Ascari intervista sul nuovo singolo
“Paradisi Artificiali” è il nuovo singolo di Ascari, disponibile su tutte le piattaforme digitali da lunedì 14 ottobre 2024. Si tratta di una ballad ipnotica, dalla forma circolare, un mantra che narra il clima apocalittico da cui siamo segnati, fra consumismo sfrenato, abuso di social media, abuso di sostanze stupefacenti, crisi climatica, guerre, un rincorrersi e un confondersi continuo fra realtà e distopia.
Abbiamo intervistato Ascari, curiosi di sapere come è nato questo disco e dove ci sta portando.
“Paradisi artificiali” è una sorta di ritorno dopo il tuo disco di debutto. Cos’è successo nel frattempo, e come mai hai scelto di tornare proprio oggi con un singolo “decontestualizzato”?
Questo piccolo ritorno al pop cantato nasce come spin off dell’album precedente, è un brano che avevo in testa da tanto tempo e che finalmente ho deciso di registrare anche grazie all’ausilio di musicisti che stimo tantissimo e che hanno prestato i loro strumenti e la loro creatività in studio alla sua realizzazione. Sentivo l’esigenza di riprendere in mano il fil rouge lasciato in sospeso dopo la pubblicazione di Italien* perché nel frattempo in questo quasi anno e mezzo per me c’è stata tanta scrittura strumentale, soprattuto per il cinema, e tante esperienze come performer vocali in ambito non pop ma più di ricerca.
E di cosa parla questo brano? E come mai tematiche come la crisi climatica ti sono tanto cari da farci un brano?
Lo sento un po’ come un termometro della temperatura globale che stiamo vivendo, ho voluto per una volta non fare un brano intimistico ma rivolto a raccogliere e trasformare in qualcosa di artistico questa sorta di vibrazione di ansia globale che ci circonda e attraversa. C’è la crisi climatica, che non possiamo più ignorare, in Italia assistiamo o viviamo sempre più spesso nubifragi ed altre catastrofi di questo stampo. Ma non solo: ci sono le guerre, sempre più vicine a noi occidentali e sempre più in aumento, il genocidio in Palestina, il tema della dipendenza dai social media, l’alienazione, il dilagare dell’intelligenza artificiale. Tanti elementi che, almeno secondo la mia sensibilità, contribuiscono ad acuire la percezione di un clima generale apocalittico.
Come sono cambiate le cose per te e per il tuo percorso musicale come Ascari da quando hai iniziato ad oggi, che hai pubblicato questo nuovo singolo?
Ė un processo in costante evoluzione. Come Ascari ho firmato l’album Italien* ma anche tante colonne sonore negli ultimi anni, per videogame e poi sempre di più per il cinema. Ogni tanto mi piace riaprire il discorso pop che ho invece iniziato tanti anni prima con il progetto La Tarma, con cui ho firmato tre album, e riproporre una scrittura pop che nel frattempo si è arricchita di tante sfumature ed esperienze in più.
Leggiamo che vivi a Firenze. Come ti trovi in questa città che, musicalmente parlando, sembra lontanissima dalla più brulicante Milano?
Firenze è stata per me un bozzolo, un guscio, mi ha accolto due anni fa in un momento della mia vita in cui avevo perso ogni punto di riferimento. All’attivo qui ho due belle collaborazioni, quella con il centro Tempo Reale di ricerca e sperimentazione sulla musica elettronica, e quella con la compagnia di danza Virgilio Sieni. Il resto della mia vita lavorativa avviene fuori da qui, realmente o virtualmente parlando.
Stiamo aspettando un disco nuovo?
Le prossime pubblicazioni imminenti saranno le soundtrack dei film a cui ho lavorato ultimamente e che stanno finalmente iniziando a circolare e ricevere riconoscimenti nei festival, ma in futuro certamente sì!
a cura di
Staff
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