Per “ANGELICA”: Intervistiamo CHIAMAMIFARO
Musica, moda e tematiche sociali sono oggi sempre più legate da un unico filo conduttore: l’amore dei giovani per l’ambiente e la solidarietà.
Angelica Gori, in arte chiamamifaro, è la protagonista della collezione del marchio bergamasco Miomojo, totalmente green e cruelty free. Proprio per questo, ANGELICA è il nome del modello esclusivo di borsa realizzato in “corn leather”, nuova frontiera nel novero delle pelli ecologiche.
Il corn leather è un materiale “gentile” con gli animali e con il pianeta. La sua produzione, infatti, comporta un risparmio del 13% di emissioni di gas serra, del 44% di risorse naturali e del 34% di riduzione dell’ozono rispetto a una qualsiasi borsa in poliuretano. Un prodotto etico, consapevole e vegano.
Chiamamifaro è solare e gentile, un po’ timida. Parlare con lei è stato come parlare ad un’amica.
Perché hai deciso di fare da testimonial a Miomojo? Conoscevi il brand in precedenza?
Miomojo è una realtà che conoscevo solo da cliente in realtà e quando mi è stata proposta questa collaborazione ho accettato perché condivido molto gli ideali del brand e il fatto che abbiano un’attenzione così forte verso l’ambiente visto che la moda è un settore che ultimamente sta virando molto in questa direzione e secondo me è giusto che sia così visto che tra l’altro è uno dei campi più inquinanti. Ed io, che nel mio piccolo ho sempre cercato di stare attenta a queste tematiche, non mangio carne ormai da circa tre anni, sono stata molto felice di accogliere questo progetto fatto di materiali sostenibili, naturali e vegani, cruelty free… è nata una bellissima collaborazione. Eravamo sulla stessa lunghezza d’onda.
Le borse sono green, e tu quanto sei green?
[Ride] Come tutti gli essere umani potrei essere più green, cerco però di migliorarmi nella mia quotidianità. Per prima cosa stando attenta alla mia alimentazione, sono quasi completamente vegetariana, non mangio carne, solo pesce; e diciamo che anche nella mia moda, nel modo in cui mi vesto, cerco di stare attenta, ad avere un tipo di acquisto intelligente. Mi piace acquistare in negozi vintage e di usato, cercare di dare nuova vita a vestiti che andrebbero buttati e sostengo molto i negozi di Bergamo che si impegnano a riprendere tessuti vecchi dei magazzini e dargli nuova vita che secondo me è molto importante.
Quindi non hai mai comprato da catene del pronto moda quali H&M, Zara..?
Sarebbe una bugia dirti che non ho mai comprato da queste catene, specialmente quando si hanno 15 anni e venti euro in tasca. Però con il tempo ho cercato di stare piùattenta alle mie scelte quotidiane e quindi andare più per mercanti che per il fast fashion. Sono più consapevole e ci presto più attenzione.
Quanto pensi che avanzerà nel mondo della moda e in particolare delle borse il credo di miomojo di farle cruelty free e con pelli alternative?
Secondo me ha margine di sviluppo e miglioramento, anche perché l’opinione comune sta virando molto a favore di queste tematiche ambientali. Con il cibo si sono fatte molte campagne contro gli allevamenti intensivi e, allo stesso modo, l’opinione pubblica porta a cambiamenti nel mondo della moda e questa cosa non farà che essere incentivata nei prossimi anni, credo e spero. È anche vero che non tutti hanno la possibilità di comprarsi una borsa che costa 100 euro e fatta di materiale ecosostenibile, io come altre persone ce lo possiamo permettere quindi abbiamo, a maggior ragione, la responsabilità di fare queste scelte che non tutti possono fare al momento.
Com’è stato portare una collezione a tuo nome? Te lo saresti mai aspettata?
[Ride] No assolutamente. È una cosa che mi ha reso molto fiera, oltre a tutto quello che ci siamo dette, il prodotto in sé mi rispecchia molto. Adoro i design molto semplici, non sono una che ha mille borse, ne ho due da cinque anni. Non compro tante borse o cose simili. Mi piacciono quindi capi versatili, che possano andare bene quasi con tutto, sia di giorno che di sera. Abbiamo studiato questo prodotto anche dopo diverse prove di colori e di stili finché non abbiamo trovato un prodotto che mi rispecchiasse. Non è stato solo un metterci il nome ma anche una ricerca insieme ed è stato molto stimolante perché era anche la mia prima esperienza e mi a stupito anche la professionalità di Miomojo.
Quindi hai anche contribuito al colore e al modello?
Mi sono state sottoposte delle proposte e io ho fatto le mie scelte in base a quello che mi rispecchia di più, ad esempio il colore è stato deciso insieme, come il cinturino o no, ed è venuta fuori una cosa di cui sono molto fiera.
Fare degli scatti per Miomojo ti ha aperto un po’ di più a quello che è il mondo dei cantanti e delle personalità dello spettacolo che è fatto anche di questo. Ti è piaciuto essere modella per un po’? Pensi di poterlo fare ancora o l’unica cosa che vuoi fare è cantare?
Sì, ormai i cantanti non sono più solo cantanti. Mi sono molto divertita, sono progetti che mi piacerebbe rifare in futuro sempre riguardino i miei ideali e la mia persona. Detto ciò non punto a diventare un’influencer o simili perché non mi ritroverei. Però partecipare a progetti di questo tipo è sicuramente una cosa che mi stimola molto perché la musica non è mai solo musica ma si intreccia con qualsiasi altra cosa, quindi a rifare una cosa mi piacerebbe molto. Poi a me piace fare le foto, sono cose che mi divertono abbastanza [ride].
Ti consideri una persona alla moda o ti piace fare un po’ quello che ti pare per quanto riguarda l’abbigliamento?
[Ride] In realtà penso di essere una persona che non ha un vero e proprio stile. Un giorno sono vestita da hippie e l’altro sono punk. Mi piace non catalogarmi. Però mi piace molto esprimermi anche con la moda, specialmente quando devo fare un concerto e shooting mi diverte tantissimo cercare dei vestiti che vadano a rafforzare la mia idea musicale anche in maniera visiva e secondo me è un modo molto divertente per riuscire a tirar fuori anche una parte di noi, non solo musicalmente ma anche con l’estetica. Mi diverte molto. Mia mamma ogni tanto mi guarda e mi dice “ma come sei vestita!” perché a volte sembro una pazza [ride] ma mi da una mano anche lei.
a cura di
Sara Sattin
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