“La sala professori”: qual è il prezzo della verità? La recensione in anteprima del film di İlker Çatak
Presentato in anteprima nella sezione Panorama del Festival di Berlino, dove ha ottenuto il premio come “Miglior film per la giuria C.I.C.A.E.” e il “Premio Europa Cinema Label”, La sala professori è ora candidato al Premio Oscar come “Miglior film straniero”.
La sala professori uscirà nelle sale il 29 febbraio e sarà presentato in anteprima dalla Lucky Red domenica 25 febbraio in un esclusivo collegamento streaming con il regista İlker Çatak e l’attrice protagonista Leonie Benesch.
Noi di The Soundcheck abbiamo avuto il piacere di assistere all’anteprima stampa del film, tenutasi il 19 febbraio al Cinema Quattro Fontane di Roma. Un’opera coinvolgente ed emozionate che ci offre l’impeccabile interpretazione di Leonie Benesch, già conosciuta per Il Nastro Bianco e The Crown.
“La sala professori”
Acclamato dalla critica, il film ha come protagonista assoluta Carla Nowak (Leonie Benesch), un’insegnante di scuola media che tenta di venire a capo di un mistero legato ad una serie di furti avvenuti all’interno dell’istituto.
Essendo al suo primo incarico e avendo molto a cuore i suoi studenti, quando le accuse ricadono su uno di loro Carla decide di indagare personalmente con metodi poco ortodossi, finendo per scatenare tutta una serie di reazioni a catena che avranno ripercussioni su ogni persona coinvolta.
Lo stile
In questa narrazione, dunque, lo spazio scolastico diventa la metafora perfetta di una società in cui ad ogni azione corrisponde una reazione, che si riflette sulle vite di tutti coloro che lo abitano. Ed è proprio la rappresentazione dello spazio uno dei maggiori punti di forza dell’opera di İlker Çatak.
Una caratterizzazione che viene dapprima delineata dalla dimensione visiva della pellicola, la quale è presentata sullo schermo attraverso un formato 4:3, capace di trasmettere sensazioni di angustia e claustrofobia accentuate dallo stile registico; uno stile che vedremo poi intrecciarsi perfettamente alla dimensione uditiva, scandita da una colonna sonora impeccabile.
Dal punto di vista registico, Çatak decide di utilizzare un’impronta che potremmo definire tradizionale, con una macchina da presa molto presente, in grado di seguire i personaggi in ogni sequenza e inquadratura. E capace di creare una sempre più crescente tensione, dando quasi l’impressione di intrappolarli nell’unica e sola dimensione rappresentata: quella scolastica.
Il ristretto spazio visivo dell’ambiente didattico diventa in questo modo lo specchio della dimensione sociale-ideologica di un sistema educativo e collettivo che si mostra ottuso e aprioristicamente retto sul rispetto di una forma sempre più sfocata e indefinita.
Ma come abbattere il sistema senza superare il limite tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato?
Dov’è il limite?
Come lo si riconosce?
Queste sono solo alcune delle domande che vengono poste dal film in modo indiretto, attraverso il personaggio di Carla.
“Ciò che accade in sala professori rimane in sala professori…”
Spinta dal senso di giustizia e desiderosa di scoprire la verità ad ogni costo, sarà infatti proprio la giovane insegnante a tentare in tutti modi di opporsi al sistema. Le azioni della protagonista però, seppur guidate da un’autentica onestà, provocheranno conseguenze imprevedibili che crolleranno una dopo l’altra come domino, colpendo ogni persona implicata. Compresa Carla stessa.
La visione idealista della donna la porterà non solo ad inimicarsi l’intero sistema, ma anche ad isolarsi da esso. E quella che ad un primo sguardo sarebbe potuta sembrare indubbiamente la scelta giusta, d’improvviso non sembrerà più essere così certa.
Con l’avanzare della storia, infatti, sequenza dopo sequenza in una crescente suspense, la protagonista si ritroverà paralizzata da dubbi ed incertezze, che si insinueranno in ogni sua singola scelta e comportamento, portando lei e lo stesso spettatore ad interrogarsi su un quesito tanto banale quanto profondamente significativo: qual è il reale prezzo della verità?
Con questo interrogativo, al termine della visione La sala professori si dimostrerà essere un’opera coinvolgente ed emozionante, capace di offrire numerosi spunti di riflessione e di portare alla luce tematiche attuali, in grado di toccare le corde più profonde della società.
Nelle sale dal 29 febbraio
La storia messa in scena da İlker Çatak è una di quelle narrazioni che non si ferma ai titoli di coda, ma che continua a riecheggiare nella mente dello spettatore anche dopo la visione del film. Usciti dalla sala travolti da emozioni contrastanti, continuerete ad interrogarvi su ciò che avete appena visto e sarà proprio questo a rendere il film degno di una visione, perché La sala professori vi metterà nella condizione di porvi domande alle quali non verranno fornite risposte, e va bene così.
a cura di
Francesca D’Orta
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