Valentina Lupi ci racconta traccia dopo traccia “Madre non Madre”

Valentina Lupi ci racconta traccia dopo traccia “Madre non Madre”
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Madre non Madre è l’album che segna il ritorno discografico dopo ben otto anni di Valentina Lupi, cantautrice e figura particolarmente apprezzata nella scena underground romana. L’album è disponibile su tutti gli stores digitali dal 10 novembre per Romolo Dischi e si avvale della prestigiosa produzione del chitarrista Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion, I Hate My Village) con il contributo del giovane Vezeve al beat box.

Un’opera estremamente intima in cui Valentina Lupi si interroga e analizza i punti dove, in una donna, convergono l’essere Madre e Non Madre. L’album racconta dunque diverse storie che non riguardano solo la maternità poiché tutto ciò che nasce, che sia un’idea, un’opera d’arte, un figlio, un disco, tutto è generato da una “madre”. La nostra mente è una madre, le nostre mani, il nostro cuore. La creazione è la più stravolgente delle esperienze: generare nuova vita è un cambiamento drastico per una donna, è qualcosa di straordinario che può assumere toni mistici, tragici, o anche comici. 

Ho visto Gesù

Arriva un momento nella vita in cui si capisce che non ha piú importanza l’opinione altrui, un momento di pace, di tregua con se stessi e con gli altri. Questa è la visione vera, il vero atto d’amore diventa il non porgere l’altra guancia ma il guardare lucidamente le proprie scelte senza alcuna recriminazione.

Non potevi mancare tu 

Quando arriva un attacco di panico la prima cosa da fare è respirare profondamente.

Il coraggio e l’evoluzione sono i temi portanti di questo brano. Spesso i periodi difficili mettono alla prova i rapporti. Questa canzone è un inno all’amore, è un invito a non mollare mai e a ricordare tutti i momenti condivisi con la persona che si ama.

Monte crepacuore

Esiste nella realtà un monte che porta questo nome da cui ho tratto ispirazione.

L’immagine di tale luogo è per me fortemente evocativa.

 La protagonista di questa canzone sono io. Spesso ho avuto la visione di me accovacciata sulla cima del monte, ferma, intenta a crogiolarmi nel dolore, pretendendo la comprensione incondizionata degli altri, errore nel quale di solito ci si imbatte nell’ etá adolescenziale.

Pronta a ballare 

Ispirata da un giorno passato con le mie amiche, da una riflessione profonda su quanto sia importante l’energia magica femminile che lenisce e a volte guarisce anche le ferite piú profonde.

Il mio è un inno alla complicità e alla forza delle donne quando si tengono per mano e insieme vanno, senza sfide che non possano essere affrontate, senza paure e senza rancori. 

Con gioia, fianco a fianco, pronte ad andare, guardando nella stessa direzione, pronte a ballare.

Mio Re

In questo brano racconto l’esperienza di diventare madre e la gioia di veder crescere mio figlio.

Madre non Madre

La faccia oscura della maternitá.

La depressione di una donna che da sola diventa madre e deve sopravvivere contando solo sulle proprie forze. La pianificazione sognante di avere un figlio si scontra con la dura realtà rappresentata anche dall’insorgenza di una patologia. In questo brano sono racchiuse le paure e la forza di una madre.

Grandi Numeri

Questa canzone affronta il tema dell’invidia e dell’insoddisfazione. Nella vita contemplare anche il fallimento a volte può essere un bene. Perchè dobbiamo apparire sempre perfetti agli occhi degli altri? L’invito ad andare al mare, luogo di pace ed evasione, farsi scivolare le cose di dosso ci può aiutare a vivere meglio e a staccarci dai soliti pensieri tristi.

Leggera 

Lavinia è una bimba che aspetta ancora che sia fatta giustizia, vittima di un assurdo incidente in cui non ha colpe, costretta a vivere in uno stato vegetativo, attaccata ad un macchinario per tutta la vita. 

Lara, la sua mamma, è una mia cara amica.

Nella canzone immagino che sia Lara a parlare ricordando Lavinia prima che venisse investita. 

Adesso l’unico posto che le regala un po’ di pace è il capezzale pieno di ricordi di sua figlia: dove ancora può sentire il suo profumo, vedere la luce dei suoi occhi spalancati, seguire con un dito la linea del suo profilo e accarezzarle la mano.

7 minuti

L’abbandono è il tema di questa canzone. Una storia realmente accaduta, sette lunghissimi minuti è stato il tempo consumato da una madre per abbandonare il figlio nella sua carrozzina davanti alla stazione Termini di Roma. Ho provato ad immaginare cosa sia potuto accadere nella sua testa, le sue sensazioni, il senso di morte e il dolore che credo l’abbia portata a compiere questa scelta assurda.

a cura di
Redazione

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