Il rantolo del vecchio #02 In autostrada la corsia destra non è maledetta

Il rantolo del vecchio #02 In autostrada la corsia destra non è maledetta
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Rubrica dedita a falcidiare l’anima altrui lamentandosi di cose del giorno d’oggi. Tipo gli automobilisti in autostrada che su tre corsie, si piazzano immarcescibilmente in quella centrale.

Questo vecchio rantoloso ha voglia di raccontarvi una storia dai tratti mitici, anzi mitologici. Una storia che ha come protagonista l’autostrada.

Omero, levati che devo parlare ai lettori di The Soundcheck

Un tempo, in quelle che gli uomini oggi chiamano autostrade a tre corsie, dei mezzi di locomozione chiamati automobili percorrevano chilometri su chilometri in maniera ordinata.

Merito del rispetto di tutti gli spazi disponibili, in particolare della corsia destra, così la chiamavano. Non aveva tendenze politiche ed era anzi accogliente.

Un giorno, però, una maledizione si impossessò di quel lato della carreggiata. Non una legge, né divinità poté rimediare a codesta sciagura: la corsia destra iniziò a essere percorsa solo da mammut motorizzati e qualche, sporadico coraggioso cavaliere. Tutti gli altri, invece, ne diventarono timorosi.

Fu così che alcuni la maggior parte tanti troppi iniziarono a occupare la corsia centrale, anche quando la grande lingua d’asfalto era completamente libera e scevra da particolari distrazioni.

Iniziò a serpeggiare il (non) saggio adagio: “Nel dubbio, in mezzo”.

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Lo studio svolto dalle società M.E.S.T. 3, S.S.O., M.E.D & S.I.M.O

Che bella storia, zio Andrea! Dalle tinte un po’ cupe, con un finale triste… Sembra The Witcher con le macchine. Per fortuna però è solo finzione, un racconto fantastico”. E invece no, miei sprovveduti e ingenui pargoli.

Fonti attendibili* dichiarano che circa l’85% degli automobilisti non comprenda l’uso della corsia destra in autostrada, il 2% fatichi a comprenderlo, il 4% si ponga dei dubbi mentre si strozza un Camogli in gola. Al 3% del campione** gl’importa una sega (cit. CSI) perché loro a destra non ci vanno e conoscono solo l’estrema sinistra a 240 km/h. Il 5,7% non sa / non risponde.

Lo 0,3% conosce e comprende l’uso della corsia destra e dichiara, in più, che ha imparato l’ars blasphemiae a causa dell’altra percentuale.

*io

** durante gli incolonnamenti sul tratto Porto Sant’Elpidio – Pescara Sud ho scoperto che l’automobilista medio può essere anche quasi socievole e socialmente accettabile

Automobilista della malasorte! (semi-cit. Brancaleone in direzione Norcia)

È una crociata a fin di bene condotta dal Brancaleone dell’A 14. Non parlo tanto delle zone a due corsie (anche se lì vigono altre figure mitologiche), quanto piuttosto dei tratti a tre corsie. Belle, larghe (lavori permettendo), rapide. L’A14 è una goduria in quei tratti (solo in quelli).

Ma la piaga del “Nel dubbio, in mezzo” è presente. Possente. Che poi non è nemmeno un dubbio, come si evince dal precedente studio. È sicurezza di essere nella corsia giusta. E invece no, ma proprio per niente. Manco per sbaglio.

È successo davvero. Persino quelli di Autostrade non ne possono più

Puoi dare un colpetto di clacson, segnalare coi fari di spostarsi. Lui, come un pino silvestre (l’albero, non il bagnoschiuma) che ha visto la guerra di Crimea, rimane lì, al massimo ti guarda accigliato dallo specchietto retrovisore.

Niente da fare. Non si sposta. A sinistra ci sono Smart a 180 km/h che sfidano qualsiasi resistenza meccanica, a destra Optimus Prime che raggiunge i fantasmagorici 101 km/h grazie a santini e Padri Pii giganti sulle fiancate.

In mezzo io, povero scemo che deve superare, e l’automobilista con un enorme punto interrogativo sulla testa, che non capisce dove sia il problema di procedere a 88 km/h al centro di un’autostrada.

Il genio del male non capisce che lui non è Marty McFly e che la sua non è una DeLorean. Soprattutto, che 88 miglia orarie non sono 88 chilometri orari, ma circa 142.

Marty e Doc guardano sconsolati il top driver che va a 70km/h nella corsia centrale
Andrea digievolve in giudice Santi Licheri…

Occupare la corsia destra quando si marcia col proprio automezzo è tra le regole base del codice della strada. Lo insegnano a scuola guida. Ti rompono le palle a scuola guida. Per questo e per quel diamine di rombo giallo della segnaletica di cui non ricordi mai il significato.

Non ci credete? Pensate che io stia esagerando? Beh, signori della corte, ecco le prove autorevoli, tratte direttamente dal sito dell’ACI:

Art. 143. Posizione dei veicoli sulla carreggiata.

1. I veicoli devono circolare sulla parte destra della carreggiata e in prossimità del margine destro della medesima, anche quando la strada è libera.

5. Salvo diversa segnalazione, quando una carreggiata è a due o più corsie per senso di marcia, si deve percorrere la corsia più libera a destra; la corsia o le corsie di sinistra sono riservate al sorpasso.

… che digievolve in giudice Dredd

La legge non sono io, non è Silvestro Cavallone, non è Kermit la rana. Ma c’è. In italiano si dice “dovete capirlo, prima o poi”, in teramano c’è il più ficcanteMettitelo in coccia, dove “coccia” è la testa (per altre lezioni italiano-abruzzese, sentite il mio agente*). Persino Dredd la Polizia di Stato ha fatto una FAQ (non è un invito verso luoghi ancestrali, eh) a riguardo:

L’art.143 Cds prescrive che sulle strade a due o più corsie si debba circolare sulla corsia libera più a destra. Le inosservanze sono sanzionate con il pagamento di una somma di € 38,00 e la decurtazione di 4 punti.

Io con 38€ ci faccio la spesa per una settimana e più (bevande escluse).

Piuttosto, io esco e prendo la Statale

Ordunque, cari guidatori di autovetture che sfrecciano sull’autostrada, ricordate: non state giocando a Sega Rally, né a Gran Turismo. La corsia destra non è maledetta. Può essere occupata e opportunamente utilizzata per la locomozione, non solo per accostare e fare plìn plìn.

*me stesso medesimo

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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