Spring Attitude Day 2 – Cinecittà Studios – Roma 14 settembre 2024
Lo Spring Attitude a Cinecittà si conferma un successo, si potrebbe dire l’unico vero festival di Roma che mette la musica al centro continuando a sorprendere, anno dopo anno. Vediamo come è andato il Day 2 del festival che, da qualche anno a questa parte, porta ogni volta con sé una ventata di aria fresca nella capitale (in tutti i sensi).
Roma eterna primavera
Arrivati alla XIII edizione, ormai si è capito che con lo Spring Attitude la bella stagione non finisce con l’estate e quest’anno il claim “Roma eterna primavera” ha voluto rendere ancora più esplicito il concetto.
C’è da dire infatti che da tre anni a questa parte lo Spring Attitude sta ricevendo solo consensi, se non fosse per la prima edizione post-pandemica in cui la scelta del set di Roma Antica (spet-ta-co-la-re) aveva destato critiche sulla comodità e in fatto di lunghe code alle casse, tutti elementi gestiti invece superbamente in questa edizione 2024. Quando si dice raccogliere i feedback.
Tra le conferme vincenti dell’edizione 2024 la scelta della location, ovvero l’ampio spazio all’entrata degli Studios di Cinecittà, e il doppio palco che ha permesso di godere di tutta la musica possibile, con l’alternarsi di circa 10 -12 show a giornata, in un’area ben attrezzata e adatta al comfort di tutti, anche quelli che volevano prendersi una pausa dalla musica a tutto volume.
Ricetta vincente non si cambia
Come è stato ottenuto questo risultato? Non è facile, ma basta prendere un’abbondante base elettro – che non disdegna la techno – condire con una buona dose di indie, pop, cantautorato giovane, rock’n’roll nostrano e d’altri luoghi, un tocco di estetica punk e abbondare senza lesinare di irriverenza. Mixare a volume esagerato, eseguendo il tutto senza sosta e senza intoppi. Ecco qua la ricetta dello Spring Attitude perfetto, adatto alla consumazione di tutti, festival addicted e neofiti.
Scherzi a parte, nel Day 2 dello SA tutti questi elementi si sono potuti distinguere nettamente grazie a una line up variegata, in cui nomi di punta ed emergenti si sono alternati in un crescendo di balli sfrenati e senza ritardi.
Gli emergenti tutti da ascoltare del Day 2
Ad aprire la giornata una carrellata di artisti e artiste emergenti per tutti i gusti. Il bello dei festival, d’altronde, è proprio la possibilità di scoprire nuovi talenti che, nonostante un orecchio attento alle novità, potrebbero essere sfuggiti. Per correttezza e rispetto dello spirito dello SA, quindi, è giusto menzionarli tutti.
Anna und Vulkan, duo italiano dallo stile fresco e innovativo che spazia dall’indie all’elettronica. Gaia Morelli, voce pop introspettiva e sperimentale. Fat Dog, band britannica che unisce punk, elettronica e sonorità ipnotiche. Emma Nolde, interessante promessa della scena italiana in cui pop, indie e canzone d’autore si incontrano grazie alla sua voce delicata.
Bobby Joe Long’s Friendship Party, realtà made in Roma est dallo stile “drama-synth-coatto-wave”- come dicono loro – solo da ascoltare per comprendere cosa significa. I bar italia, con le minuscole, trio britannico definito la “riscoperta dell’anima più sensuale, psichedelica e creativa del rock”.
Le diverse anime del secondo giorno
Palco quasi tutto internazionale tra i più conosciuti del Day 2, unici due nomi italiani Motta e Whitemary. Il primo ha portato sul palco dello SA un live cantautoriale intenso, la seconda ha suonato per la prima volta live l’album inedito New Bianchini, confermandosi un’ottima performer in grado di coinvolgere il pubblico anche in solitaria.
La nota post-punk della giornata è arrivata invece con gli svedesi Viagra Boys, che hanno scosso gli spettatori con il loro stile caotico e irriverente, a partire dal frontman Sebastian Murphy, noto per essere sempre in scena con l’immancabile birra e pancia gonfia coperta di tatuaggi. Tra assoli di sax e strumentali quasi sfiancanti, il pubblico ha dato sfogo alla sua voglia di pogo con Troglodyte, uno dei brani più conosciuti della band.
A riportare il pubblico verso le frequenze elettroniche ci hanno pensato i Mount Kimbie che, nonostante la formazione sul palco con tre console, batteria basso e chitarra, non sono sembrati coinvolgere particolarmente il pubblico. Ovazione, invece, per il duo islandese Kiasmos a seguire, progetto parallelo del compositore e pianista Ólafur Arnalds.
I nomi più attesi del sabato
Ormai nel cuore della serata, gli Acid Arab hanno saputo fondere ritmi techno con sonorità orientali, trasportando il pubblico in una dimensione sospesa tra due mondi. Il loro live è stato uno dei momenti più alti della giornata, con il pubblico completamente immerso in un viaggio sonoro ipnotico.
Se c’era però un’artista che tutti aspettavano con trepidazione, quella era Sama’ Abdulhadi. DJ palestinese di fama mondiale, ha incantato il pubblico con il suo set techno potente e vibrante. Il suo ritmo incessante ha fatto ballare tutti, mettendo in chiaro perché è una delle artiste più influenti della scena elettronica internazionale.
Spring Attitude 2024: dieci
Nonostante l’hype che circondava l’esibizione di alcuni artisti, l’organizzazione impeccabile del festival ha evitato qualsiasi problema di accesso, e non si sono registrate file né all’ingresso né ai servizi, grazie a una gestione completamente digitalizzata.
Pagamenti cashless, un pubblico ben distribuito e un’atmosfera rilassata hanno consentito a tutti di godere appieno della musica senza intoppi. Al di là del fatto che il weekend scelto per il festival abbia coinciso con un drastico abbassamento delle temperature, lo Spring Attitude ha mantenuto fede al suo nome, facendo sentire l’eterna primavera nel mood che si respirava tutt’intorno attraverso la musica fino a tarda – tardissima – notte.
a cura di
Elisa Savelli
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