“Cronache di un venditore di sangue”, il (caro) prezzo della sopravvivenza raccontato da Yu Hua
Cronache di un venditore di sangue è il secondo romanzo più conosciuto, dopo Vivere, dello scrittore contemporaneo cinese Yu Hua. Pubblicata nel 1995, l’opera ripercorre oltre trent’anni di storia cinese dalla fine degli anni Quaranta alla travagliata Rivoluzione Culturale, attraverso gli occhi del protagonista e della sua atipica famiglia
Ambientato negli anni più divisivi della storia cinese moderna, Cronache di un venditore di sangue è considerato uno dei capolavori della scrittura cinese contemporanea. Un romanzo intenso a tratti grottesco, capace di catturare l’attenzione del lettore immergendolo in un’atmosfera realistica ed epica allo stesso tempo. In poche pagine, Yu Hua racconta delle vicissitudini quotidiane di un uomo qualunque, costretto a vivere in un periodo storico di profondo cambiamento. Povertà assoluta e fame spingono l’uomo a vendere ciò che di più prezioso possiede per il sostentamento della famiglia: il suo sangue.
In quest’opera, i tanti momenti bui che fanno parte della vita del protagonista non riescono ad indebolire il suo animo ottimista perché, in fin dei conti, l’obiettivo finale della sua esistenza è sopravvivere.
La vita di un essere umano qualsiasi
Verso la fine degli anni Quaranta in una Cina prerivoluzionaria, il giovane Xu Sanguan lavora come operaio semplice nell’unica fabbrica di seta in città, trascorrendo le proprie giornate a trasportare bachi. Durante una delle sue visite al villaggio natale, scopre una tradizione molto diffusa che riguarda la vendita del sangue: chi non vendeva il proprio liquido era considerato un uomo cagionevole di salute e incapace di sposarsi. Inoltre, la vendita del sangue è anche una cospicua fonte di guadagno ben più remunerativa del lavoro in fabbrica. Nonostante i numerosi ripensamenti Xu Sanguan, decide di raggiungere nel luogo del prelievo due contadini, suoi compaesani, ed iniziare a vendere il proprio sangue.
Grazie al ricavato della vendita non solo riesce a trovare una splendida moglie ma anche a crescere tre figli: Felice Uno, Felice Due e Felice Tre. Nei momenti più duri di crisi economica Xu Sanguan non si perde mai d’animo e vende il proprio sangue per amore della famiglia. Neanche la scoperta scioccante di non essere il padre biologico di Felice Uno riesce ad indebolire l’affetto che prova per lui. Arriverà persino ad un passo dalla morte pur di vendere quanto più sangue possibile per pagargli le cure mediche.
Quando sopravvivere diventa più importante di vivere
In Cronache di un venditore di sangue, Yu Hua mette in luce l’umanità del protagonista. La famiglia Xu è all’apparenza una famiglia comune, come tante altre. Da consuetudine per l’epoca, si era obbligati a sposarsi giovani, e a mettere al mondo tanti figli per aiutare nel lavoro dei genitori. L’unica grande preoccupazione delle famiglie al tempo era di sopravvivere.
Nonostante i drammi capitati nella vita del protagonista, la cosa più importante per sopravvivere era portare in tavola la cena e per farlo era necessario vendere il sangue. Il sacrificio di Xu Sanguan mostra sia la forza che la debolezza dell’essere umano, costretto a compiere gesti drastici pur di salvare la vita di chi ama.
Il protagonista di Cronache di un venditore di sangue rivela la sua natura terrena fin dalle prime righe del testo compiendo un susseguirsi di gesti sconsiderati di cui poi si pentirà, ma sempre causati dalla necessità di sopravvivenza.
Del resto, il fine dell’autore è raccontare di esseri umani in continuo cambiamento che lottano nella vita quotidiana, non di eroi.
La Grande Storia raccontata attraverso le vicende del protagonista
Sullo sfondo delle vicende familiari del protagonista, Yu Hua ripercorre oltre trent’anni di storia della Cina. Attraverso l’esperienza diretta di Xu Sanguan, vengono trattati gli anni più impegnativi della Cina del secolo scorso tra il Grande Balzo in avanti e la controversa Rivoluzione Culturale. La Grande Storia non irrompe nella vita del protagonista, ma si insinua lentamente arrivando a cambiare radicalmente la sua quotidianità. L’obbligo di vivere nelle comuni popolari, le carestie e il totale stravolgimento dei valori stordiscono il protagonista, che diventa esempio per il lettore di come la gente comune vivesse nella Cina di quegli anni.
“Sai, è la forza che vendiamo. Voi gente di città lo chiamate sangue, ma noi contadini la chiamiamo forza. Ci sono due tipi di forza, una viene dal sangue, l’altra dalla carne, e quella del sangue vale più soldi di quella della carne.”
Cronache di un venditore di sangue di Yu Hua rappresenta in maniera lineare i drammi della gente comune. La semplicità e la totale assenza di metafore rendono la lettura del romanzo molto scorrevole. La scansione del tempo è segnata dallo stesso protagonista ogni qualvolta decide di vendere il sangue che, per un brutto scherzo del destino, è sempre in concomitanza di evento drammatico. Impiegando un ventaglio di stili differenti che spaziano dai toni grotteschi agli umoristici, Yu Hua riesce a dar vita ai propri personaggi in una narrazione accattivante, leggera e profonda.
a cura di
Elisa Manzini
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