Emilia, con i suoi caratteristici brillantini sotto agli occhi, brilla come una stella nella splendida Plaza de España di Siviglia
Dopo le due date alla Movistar Arena di Madrid e prima della terza serata nella capitale (tutte sold out), Emilia fa tappa a Siviglia per il suo tour in Spagna, all’interno della rassegna Icónica Santalucía Sevilla Fest, che porta nella meravigliosa Plaza de España artisti spagnoli ed internazionali.
L’ora del concerto è fissata alle 22.30 per combattere il caldo torrido della città Andalusa, ma la colonnina di mercurio si alza ancora quando Emilia sale sul palco accompagnata dalla sua band e dai ballerini.
La serata parte subito carica con i brani del suo ultimo album “.mp3”. La piazza, piena per lo più di giovanissimi è un mare di braccia e cartelloni alzati. Cartelloni che Emilia si ferma per diversi minuti per cercare di leggerli tutti. Interagisce con i fan delle prime file e ricevi regali emozionata.

La parte centrale del concerto rallenta un po’ il ritmo, con brani più intimi come “Cielo en la mente”, “Guerrero” e “A_1000_km.mp3”.
L’ultima parte del concerto, invece, è affidata ai brani più recenti. Emilia chiama sul palco tre ragazze per ballare con lei “Motinha 2.0” e durante “Bunda” e “Blackout” cede momentaneamente il microfono alle voci registrate delle artiste con con cui ha fatto i feat. per mostrare tutte le sue abilità di ballerina.
Per non farci mancare nulla ci regala anche un anticipo, fino al ritornello, di quello che probabilmente sarà il suo prossimo singolo, “Pasarela”.
Il concerto prosegue con “Carita triste”, la canzone pubblicata con Ana Mena, suonata per la prima volta dal vivo in queste date spagnole, per poi terminare con altri brani di “.mp3” come “La_original.mp3”, “GTA.mp3” e “No_se_ve.mp3”.
Con il suo show da vera popstar, con scenografie e coreografie studiate, cambi d’abito e una grande interazione con il pubblico, Emilia si conferma una delle voci più fresche e promettenti della musica latina, e noi aspettiamo di poterla vedere presto anche in Italia.
a cura e foto di
Mirko Fava
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