Priscilla: uno sguardo nella vita di Priscilla Presley
Priscilla, la nuova opera di Sofia Coppola presentata in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia e uscita nelle sale il 27 marzo scorso, è l’adattamento del libro scritto dalla stessa Priscilla Prestley intitolato Elvis and Me: La vera storia dell’amore tra Priscilla Presley e il re del Rock N’ Roll.
Nel panorama cinematografico contemporaneo, tra i nomi che intrigano maggiormente il pubblico troviamo indubbiamente quello di Sofia Coppola. La regista e sceneggiatrice che ha dimostrato una particolare sensibilità nel portare sullo schermo storie di donne complesse e sfaccettate ha di recente presentato il suo ultimo lavoro, Priscilla.
Adattato dalle memorie della stessa Priscilla Prestley e realizzato anche grazie alla sua consulenza, il film esplora i retroscena della vita di Priscilla e offre uno sguardo intimo e leggero su una giovane ragazza diventata la moglie di Elvis Presley.
Priscilla
La trama di Priscilla si sviluppa con una grazia contemplativa, immergendo lo spettatore sin da principio nelle sfumature della vita di Priscilla, una giovane e solitaria liceale che vive nella Germania dell’Ovest, lontana da quelli che per lei rappresentano i simboli della classica adolescenza americana.
Il film mostra il rapporto e la relazione con Elvis Presley rimanendo però vicino alla figura di Priscilla, dal primo incontro in cui si percepisce e viene evidenziata sin da subito la differenza di età tra i due (lui 24 anni, lei 14), al trasferimento a Memphis.
La regista gioca su questa tematica che rimane in sottofondo per tutta la durata del film e dunque se si tratti o meno di un vero e proprio adescamento per il loro primo incontro, (Elvis chiede a un suo amico di portargli Priscilla a una sua festa) non è mai esplicitato, piuttosto Coppola mostra gli eventi così come sono accaduti (o comunque la versione che ne dà la vera Priscilla), lasciando al pubblico personali interpretazioni.
La particolarità della narrazione sta dunque nel mettere in luce la condizione di illusione e isolamento della giovane ragazza che da sognante adolescente che vive la sua favola d’amore, si trova a diventare una giovane donna adulta che spende la maggior parte della sua relazione rinchiusa nella residenza di Graceland, in un’infinita attesa, aspettando che Elvis rientri a casa dai suoi molteplici impegni.
Regia e fotografia
Gli aspetti tecnici del film sono impeccabili, con una fotografia che cattura l’atmosfera degli anni ’60 e ’70 con eleganza e stile. Le ambientazioni sono ricche di dettagli, trasportando gli spettatori in un’epoca dorata dello spettacolo. La colonna sonora, curata con cura, contribuisce a creare un’atmosfera coinvolgente che avvolge lo spettatore dall’inizio alla fine.
La regia di Coppola, unita alla fotografia si distingue per la sua raffinatezza e semplicità evitando una rappresentazione eccessivamente sfarzosa e puntando invece alla tranquillità e alla monotonia della vita di Priscilla che vediamo accendersi solo in presenza di Elvis. Il film dunque riesce a muoversi con grazia tra momenti di intimità e solitudine, creando un equilibrio perfetto che mostra gli eventi così come sono accaduti.
Il lato negativo di questa rappresentazione potrebbe essere (ed è) una passività nella narrazione dove lo spettatore è solo messo davanti ad eventi che sembrano non avere né un inizio né una fine. Ma il senso di passività viene smorzato dall’interpretazione dei protagonisti o meglio della protagonista che risulta brillare maggiormente, riuscendo a catturare completamente l’attenzione dello spettatore.
Gli attori
Troviamo così nei panni di Elvis un ormai affermato Jacob Elordi, conosciuto nella serie della HBO, Euphoria e visto più recentemente in Saltburn (di Emerald Fennell). Un Jacob Elordi che qui però, non riesce a uscire dai panni di Nate Jacobs, personaggio di Euphoria, sarà perché i due sono accomunati dalle medesime caratteristiche?
A dare invece un tocco inedito ed esclusivo alla protagonista di questa storia è l’eccezionale Cailee Spaeny, attrice in grado di catturare perfettamente la complessità e vulnerabilità di Priscilla Presley. Dal suo sorriso radioso al suo sguardo malinconico, l’attrice fa trasparire il desiderio di indipendenza e al contempo dipendenza da Elvis e dall’amore che prova per lui, portando in vita un personaggio che è stato sempre in qualche modo trascurato e oscurato dall’iconica brillantezza del re del rock n roll.
Conclusioni
In definitiva, con la sua combinazione di narrazione e interpretazione da parte dell’attrice protagonista, Priscilla si distingue sicuramente per essere un film senza pretese, una pellicola che ritrae in modo semplice e lineare una delle figure più (s)conosciute del ventesimo secolo.
a cura di
Francesca D’Orta
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