Guappecartò: un sogno che nasce sulla strada

Guappecartò: un sogno che nasce sulla strada
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I musicisti di strada sono esseri strani. Si accontentano di pochi euro e di un sorriso, dell’entusiasmo di un bambino e lo sguardo sognante di una bella ragazza. I Guappecartò vengono da quel mondo duro e forse non avrebbero mai pensato di fare sold out al Cafè De La Danse di Parigi insieme a 1.500 concerti in tutta Europa.

La svolta è arrivata dall’incontro con l’attrice Madeleine Fischer che si innamora della loro musica e chiede loro di partecipare alla colonna sonora del film Uroboro. Da quel momento il gruppo ha fatto la spola fra Francia e Italia insieme ai dischi: L’amour c’est pas grave del 2009, Guappecarto del 2012, Amay del 2015 con la cantautrice Neripè, Rockamboles sempre del 2015.

Non solo dischi

Non solo dischi, ma spettacoli nei teatri più prestigiosi con il contributo, fra gli altri, di Fabio Marra, nome di punta della scena teatrale parigina, concerti nei circhi e progetti nelle prigioni francesi. Numerose date anche in tutta Italia con 20 sold out nell’ultimo anno. Colonne sonore per L’arte della felicità (Oscar Europeo 2015) di Alessandro Rak, per Gatta Cenerentola (vincitore di 2 David di Donatello e Ciak d’Oro).

Ogni disco dei Guappecartò è un progetto mai fine a se stesso ma racconta storie di vita, insegnamenti e coinvolge con una musica antica e attuale al tempo stesso. Musica tzigana, tango, milonga, echi mediterranei, i Guappecartò sono tutto questo e molto di più.

Amore migrante

L’ultimo disco Sambol – Amore Migrante del 2019, ricrea le atmosfere delle composizioni di Vladimir Sambol, l’odissea di un musicista che scappa dagli orrori della seconda guerra mondiale. Splendidi estratti di questo album li trovate nei due video Vlado e Balkanika, quest’ultimo ha vinto il Grand Prix of Animation al “Farcume: Festival Internacional De Curtas-Metragens De Faro” a Faro (Portogallo) oltre ad essere nominato nei premi internazionali di Italia, Spagna, Portogallo, Romania e Russia.

I Guappecartò, anche in questo periodo di fermo artistico, cercano di tenere viva la fiamma della creatività. Li abbiamo voluti incontrare per raccontarci dei progetti futuri e della voglia di tornare a suonare in mezzo al calore e all’affetto della gente.

Immaginate di guardarvi indietro: la vostra è una storia di incontri sulla strada. L’incontro con Madeleine Fisher e la partecipazione alla colonna sonora del film Uroboro. La scoperta di Vladimir Sambol e la collaborazione con la figlia Mirjam Sambol Aicardi per la realizzazione del disco “Sambol – Amore migrante”, oltre alle collaborazioni con artisti di fama internazionale. Quanto contano per voi le influenze esterne e come hanno modificato la vostra proposta musicale?

L’esterno è uno degli ingredienti principali per cucinare musica. Senza di esso non ci sarebbe confronto, non ci sarebbero stimoli, non conosceremmo ciò che è diverso. Dunque, le influenze esterne sono fondamentali. Parigi inoltre è una città che offre una proposta musicale molto ricca: praticamente tutto il mondo è rappresentato. Qui trovi esperienze musicali che nessuna scuola può farti vivere.

La vostra musica riesce ad essere antica e moderna allo stesso tempo. Ci sono influenze balcaniche e arabe, a tratti anche manouche. Una costante ricerca, ad esempio nella parte ritmica molto poliedrica e ispirata. Come riuscite a equilibrare modernità e tradizione nel vostro stile?

Penso sia il merito di un lungo lavoro in fase “arrangiativa”, e credo sia anche merito della nostra costante curiosità musicale.

Mi ha colpito molto la lavorazione del video “Balkanika”. C’è una cura del dettaglio che va oltre il video promozionale, sembra abbiate lasciato spazio a un ensemble di disegnatori. Ce ne volete parlare?

O’ Malamente, il violinista, ha scritto una sceneggiatura affidandola alla preziosa regia di Lu Pulici. Quest’ultimo fa parte di una compagnia di marionette “TrukiTrek” che abbiamo spesso incontrato in molti festival. Oltre ad avere talento, sapevamo che grazie alla loro sensibilità avrebbero creato un vero e proprio capolavoro.

La vostra musica è la dimostrazione di come non esistano barriere fra i popoli, di come la cultura è un diritto universale. Avete conquistato i palchi di Parigi e Napoli, oltre a 1500 concerti in tutta Europa. Credete possa ancora esistere un futuro migliore per tutti?

È una domanda veramente difficile, da porre ad un profeta (ride, ndr)! Quello che posso dirti è che noi crediamo nella musica, e sappiamo che non sparirà mai!!! Ed è un bene per tutti!

Il lockdown ha coinvolto, come sappiamo, tutto il mondo. L’arte, e in particolare gli spettacoli musicali e teatrali hanno pagato lo scotto peggiore. Ora, aldilà della legittimità delle decisioni politiche a riguardo, come immaginate ne potremo uscire? Vedete una ripresa all’orizzonte o credete sia tutto compromesso?

Non vorrei sbilanciarmi, perché non sono in grado di capire se ne usciremo a breve o no. Da parte nostra, non vediamo l’ora di tornare sui palchi e suonare. Ci manca la gente, il calore, l’affetto, i live, la strada, i chilometri da percorrere, gli autogrill, i cinque minuti prima di salire sul palco, gli applausi… tutto! Viviamo di questo. Stiamo tutti a vedere, sperando… Nel frattempo, ci ripariamo dietro le note.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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