Pinguini Tattici Nucleari – San Siro (Milano) – 12 luglio 2023
Dopo i sold out di Venezia e della prima data di San Siro, i Pinguini Tattici Nucleari hanno stupito anche nella seconda data da tutto esaurito nello stadio di Milano
Ormai i Pinguini Tattici Nucleari sono diventati una certezza nel panorama musicale italiano. Hanno dimostrato nel corso degli anni di saper appassionare migliaia di persone e di sapersi evolvere, non solo banalmente per adattarsi al mercato, bensì per una maturazione artistica.
Per alcuni fan che li seguono fin dai primi brani i Pinguini forse sono cambiati un po’ troppo, ma le date sold out negli stadi dimostrano che, per la maggior parte di loro, sono cambiati per il meglio.
Durante la conferenza stampa di lunedì (di cui vi lasciamo il link qui) i Pinguini si sono dimostrati umili e pronti a stupire per l’ennesima volta.
Quello che hanno portato a San Siro è stato uno spettacolo unico, che ha entusiasmato tutti i presenti, dai fan più accaniti a chi non li conosceva così bene.
Ci sono stati diversi momenti molto emozionanti e molti altri di dialogo tra i membri della band e il pubblico, durante i quali venivano raccontati i vari significati che stavano dietro alle canzoni.
Purtroppo, e per fortuna, questo è uno spettacolo di cui si può comprendere il peso e le emozioni solo assistendovi dal vivo, perciò ho deciso di raccontare solo alcuni di questi momenti.
Fake News e tatuaggi
“Il concerto è stato annullato” comincia così la serata, con alcune “Fake News” – titolo dell’ultimo album – proiettate sullo schermo con una voce fuori campo che le legge.
Per fortuna erano solo notizie false e il concerto inizia con “Zen” che, come detto dalla band in conferenza, racconta dell’equilibrio che cercano di avere nella vita.
Ma l’equilibrio viene spezzato subito quando i fan impazziscono totalmente per “Giovani Wannabe”, una delle canzoni di maggior successo della band.
Dopo la divertente “Tetris” arriviamo a uno dei bei momenti di cui parlavo, durante il quale una fan viene invitata sul palco per farsi fare un tatuaggio – o meglio, la bozza di un tatuaggio – con su scritto il nome di una canzone, in questo caso “Hold On”.
“Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo che anche quando tu non ci sei resta lì ad aspettarti”
Cesare Pavese – La Luna e i falò
Con questa piccola citazione letteraria il tastierista Elio Biffi introduce “Bergamo”.
Convivialità, amore libero e dj set
A un certo punto la band si sposta tutta a un tavolo apparecchiato nell’isola in fondo alla pedana e suona lì alcune canzoni come “Scatole” e “Giulia”.
“Siamo seduti a questo tavolo per rappresentare quanto siamo uniti e vogliamo stare seduti qui insieme a tutti quanti voi. Non è un tavolo con 6 persone ma con 60.000 persone.”
Questo è stato il momento più intimo del concerto, perché ha avvicinato la band al pubblico. Inoltre, il fatto che abbia iniziato a diluviare proprio in quel momento, ha reso tutto ancora più poetico.
“La paura del futuro è una cosa che accomuna molti nel 2023, quindi questa canzone vorremmo dedicarla a tutti i precari, con il più sentito augurio di trovare un equilibrio”
Così arriva il momento di “Irene”, canzone molto amata dai fan di vecchia data, che risale al 2016 ed è tratta dall’album Gioventù Brucata.
“Fuori, in strada, che buio che c’è. Fino a che là fuori ci sarà qualcuno che lo nega, che lo reprime, noi e voi saremo qui a cantare il diritto di chiunque ad amare e realizzare sé stessi a prescindere dal colore dell’arcobaleno a cui si sente di appartenere”
Biffi si prende il palco con questo discorso per introdurre e cantare da solo “Freddie”.
Ma durante il concerto c’è anche bisogno di un po’ di riposo, così Nicola Buttafuoco rimane da solo sul palco per regalarci un Dj Set con alcune canzoni rimaste fuori scaletta, mentre gli altri membri della band riprendevano fiato.
Prima dell’encore non potevano mancare due canzoni molto amate dai fan, la più “vecchia” “Ridere” – che è l’antitesi di sé stessa, dato che ha fatto piangere tutti – e la più recente “Rubami La Notte”.
Encore
Degli archi introducono con una lunga intro la canzone che ha reso celebri i Pinguini a Sanremo: “Ringo Starr”; anche questa ovviamente cantata da tutto il pubblico.
La penultima canzone è “Scrivile Scemo”, mentre l’ultima è “Pastello Bianco”, ma per quest’ultima è necessario un paragrafo a parte, perché ha una storia bellissima che ha emozionato tutti i presenti, perciò mi sembra giusto che gli venga concesso lo spazio che si merita.
Pastello Bianco
“Un giorno mi arriva una email da una fan. Mi dice: ho una storia d’amore tormentata, con questo ragazzo più giovane di me, i nostri genitori non vogliono, ci vediamo nei sotterfugi di notte, una cosa alla Romeo e Giulietta, per intenderci. Io la leggo tutta mentre faccio colazione, penso anche a del talento letterario. Continuo a leggere e arrivo in fondo, chiedendomi ‘chissà cosa vuole’. Alla fine la richiesta: potresti scrivere una canzone su questa mia storia d’amore tormentata e infinita?
Al che mi sono detto ‘boh’.
Però poi…un P.S: Non voglio che dici niente di tutto quello che ti ho raccontato, solo una cosa; che lui mi ha insegnato la differenza tra le ciliegie e le amarene.
E io questa differenza non la so, non le mangio neanche, molti di voi probabilmente non la sanno, ma questo è il bello. Perché nelle storie d’amore, a volte, ci sono dei segreti che conosciamo solo noi, e non c’è bisogno che vengano svelati. Ci salutiamo, San Siro, con Pastello Bianco.”
Senza dubbio il momento più emozionante della serata, con tutto lo stadio a cantare la canzone a squarciagola. Una canzone scritta su una storia di qualcun altro, qualcuno che forse non conosceremo mai, che ogni volta che sentirà questa canzone saprà che esiste grazie a lei e che parla di lei, e che la sua storia d’amore resterà per sempre scolpita nella musica.
Conclusioni
I Pinguini Tattici Nucleari hanno divertito ed emozionato, hanno dimostrato di essere una band molto unita facendo sì che ogni membro avesse un suo momento sul palco, come per “Freddie”, per il Dj set e per la canzone “No no no” cantata in parte dal bassista Simone Pagani.
I giochi di luci, laser, fumo e fiamme hanno sicuramente contribuito alla spettacolarità dell’evento, ma la vera cosa che ha fatto la differenza è stato il rapporto tra la band e il pubblico.
Loro hanno fatto in modo che la gente si sentisse parte dello show attraverso un dialogo costante, dall’inizio alla fine.
La capacità di raccontare storie di Riccardo Zanotti ha facilitato il tutto, ma un cantastorie è inutile se non c’è nessuno disposto ad ascoltare.
Perciò sul carro dei vincitori devono salirci anche tutti i fan, perché se non ci fossero stati loro ad aumentare la potenza delle canzoni attraverso i cori, lo spettacolo ne avrebbe risentito molto.
Quindi quali sono gli ingredienti per il successo dei Pinguini Tattici Nucleari?
Umiltà, unione, amore, pubblico, ciliegie e amarene.
“Ma le canzoni in fondo sono solo scatole
Dove la gente si rifugia
Quando fuori piove”Pinguini Tattici Nucleare – Scatole
Grazie Pinguini per averci dato rifugio con le vostre scatole.
- Zen
- Giovani Wannabe
- Tetris
- Hold On
- La storia infinita
- Bergamo
- Hikikomori
- Coca Zero
- Nonono
- Ricordi
- Lake Washington Boulevard
- Scatole
- Giulia
- Cena di classe
- Irene
- Dentista Croazia
- Antartide
- Freddie
- Non sono cool / Scooby Doo / L’ultima volta / Verdura / Gioventù brucata / Melting pop((Dj set))
- Fede
- Ridere
- Rubami la notte
- Ringo Starr
- Scrivile Scemo
- Pastello Bianco
- Fuori Dall’Hype
a cura di
Edoardo Iannantuoni
foto di
Emanuela Giurano
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