Clementina è il romanzo d’esordio di Giuliana Salvi, ispirato alla vera storia della bisnonna dell’autrice: Clementina Salvi Martello. Giuliana Salvi, di origine romana, ha lasciato il suo lavoro di redattrice televisiva per dedicarsi completamente alla scrittura di questo romanzo, che per me è stata una piacevole lettura.
La copertina di questo libro mi ha subito affascinata e la sinossi mi ha ricordato la storia della “Portalettere” di Francesca Giannone. Entrambi i romanzi hanno tratto ispirazione dalla vita della bisnonna delle autrici e, soprattutto, entrambe le storie sono ambientate in Salento, più o meno negli stessi anni: Clementina torna a Lecce nel 1916 mentre Anna, della Portalettere, si trasferisce a Lizzanello negli anni ‘30.
Le storie sono completamente diverse ma le accomuna la grande forza e la determinazione delle protagoniste che affrontano le difficoltà con grande indipendenza e resilienza, divenendo esempio e punto di riferimento della loro comunità. Queste donne danno vita ad una rivoluzione: Clementina creando una scuola in casa e Anna fondando una Casa per le donne in difficoltà.

La storia di Clementina
Clementina è una giovane donna rimasta vedova con tre figli da sfamare e da Roma decide di tornare a Lecce, dalle sue due sorelle, per poter ritrovare un po’ di pace.
La prima guerra è in corso ed è difficile tirare avanti e Clementina ha promesso al marito, Cesare, in punto di morte, che avrebbe garantito un futuro ai loro bambini.
Su suggerimento di Germain, un professore francese, la donna accetta di impartire lezioni private ad alcuni bambini utilizzando il metodo educativo sperimentato con ottimi risultati sui suoi figli.
Inizialmente restia, in quanto non aveva un titolo da insegnante, riuscì a mettere su una vera e propria scuola in casa cambiando il destino di molti ragazzi e ragazze.
Clementina e le sue sorelle
Rientrata a Lecce Clementina deve recuperare il rapporto con le sue sorelle Anna e Maria che hanno un ruolo cruciale in questa storia. Sono donne che si curano a vicenda e conoscono bene una le debolezze dell’altra, ma anche i punti di forza.
Maria rimane un po’ più ancorata alla realtà pratica e in alcune occasioni non è d’accordo con le idee moderne di Clementina, mentre Anna è più giovane e ha anche una certa ammirazione per lei.
A mano a mano che Clementina porta avanti il suo progetto con tanti sacrifici e amore anche le sorelle iniziano a crederci e non la lasciano mai sola. Il loro è un rapporto vero e nei dialoghi con frasi in dialetto che si scambiano si può cogliere la verità dell’amore che condividono.
Un aspetto importante del contributo di Clementina è stato proprio quello di insegnare ai ragazzi e alle ragazze a pensare con la propria testa. Questo era il cuore della sua scuola dove libertà voleva dire poter pensare ed esprimere il proprio pensiero ad alta voce.
“Io voglio solo che impariate a stare davanti a un testo senza pregiudizi”
Clementina e l’amore
Nella vita di Clementina dopo la morte del marito non c’è posto per l’amore convenzionale, quello per un altro uomo.
Lei ha una missione ed è ciò che sente di dover compiere fino alla fine dei suoi giorni.
Germain e Clementina si stimano e vivono intensamente il loro rapporto fatto di silenzi pieni e di rispetto, la forma più elevata di amore. Germain riconosce e sprona il suo talento di trattandola come pari, lasciandole tutto lo spazio che le serve per compiere la sua missione.
Sono anime affini che hanno vissuto dei grandi dolori e si sono riconosciute e mi piace pensare che Germain l’abbia amata così tanto da rimanere in disparte perché Clementina potesse realizzarsi pienamente.
Cosa penso di Clementina
Questo romanzo fornisce degli importanti spunti di riflessione sul tema della scuola come luogo di inclusione dove le parole, i libri e le poesie diventano strumento di libertà.
L’educazione aperta al dialogo, avvalora l’importanza di abituarsi a pensare e scegliere, anche a costo di sbagliare, cambiando le regole di una lezione aperta al confronto e non imposta.
E ancora, l’importanza di creare relazioni fondate sul rispetto e il confronto e’ un tema attualissimo e fondamentale in tutti i tipi di rapporto.
La scrittura dell’autrice è molto chiara, scorrevole e anche le frasi in dialetto, incastonate nel testo, lo impreziosiscono dando credibilità e forza ai dialoghi tra i personaggi.
Visto che ho iniziato con un parallelo con la Portalettere, concludo allo stesso modo: credo che Clementina sia un romanzo di testa, lucido, che ha una visione da far arrivare a chi legge, la visione di Clementina e arriva assolutamente al lettore, convincendolo, almeno dal mio punto di vista. Mentre la Portalettere è un romanzo che va dritto al cuore con la sua protagonista che agisce seguendo il suo sentire sempre e comunque.
Consiglio questo romanzo a chi ama le storie di donne intelligenti e coraggiose che compiono rivoluzioni dentro e fuori di loro; a insegnanti e educatori e a chi ha voglia di leggere una storia che fa riflettere.
a cura di
Anna Francesca Perrone
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