Eroe degli sceriffi da balcone, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è stato senza dubbio uno dei protagonisti di questa quarantena. Secondo, come incremento della popolarità, solo al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, De Luca si è contraddistinto per una verve umoristica e una grande capacità oratoria.
Chi è il Governatore De Luca
Vincenzo De Luca, già noto ai cittadini di Salerno dove ha ricoperto la carica di sindaco, dal 1993 al 2001 e dal 2011 al 2015, dal 2015 è Presidente della Regione Campania.
In queste ultime settimane è salito alla ribalta nazionale per le sue dichiarazioni a proposito dell’emergenza sanitaria nella sua Regione. Osannato dalla satira social, il governatore De Luca, sembra il personaggio perfetto per diventare protagonista di imitazioni.
La diretta sulla sua pagina Facebook è ormai diventata un appuntamento fisso durante la quarantena, e non solo per i campani. Vederlo lì, davanti allo sfondo azzurro con le bandiere da una parte e la pianta dall’altra, è spesso il preludio di qualche settimana di meme su Facebook.
Ars oratoria: tra umorismo e politicamente scorretto
I discorsi di De Luca si contraddistinguono per verve umoristica, sempre in bilico tra la citazione letteraria e la presa in giro esplosiva. I suoi tempi comici sono stati apprezzati anche da Carlo Verdone, che ha dichiarato di essere un suo grande fan.
Il presidente della Regione Campania non perde occasione per sfoderare il suo sferzante cinismo, e persino gli auguri di Pasqua sono diventati un modo per invitare i cittadini a rimanere a casa:
“State a casa. Un comportamento irresponsabile determina danni maggiori. Ci avviciniamo alla Pasqua, è un periodo delicato. Nessuno pensi di rilassarsi perché rischiamo di perdere tutto. Restiamo in casa, impariamo a fare i pranzi come quelli che ci venivano offerti dalle nostre nonne, impariamo a fare i dolci a casa e le pastiere. Rimanete chiusi in casa e fate la pastiera, anche se sarà una sozzeria – ha detto De Luca – i primi esperimenti non saranno mangiabili”.
È diventato un personaggio oramai e lo sa. Il suo linguaggio è politicamente scorretto, ma raggiunge l’obiettivo: convincere le persone a non uscire, a rimanere chiusi in casa.
Le feste di laurea e i lanciafiamme
Una delle sue trovate comunicative più interessanti è quella che riguarda le feste di laura.
I suoi discorsi corrono sul filo dell’iperbole e passa dal teatro alla comunicazione istituzionale, per attirare l’attenzione e dare ancora più peso alle sue parole.
Impossibile non citare il monito verso chi, secondo il suo parere, aveva intenzione di organizzare una festa di laurea durante la quarantena, ma soprattutto la soluzione che avrebbe voluto adottare.
“Avremo una stagione in cui centinaia di ragazzi si laureeranno. Mi arrivano notizie che qualcuno vorrebbe preparare la festa di laurea. Mandiamo i carabinieri, ma li mandiamo con i lanciafiamme“.
Le mascherine di Bugs Bunny
Indimenticabile anche l’uscita sulle mascherine mandate dalla Protezione Civile:
“In Campania sono arrivate 552 mila mascherine” ha annunciato, mostrandone una alla telecamera, “ci vuole veramente una fantasia accesa per definirle mascherine, a meno che non si pensi alle maschere che usano i nostri nipoti a Carnevale. Questa va bene per fare Bunny il coniglietto.
Non la metto io – ha aggiunto – per non pregiudicare in maniera definitiva quel poco di estetica che le ingiurie del tempo mi hanno lasciato, ma se ve la mettete le vostre orecchie usciranno da queste fessure e avrete la faccia di Bunny il coniglietto.
Allora ragazzi – ha proseguito – facciamoci un sorriso anche in momenti difficili, ma non le chiamate mascherine. Per quel che mi riguarda ho scoperto che hanno una grande efficacia per pulire gli occhiali, sono un prodotto eccezionale. Ma per gli ospedali, vi voglio bene, vi voglio bene, per l’amor di Dio, lasciamo perdere“.
Il linguaggio per esprimere forza
Naturalmente, questa comunicazione così sopra le righe, non mette tutti d’accordo. Per alcuni detrattori i suoi discorsi sono abusi di potere. Certo è che il suo linguaggio mira a esprimere forza.
De Luca è una specie di “scapigliato” (come gli intellettuali e i letterati dell’Ottocento), per utilizzare una definizione di Mantellini, “con modi che altrove sarebbero considerati intollerabili“. Altrove, ma non sui social.
Qui infatti, da marzo ad oggi, De Luca ha quasi triplicato il numero dei fan. La sua pagina oggi piace a poco meno di 900 mila persone. Inoltre, sono sempre di più le pagine a lui dedicate: “Vincenzo De Luca Imperatore dell’Universo“, “Vincenzo De Luca che chiude cose“, “Vincenzo De Luca lo sceriffo“.
Luci e ombre della sua Comunicazione
Linguaggio forbito, denti stretti e voce bassa, Vincenzo De Luca è uno che per i monologhi ci è portato. Ma ci sono anche alcune ombre. Infatti De Luca spesso ha offeso i suoi avversari con il sorriso sulle labbra, assumendo una posizione di superiorità.
Così come i toni volgari, “chi mi assedia avrà olio bollente” o la definizione che diede di Virginia Raggi “bambolina imbambolata“, sono una costante.
Non si devono nemmeno dimenticare le sue dichiarazioni riguardo ai campi rom, “Io li smonto e me ne frego di dove quella gente va a finire“, che lo misero al centro di polemiche.
C’è in gioco la rielezione alla Regione Campania
De Luca sa che con questa gestione dell’emergenza si gioca la rielezione alle regionali. Ed è anche per questo che la sua comunicazione è così interessante, soprattutto in questo momento di emergenza dove la Campania non poteva di certo permettersi di essere travolta dai contagi che avrebbero avuto disastrose conseguenze sul piano sanitario e sociale.
a cura di
Daniela Fabbri
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