“L’amore non è un gioco, ma ci rende bambini”: intervista a LaBambagia

“L’amore non è un gioco, ma ci rende bambini”: intervista a LaBambagia
Condividi su

Quello di Isma e Marco è un progetto musicale che ha sperimentato molte note e molti nomi partendo dalla classe scolastica di un quartiere popolare di Carrara fino ad arrivare all’esperienza all’estero. Viaggi, commistioni sonore e tante nuove consapevolezze si sono susseguite nel corso degli anni fino a portare i due artisti all’attuale formazione in duo: LaBambagia.

Dopo la pubblicazione del primo, fortunato brano d’esordio, dal titolo “Nessun Problema”, lo scorso 26 marzo LaBambagia pubblica “Giochiamo Sempre Bene“, la descrizione di un momento di romantica leggerezza impreziosita, quasi incorniciata, da un’atmosfera squisitamente elettro-pop.

Per l’occasione, ho fatto due chiacchiere con Isma e Marco.
Di seguito l’intervista.

Il vostro background musicale condiviso ha visto il susseguirsi di periodi e nomi d’arte diversi, come una sorta di staffetta artistica: come e perché siete approdati a “LaBambagia”?

Caso, fato, magia o condanna, non lo so. Ma durante Rocktargatoitalia la musica era già cambiata, le chitarre erano sparite dalla radio, uno dei nostri migliori elementi, Giò (red wolf) ha avuto una chiamata per un lavoro importante a Torino.  In realtà non è stato un cambio, ma quasi un vaffanculo alla musica.

Mi ricordo che Isma disse che il legend sarebbe stata la nostra ultima serata, è così è stato. In ogni caso io accettai, i live erano tanti, il lavoro le prove, la ricerca di un nuovo elemento dopo che avevamo trovato l’alchimia giusta  non era facile, avrebbe dovuto imparare 30 brani nostri e avremmo preferito un tastierista. Cinque teste da metter d’accordo son troppe. Ci siamo fermati, totalmente, per un periodo non la volevo neanche ascoltare la musica. Poi, dopo un paio d’anni, il grande negozio di musica di Gabbani si è trasferito. Dove? Di fronte a casa mia!

Lo vedevo tutte le mattine, a quel punto chiamo Isma e gli dico “Ho voglia di musica, di sputare l’anima in un microfono”, lui mi ha risposto “Okay, ho qualche bel pezzo nuovo”. Abbiamo re-iniziato, grazie al nostro amico Luca abbiamo rimesso insieme qualche testa, un po’ di cover e pezzi nostri, più maturi, ma ancora troppo classici, piano piano abbiamo ci siamo trasformati ed abbiamo sentito l’esigenza di lavorare più in studio e meno in sala. Li, Isma riusciva meglio a trasmettere come voleva i suoi pezzi, e con la passione comune per i Depeche e la musica elettronica in generale è stato come trovare una dimensione più comoda e senza limiti creativi, grazie anche a Lele e la Media Wave.

“Nessun problema” prima e “Giochiamo sempre bene” poi sono dei manifesti di leggerezza in un momento dov’è davvero difficile esperire emozioni semplici in maniera spensierata. Quanto la pandemia ha inciso sulla scelta delle tematiche dei vostri testi?

Sicuramente la vita che viviamo è condizionata, il tempo si ferma e c’è più introspezione e meno vita da vivere e raccontare, ci si sofferma di più sulle emozioni e ricordi. I riferimenti alla società ci sono, ma la musica deve scorrere e accompagnare senza singhiozzi, ed anche se nel nostro ultimo singolo si può percepire un velo di malinconia, non c’è tempo per zoppicare.

Insomma, ecco il dilemma: l’amore – quello vero – è un gioco da bambini o una faccenda da grandi? E, tradotto in musica, come si scelgono le immagini e le parole giuste per cantare qualcosa che hanno già disegnato/suonato/celebrato/maledetto tanti altri artisti e band nel corso della storia?

L’amore non ha forma, sesso, tempo. L’amore non è un gioco, ma ci rende bambini e due innamorati giocano finché vogliono, finché rimangono bambini, quando diventa una “faccenda” è già un peso, un impegno, l’amore come la musica, non singhiozzare, non zoppica. Da grandi, inteso come elevati, bisogna avere solo il rispetto, per le persone in genere.

In musica si mettono gli attimi impressi, non c’è niente di giusto o sbagliato, ci sarà sempre qualcuno che ritroverà nelle tue parole le sue emozioni. Comunque è inutile pontificare sull’amore: c’è qualcuno di noi che l’ha veramente schedato, capito, catalogato?

Non c’è due senza tre, si sa: dopo questi primi due singoli, cosa possiamo aspettarci da LaBambagia? (Ci piacciono gli spoiler, fateci sognare!)

Stiamo già lavorando su quattro nuovi brani finiti, con uno siamo già in studio, vogliamo parlare e fare parlare di noi, quindi, occhio alle lingue!

Salutate gli amici di The Soundcheck con la citazione di un vostro brano!

Ciao amici di The Soundcheck, non vediamo l’ora che ci aprano nel mondo per aprire un altra Tennent’s con voi!

a cura di
Annalisa Senatore

Seguici anche su Instagram!
https://www.instagram.com/p/CNHc-2AjT8K/
LEGGI ANCHE: Luca Fol: musica per timidi estroversi
LEGGI ANCHE:
“Ora sono qua” di Pietro Gandetto
Condividi su

Annalisa Senatore

Annalisa all’anagrafe, ma sul web e nel cuore lei è @annamatita_. Nata e cresciuta a Siracusa, ha una laurea in psicologia, una in neuroscienze, un master in comunicazione digitale eeeee Macarena! Vive a Bologna dal 2015 ed è proprio in questa meravigliosa città che ha conseguito la prestigiosa specialistica in “Casi umani: dove trovarli (e lasciarli)”. Social media manager, press officer, sniffatrice seriale di libri, sosia ufficiale di Amy Winehouse e orgogliosissima Serpeverde.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *