Mucha, Boldini, De Nittis.

Ben tre i curatori che hanno reso possibile questo viaggio nell’arte di fine ottocento; Jean-David Jumeau-Lafond, Francesco Parisi e Fanny Girard (direttrice del Museo Toulouse-Lautrec di Albi) con la collaborazione di Nicholas Zmelty.

Henri de Toulouse-Lautrec

Henri de Toulouse-Lautrec, nasce ad Albi nel 1864 ed è famoso, oltre per i ritratti alle prostitute parigine, anche e soprattutto per il grande apporto dato alla grafica di fine ottocento con i suoi immensi manifesti.

Dalla vita dissoluta ma libera, Lautrec, più di altri, ha saputo raccontare in immagini quella parte della Belle Epoque che per molti potrebbe risultare squallida ma che è in realtà estremamente romantica perchè raccontata con amore e rispetto.

Non esiste sessualizzazione nelle scene dei bordelli, nè critica o giudizio nei ritratti delle prostitute; c’è un calore ed un affetto nelle sue opere che si può definire genuinamente dolce.

La mostra a Palazzo Roverella, divisa in diverse aree tematiche, trasporta il visitatore nel celebre Chat Noir, nei caffè parigini con i bicchieri colmi di assenzio, nelle strade coi palazzi letteralmente ricoperti di coloratissimi manifesti pubblicitari e nei ritratti agli amici come Paul Verlaine.

I curatori

Con questa mostra, dice il curatore Francesco Parisi, ci si è voluti allontanare dalle mostre superficiali dedicate all’artista negli ultimi trent’anni. Si è voluto rendere questa esposizione unica nel suo genere al punto che musei europei ed americani hanno acconsentito di prestare le opere.

Per la prima volta, infatti, lo stesso museo di Toulouse-Lautrec di Albi ha acconsentito a prestare ben venti opere.

Abbiamo cercato di costruire una mostra che togliesse Lautrec dal mito dell’artista maledetto, dal frequentatore alcolizzato di bordelli e di restituirlo alla storia dell’arte in quell’enorme calderone di tendenze artistiche.

Co-protagonista della mostra è Parigi di cui abbiamo cercato di evitare quei luoghi comuni come per esempio il binomio della Belle Epoche. Abbiamo dedicato un’intera sezione all’assenzio, bevanda che portò una devastazione morale e sociale in tutta la Francia.

La mostra è anche un’anteprima mondiale di alcune opere rinvenute un anno fa del gruppo avanguardista di Les Arts Incohérents.

La curatrice Fanny Girard:

Noi veniamo contattati da diversi enti e fondazioni che normalmente presentano la figura di Toulouse-Lautrec come una figura tradizionale, questa mostra è differente. Proprio per questo motivo e per la diversità con cui Lautrec viene messo in luce abbiamo deciso di partecipare a questa avventura.

Questa mostra finalmente inserisce Lautrec nel suo contesto di artista ed intellettuale.

Lautrec è un pittore, un grafico, un litografo, un disegnatore e rappresenta tantissime sfaccettature di questa produzione artistica. All’interno della mostra vedremo le sue opere giovanili, altre opere più mature che identificano visivamente la qualità del suo percorso.

Questa mostra ci consente di scoprire la personalità di Toulouse-Lautrec.

Ad impreziosire la presentazione della mostra è la presenza del pronipote di Lautrec, Bertrand Du Vignaud de Villefort che ha dedicato la propria vita all’arte e alla cultura.

Questa mostra rimette Toulouse-Lautrec nel suo contesto artistico, culturale, intellettuale di Parigi e della sua epoca.

A Rovigo, Toulouse-Lautrec si sente a casa.

Questa nuova mostra a Palazzo Roverella è destinata a diventare una delle più visitate e sarà impossibile per i visitatori rimanere impassibili difronte alle opere ed in particolare con la sezione dedicata all’Assenzio e a quella dedicata ai grandi manifesti.

A distanza di alcune ore mi sento ancora felice ed emozionata per aver avuto l’onore di vivere la Parigi che ho sempre amato attraverso le opere di quell’artista incredibile che risponde al nome di Henri de Toulouse-Lautrec.

a cura e foto di
Anna Bechis

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