Soundbuzz: gli Arcade Fire e la Guerrilla Writing

Soundbuzz: gli Arcade Fire e la Guerrilla Writing
Condividi su

Durante il mese di settembre 2013 sui muri di alcune città fecero la loro comparsa misteriosi adesivi, con una griglia e alcune lettere. A prima vista poteva sembrare qualcosa di esoterico, e non è detto che in effetti non lo fosse, ma si è trattato soprattutto di un’interessante azione di buzz ad opera degli Arcade Fire in occasione dell’uscita dell’album Reflektor.

La Guerrilla Writing

Quello che anticipò il quarto album degli Arcade Fire fu un vero e proprio caso di Guerrilla Writing. La guerrilla, in termini di marketing, è una strategia pubblicitaria, spesso a basso budget, effettuata con alcune tecniche non convenzionali, mirata a promuovere qualcosa invadendo un territorio, senza permesso e in modo sorprendente. L’obiettivo di tutto questo è creare un’attesa, un chiacchiericcio, un buzz appunto, e una curiosità nei riguardi del prodotto promosso o, nel caso degli Arcade Fire, un singolo e un album: Reflektor.

Gli strani graffiti che fecero la comparsa nel 2013 fanno sicuramente parte di questa categoria. In occasione di alcuni festival musicali, come FYF Fest e Outside Lands, che ebbero luogo ad agosto, vennero consegnate ai visitatori alcune stampe del simbolo. Il disegno raffigura un logo criptico contenente la parola “reflektor”, Win Butler in seguito scrisse che i simboli erano ispirati ai disegni veve haitiani.

Diversi avvistamenti del simbolo in giro per il mondo

Avvistamenti del simbolo furono segnalati anche a Londra, Austin, Berlino e Roma, sulle pareti di paninoteche e bancarelle di taco o sui marciapiedi in centro. I graffiti erano ovunque. Contemporaneamente l’immagine iniziò a circolare anche sui social media. Su Instagram infatti venne creato un account per l’occasione, all’interno del quale venivano raccolte tutte le foto della campagna di marketing, con i vari loghi e stencil di Reflektor, imperniati tutti sulla simbologia del numero 9.

A New York, venne issata una bandiera gigante con la misteriosa griglia, la data e l’ora di uscita del singolo Reflektor 9/9/9, che indicavano l’uscita del primo singolo che diede il nome all’album, uscito il 9 Settembre 2013, in un modo abbastanza originale. Il brano venne infatti accreditato ad una band inesistente, The Reflektors. Sempre lo stesso giorno venne mostrata la copertina dell’album, un’immagine della statua di Auguste Rodin, raffigurante Orfeo ed Euridice. Questo primo singolo, impreziosito dal featuring con David Bowie, conquistò facilmente, e in breve tempo, fan e non solo.

Reflektor

Il singolo “Reflektor” venne accompagnato da due video musicali, usciti contemporaneamente. Il video più convenzionale è stato mostrato su YouTube con una tavolozza monocromatica, all’interno del quale la band indossa grandi maschere di plastica. L’altra è una collaborazione più ambiziosa e interattiva con Google, tramite la piattaforma online justareflektor.com. Infatti, grazie al browser Chrome, ci si poteva collegare alla webcam del computer e allo smartphone.

Un’esperienza interattiva

Gli Arcade Fire grazie a Google Chrome sono riusciti a regalare a chiunque lo desiderasse un’esperienza interattiva, dove lo spettatore poteva dirigere e modificare alcune delle parti del video musicale. L’utente poteva inserire il proprio volto in alcune scene, creare effetti grafici e, più in generale, farlo diventare un’esperienza personale e interattiva.
Nello stesso momento dell’uscita, gli stessi Arcade Fire, alle nove di sera del 9 Settembre, si sono esibiti in un secret show al Salsatheque di Montreal, con lo pseudonimo di The Reflektors. Immaginate il costo del biglietto per assistere al live? 9 dollari.

Tutto, intorno a Reflektor, sembra essere un richiamo all’esoterismo. Dalla passione per la rara haitiana, una musica di origine africana che ricongiungerebbe Régine Chassagne con le sue radici, presente come ispirazione in tutto l’album tanto che Win Butler definì il suono di Reflektor come un “miscuglio di Studio 54 e voodoo”, arrivando fino alla numerologia. Reflektor viene messo online alle nove, del giorno nove, del nono mese dell’anno. All’interno del video c’è un furgone che attraversa una strada in notturna per tutto il video riporta la scritta “nine”. Il nove è il numero che simboleggia i mesi della gestazione, quindi la creazione, ma con proprietà di fissità. Il nove non si trasforma mai del tutto ma conserva uno stato immutabile.

Reflektor doveva uscire il 28 ottobre 2013

Reflektor è stato il quarto album degli Arcade Fire, che doveva essere pubblicato il 28 ottobre 2013. A sorpresa però fu reso disponibile in streaming, con ben due giorni di anticipo rispetto ai piani.

A seguire vennero poi annunciati i primi tre, intimi, concerti degli Arcade Fire. Accompagnati da una richiesta insolita: Please wear formal attire or costume. Questa richiesta di indossare abiti o costumi informali, non passò inosservata, naturalmente. Ma tra maschere, loghi misteriosi e svolta elettronica, non doveva sorprendere.

Il frontman, Win Butler, definì la campagna un “strano progetto artistico” che si diffuse rapidamente ovunque. Difficile dire se tutto questo possa essere definito un “progetto artistico”, certo è che si trattò di un’efficace campagna di marketing.

a cura di
Daniela Fabbri

Seguici anche su Instagram!
https://www.instagram.com/p/CCTqTPMIi5z/?utm_source=ig_web_copy_link
LEGGI ANCHE – Gurioli: “Vi racconto la riviera degli ultimi 30 anni”
LEGGI ANCHE – 
Cecilia Quadrenni: uno sguardo “Verso Oriente”
Condividi su

Daniela Fabbri

Sono nata nella ridente Rèmne, Riviera Romagnola, nel 1985. Copywriter. Leggo e scrivo da sempre. Ho divorato enormi quantità di libri, ma non solo: buona forchetta, amo i racconti brevi, i viaggi lunghi, le cartoline, gli ideali e chi ci crede. Nutro un amore, profondo e viscerale, per la musica, in tutte le sue forme. Sono fermamente convinta che ogni momento della vita debba avere una colonna sonora. Potendo scegliere, vorrei che la mia esistenza fosse vissuta lentamente, come un blues, e invece sono sempre di corsa. Mi piacciono gli animali. Cani, gatti, procioni. Tutti.

Un pensiero su “Soundbuzz: gli Arcade Fire e la Guerrilla Writing

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *