“No Time to Die”: il capitolo finale di Daniel Craig nei panni dell’affascinante 007
“Il mio nome è Bond… James Bond”
James Bond è un personaggio immaginario creato dallo scrittore britannico Ian Fleming nel 1953. Dalla serie di libri nella quale Bond fa da protagonista, verranno poi prodotti svariati film ispirati al suo iconico personaggio: un raffinato agente segreto del controspionaggio inglese, detto anche 007 (dove il doppio zero del suo numero identificativo indica la licenza di uccidere).
“No Time to Die” diretto da Cary Fukunaga, è l’ultimo film prodotto su James Bond: precisamente il venticinquesimo. Il film sarebbe dovuto uscire il 12 novembre 2020 ma venne poi rimandato al 30 settembre 2021, in quanto le sale cinematografiche, a causa del Covid-19 e alle sue restrizioni, vennero chiuse.
Con “No Time to Die” si chiude un’epoca per Daniel Craig, che per la quinta e ultima volta vestirà i panni di James Bond. Le sue precedenti apparizioni sono in “Casino Royale”, “Quantum of Solace”, “Skyfall” e “Spectre”.
“No Time to Die” è stato inoltre candidato a tre diverse categorie per il premio Oscar. Troviamo infatti la nomination per i migliori effetti speciali, per il miglior sonoro e per la migliore canzone originale, quest’ultima scritta da Billie Eilish. La famosa cantante diventa quindi l’artista più giovane in assoluto a comporre, insieme a suo fratello Finneas, un brano (intitolato come l’omonimo film) per la saga di James Bond.
Trama:
Ambientato cinque anni più tardi rispetto agli avvenimenti raccontati in “Spectre”, “No Time to Die” racconta la vita di James Bond che, una volta ritiratosi dai servizi segreti inglesi, dopo la cattura di Franz Oberhauser e allontanatosi quindi dalle avventure e dai pericoli che hanno contornato la sua carriera da spia, si vive finalmente la sua meritata serenità. La sua ritrovata tranquillità, però, viene presto sconvolta dalla richiesta d’aiuto di un amico, Felix Leither (Jeffrey Wright) per trarre in salvo uno scienziato di nome Waldo Obruchev (David Dencik).
Bond accetta e viene affiancato da Nomi (Lashana Lynch), una nuova agente, colei a cui viene assegnato il numero identificativo 007 dopo il ritiro di James. L’impresa si rivelerà più delicata e rischiosa del previsto e la ricerca dei sequestratori porterà il protagonista sulle tracce del super criminale: Lyutsifer Safin (Rami Malek), affiliato alla Spectre e in possesso di una nuova tecnologia che potrebbe mettere in serio pericolo il pianeta.
Il Film:
“La natura dell’uomo è vivere, non esistere. Non ho intenzione di sprecare i miei giorni nel tentativo di prolungarli, voglio viverli.”
Jack London – citazione utilizzata durante il film “No Time to Die” da M (Ralph Fiennes)
“No Time to Die” – come già scritto – è la conclusione di un percorso, quello di Daniel Craig, nella saga di 007.
Tutto il film si concentra sull’effettiva chiusura di questo cerchio. Non a caso, la nuova avventura di Bond si apre a Matera, dove l’innamorata Madelaine (Léa Seydoux) convincerà James a visitare la tomba di Vesper (Eva Green) riportando così Craig all’inizio della sua avventura con 007. Da qui troveremo le scene d’azione tipiche, quelle che ogni spettatore attende in un Bond-Movie che si rispetti. Il film non mancherà comunque di sorprese e scene inaspettate che terranno il pubblico attento a ogni minino particolare.
In 163 minuti di film passeranno all’occhio dello spettatore ogni iconico oggetto e frase bondiana: l’Aston Martin DB5, lo smoking, il Martini “shaken, not stirred” (tradotta in italiano con: “agitato, non mescolato”, famosa frase pronunciata ogniqualvolta l’agente segreto ordini il cocktail), il supervillain (supercriminale), i gadget, Gareth Mallory /M (Andrea Lavagnino), Q (David Chevalier) e Eve Moneypenny (Stella Musy).
Bond sarà di nuovo in giro per il mondo e lo spettatore non potrà fare altro che abbandonarsi al ritmo degli eventi attendendo la conclusione di questo inevitabile capitolo.
In quest’ultimo film viene costantemente ricordato in maniera quasi ossessiva il ruolo di Bond nel mondo moderno ad esempio con la chiacchierata con M sui tempi cambiati. Centrale è poi la questione dello sguardo: gli occhi all’interno del film, sia per i cattivi che per i buoni, sono continuamente evocati tramite diverse sequenze.
Conclusioni:
Nel complesso alcuni punti della storia potevano essere analizzati più approfonditamente, come il personaggio di Lyutsifer Safin. Trovo inoltre un po’ sprecata la parte di Ana de Armas, che interpretando l’agente Paloma, purtroppo, reciterà solo in pochissime scene del film.
Riguardo alle varie sparatorie trovo invece che manchi, anche se potrà suonare un po’ macabro, l’idea del sangue, specie durante l’inizio. Dopo svariati colpi di pistola non se ne sarà intravista nemmeno una goccia.
Nonostante il film duri 163 minuti riesce comunque a tenere alta l’attenzione dello spettatore che tranquillamente si lascerà trasportare dalla narrazione. Per capire totalmente il film, ovviamente, si dovrebbero guardare tutti i precedenti capitoli.
Le linee guida, però, sono sempre le stesse: un inizio esplosivo dove il protagonista rischia la vita, la sigla cantata dalla star del momento (nulla da togliere a Billie Eilish ma è comunque un dato di fatto che fu proprio quello il periodo in cui divenne effettivamente famosa) e poi la trama, sempre intricata e complessa.
Infine, troviamo una conclusione che non è mai scontata. Da un agente ironico e donnaiolo, passeremo ad una spia innamorata e meno superficiale. Con il suo finale commuovente nessuno guarderà più James Bond con gli stessi occhi.
A cura di
Noemi Manzotti
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