Shady Lane, “There and Back”: Un viaggio musicale tra energia e introspezione

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Con There and Back, gli Shady Lane firmano un debutto intenso e coinvolgente, costruendo un concept album in due atti che fonde atmosfere thriller e introspezione. L’ispirazione ad Arthur Conan Doyle si traduce in un percorso musicale che accompagna l’ascoltatore tra luci e ombre, grazie a un sound progressive rock capace di sorprendere a ogni traccia.

Tra i momenti più esplosivi degli Shady Lane spiccano Ashes in My Hand e Seasons, due brani che sprigionano un’energia travolgente. Il primo è un vortice sonoro, con riff incisivi e una sezione ritmica pulsante che non dà tregua, mentre Seasons alterna momenti più aperti a esplosioni strumentali di pura potenza, facendo emergere tutta la grinta della band. La voce di Roberto si muove con disinvoltura tra toni graffianti e passaggi più morbidi, aggiungendo profondità emotiva ai pezzi.

Ma There and Back non è solo impatto: la seconda metà del disco assume una dimensione più cupa e riflessiva, senza perdere intensità. Il singolo The City si distingue per il suo equilibrio tra melodia e tensione, mentre The Great Unknown offre una pausa più soft, senza spezzare la coesione dell’album.

Gli Shady Lane riescono a costruire un disco che non annoia mai, mutando costantemente forma e colore. Ed è proprio questa imprevedibilità a rendere There and Back un album da ascoltare e riascoltare, un viaggio sonoro che conquista sin dal primo ascolto.

a cura di
Staff

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