“Mogli e concubine”, la condizione subordinata delle donne cinesi raccontata da Su Tong

“Mogli e concubine”, la condizione subordinata delle donne cinesi raccontata da Su Tong
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Pubblicato in Cina nel 1989 Mogli e concubine è l’opera più letta dello scrittore contemporaneo Su Tong. Dal romanzo prenderà successivamente spunto il regista Zhang Yimou per il suo celebre film Lanterne rosse, uscito in Italia nel 1991

Il romanzo Mogli e concubine è un opera breve ma ad alto impatto emotivo. In appena centododici pagine, Su Tong (苏童) mette nero su bianco la tragica condizione delle donne cinesi pre-rivoluzione, costrette a diventare mogli di uomini più facoltosi. Queste unioni, permesse in Cina fino alla Rivoluzione Comunista, rientravano nel sistema del concubinato che sviliva le donne facendole diventare mero oggetto di desiderio per uomini benestanti. In questo racconto, sofferenza e ingiustizia si intrecciano con dinamiche mai banali, capaci di rivelare il marcio di una società che all’esterno sembra perfetta.

Una vita apparentemente d’oro

La protagonista dell’opera è una giovane di appena diciannove anni: Songlian. A seguito della morte del padre suicida, la ragazza rimasta sola decide di abbandonare gli studi letterari per diventare la quarta moglie del ricco Chen Qiufan. Arrivata nella lussuosa dimora Chen, Songlian conosce fin da subito le tre mogli che la precedono.

La prima moglie è Yuru, madre del primogenito di Chen ed unico figlio maschio della coppia. La seconda moglie Zhuoyun si contraddistingue, invece, per la sua falsa socievolezza riservata alla giovane, mentre la terza moglie Meishan è un ex cantante lirica che accoglie la giovane con freddezza. Oltre alle tre donne, Songlian deve sopportare anche le angherie della serva Yan’er, amante di Chen e donna estremamente gelosa.

Essendo l’ultima arrivata, Songlian riceve dal marito molte attenzioni facendole credere di vivere in una realtà a lei adatta. La sua condizione di prestigio cambia rapidamente quando la giovane si accorge di essere capitata in un ambiente ostile, pieno di bugie e sotterfugi, dove ciascuna donna deve competere per ottenere il favore del marito.

Songlian non riesce a conformarsi al clima di cattiveria ed ipocrisia prendendo le distanze dalla vita di palazzo Chen. La sua continua voglia di scappare dalla realtà in cui vive le farà perdere l’autorevolezza conquistata dal marito trascinandola in un vortice di solitudine e pazzia.

“Ai suoi piedi era poggiata una valigia di vimini. Illuminata dai raggi del sole autunnale, la sua figura appariva fragile e sottile, rigida come una figurina di carta.

La protagonista Songlian, tratta dal film Lanterne rosse la cui trama si ispira a Mogli e concubine
La triste condizione di dipendenza delle donne cinesi pre-rivoluzione comunista

In Mogli e concubine Su Tong non risparmia una profonda critica alla società cinese pre-rivoluzionaria ancora convinta di potersi nascondere dietro all’immagine di società armoniosa creata dal confucianesimo. Un popolo incapace, secondo l’autore, di riflettere sulle proprie debolezze ed adeguarsi alla contemporaneità che aveva finalmente riconosciuto il valore femminile.

Le donne raccontate nell’opera sono vittime di un sistema massacrante che le costringe ad una vita di reclusione tra le proprie mura domestiche senza possibilità alcuna di emancipazione. I loro sogni, il loro futuro e persino la loro morte sono controllate dalla società, che punisce con fermezza chi decide di trasgredire le sue regole autoritarie e misogine.

La scrittura di Su Tong è scorrevole e delicata, capace di rapire in poche pagine. Un’opera apparentemente semplice ma con un significato più complesso che non risparmia al lettore dettagli crudi e drammatici al limite della sopportazione personale. Una storia drammatica e raccapricciante ma tremendamente vera.

a cura di
Elisa Manzini

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Elisa Manzini

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