Maestro – il compositore della contraddizione: candidato agli Oscar 2024

Maestro – il compositore della contraddizione: candidato agli Oscar 2024
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Si avvicina la notte degli Oscar, quindi perché perdere l’occasione di parlare di uno dei capolavori del 2023, candidato a ben 7 nomination? Maestro, il film della contraddizione, ha come protagonista una delle persone più particolari nel mondo dell’arte: Leonard Bernstein!

Grande è l’attesa per gli Oscar di quest’anno, che si terranno a Los Angeles, la notte tra il 10 e l’11 Marzo (orario italiano). Il mondo dell’arte è a dir poco in fibrillazione per la celebrazione più importante del mondo cinematografico, e tanti sono gli attori, le attrici, i registi, i professionisti e i film che sperano di portarsi a casa la statuetta. È giunto dunque il momento di andare più in profondità, e di analizzare uno dei film più apprezzati del 2023, candidato a 7 nomination: Maestro!

Il film è stato diretto da Bradley Cooper, che ha ricoperto anche il ruolo del protagonista Leonard Bernstein, e scritto la sceneggiatura in collaborazione con Josh Singer. Tra i produttori troviamo Martin Scorsese e Steven Spielberg.

Uno sguardo alla trama

La pellicola ci introduce subito ad un Leonard Bernstein ormai sulla settantina, davanti al pianoforte, mentre sta facendo un’intervista.

”Un’opera d’arte non dà risposte, ma provoca domande… Il suo significato essenziale è la tensione fra risposte contraddittorie…”

Leonard Bernstein

Da qui in poi il pubblico viene catapultato in una New York degli anni 30/40, quando il compositore era un giovane di 25 anni in attesa di fare carriera. La narrazione prosegue lineare, mostrando tutto ciò che riguarda la vita dell’artista, dalla vita privata alla sua carriera musicale. Sarà proprio ad una festa che incontrerà colei che diventerà successivamente sua moglie, Felicia Montealegre (Carey Mulligan), anch’essa intenta a fare carriera nel mondo del cinema.

Il loro rapporto è fin dall’inizio in perfetta connessione, basato sul supporto reciproco, e continua ad esserlo per molto tempo. Tuttavia, col passare degli anni, Felicia è costretta a mettere i suoi sogni da parte, per dedicarsi ai figli e al marito, il quale non sempre è stato facile da gestire, a causa delle sue continue scappatelle occasionali con altri uomini.

Leonard infatti, è un uomo che ha sempre creduto nella sua capacità di amare profondamente gli altri, uomini o donne che fossero, ma purtroppo non era in grado di comprendere cosa ciò potesse comportare per chi gli stava vicino, e sarà proprio questo suo modo di comportarsi che lo allontanerà dalla moglie.

Felicia tenterà di riprendere la sua carriera dove l’aveva lasciata, e di proseguire con la sua vita, ma un altro ostacolo le si frapporrà davanti: il tumore. Il suo Lenny le starà accanto con tutta la famiglia per i suoi ultimi mesi di vita, mettendo tutto al secondo posto, perché comunque, seppur avesse amato anche altre persone nel corso della sua vita, colei che c’era sempre stata era proprio Felicia, la sua unica Musa, e non l’avrebbe mai più abbandonata.

”Se l’estate non canta in te, niente canta in te… Se niente canta in te, non puoi fare musica! Fu lei a dirmelo…”

Leonard Bernstein

La struttura del film

Molti sono i pensieri riguardo a Maestro, ma sicuramente ce n’è uno che accomuna il pubblico: la differenza tra la prima parte e la seconda.

Difatti, la prima metà del film, in bianco e nero, risulta più incalzante, movimentata, viva. Vengono raccontati frammenti della vita privata e artistica del protagonista, quasi come se fosse un musical. La regia ha spesso dei movimenti di macchina rapidi e vertiginosi, e sembra quasi che sia lo stesso Leonard a dare il ritmo alle riprese.

La seconda parte invece, girata a colori, rispetta di più una narrazione classica, nella quale vediamo lo sviluppo dei personaggi protagonisti e, in qualche caso, la loro più completa trasformazione, come nel caso della moglie Felicia, che satura della sua situazione matrimoniale, cambia sempre di più, fino a risultare quasi irriconoscibile rispetto alla donna presentata nella prima metà del film.

È dunque spontaneo credere che Maestro voglia rappresentare in tutto e per tutto la contraddizione e il contrasto: la marcata separazione in due parti del film, i colori, il bianco ed il nero, l’eterosessualità e l’omosessualità, il genio e la follia… Tutto ciò rende la storia ancora più dinamica ed incalzante, in grado di catturare l’attenzione a tal punto da essere pervasi da mille emozioni differenti.

La gioia di Bradley Cooper

Si potrebbe pensare di dare per scontata la dedizione di un attore nel recitare la propria parte, tuttavia in questo caso non si è trattato solo di questo. Certo, ognuno cerca sempre di fare del proprio meglio, ma Bradley Cooper è stato a dir poco maniacale in ogni singolo dettaglio.

”Quando ho ricevuto la sceneggiatura, nel giro di un’ora Steven ha ricevuto una montagna di miei messaggi con un sacco di idee”.

Bradley Cooper

Ha reso questo film la sua ragione di vita: per oltre quattro anni ha lavorato intensamente sul copione, sulla sceneggiatura, sulla regia, per far sì che fosse tutto perfetto. Si può intravvedere questa sua dedizione banalmente nella sua interpretazione, nei movimenti da direttore d’orchestra identici a quelli di Leonard Bernstein.

E a dire il vero, un motivo c’è se si può definire la sua interpretazione un capolavoro…

”Da bambino ho sempre voluto fare il direttore d’orchestra. Ne ero talmente ossessionato che avevo chiesto a 8 anni una bacchetta a Babbo Natale. Ascoltavo la musica, mi innamoravo delle note e riuscivo a riconoscere ogni singolo passaggio di un brano, per esempio l’Opera 35 in D Maggiore di Tchaikovsky, nel concerto di violino. Per questo non vedevo l’ora di incarnare Bernstein.”

Bradley Cooper

Gli stessi figli del compositore hanno lodato le doti dell’attore, affermando che:

”L’energia di Bradley è davvero simile a quella di nostro padre e tutti abbiamo subito pensato quanto fosse adatto per il ruolo. Bradley è stato semplicemente perfetto”.

Jamie Bernstein

L’interpretazione di Carey Mulligan

È importante ricordare che per creare un bel film non basta avere un bravo protagonista. Anche tutti gli altri colleghi devono essere eccellenti ovviamente, per ottenere ottimi risultati. In questo caso, non è stato semplicemente Bradley Cooper ad essere eccezionale, ma anche Matt Bomer (David Oppenheim), Maya Thurman-Hawke (Jamie Bernstein), Sarah Silverman (Shirley Bernstein), Gideon Glick (Tommy Cothran), e sicuramente, Carey Mulligan (Felicia Montealegre).

La co-protagonista, in particolar modo, è riuscita a trapassare i cuori e le anime di tutti gli spettatori, con i suoi occhi colmi di mille emozioni. È stata in grado di far immedesimare ogni singolo spettatore in ciò che lei provava: gioia, voglia di sognare, amore, rancore, rabbia, tristezza, frustrazione,…

“Non sapevamo cosa aspettarci perché nostra madre era una persona molto complessa e aveva tante idiosincrasie. Mamma era anche molto riservata, quindi non sapevamo se un’attrice sarebbe stata in grado di restituire la sua essenza. Ed è semplicemente incredibile quanto Carey sia stata bravissima nel fare questo”.

Carey Bernstein

Verdetto finale

È probabile che vi siano comunque degli elementi che alcuni spettatori non hanno amato: dalle critiche, molti avrebbero voluto un’approfondimento anche sugli altri personaggi che stanno attorno a Leonard e Felicia, oppure che si è notata un po’ troppo la differenza tra le due parti del film.

Per quanto mi riguarda, essendo un film biografico, è più che lecito che i personaggi secondari rimangano tali, anche perché in questo modo Maestro lascia al pubblico la possibilità di immaginare i dettagli sulla loro vita.

Inoltre, sebbene effettivamente vi sia una notevole differenza tra lo stile di regia nella prima e nella seconda parte, è estremamente importante poiché marca la crescita dei protagonisti. La prima appunto, è colma di musica, balli, canti, quasi come se fosse un musical, e rappresenta la vita di Leonard prima dell’inizio dei conflitti con la sua amata.

Nella seconda parte invece, c’è più tensione, vi sono meno musiche, e manca la frivolezza che caratterizzava le loro vite precedenti. Al contrario, inizia il dramma, il conflitto, la separazione: elementi raffigurati con ogni strumento possibile.

Le musiche, le inquadrature che variano dal rapido al lento, la professionalità degli attori, ogni cosa che ha contribuito alla realizzazione di questo film è la prova che si merita al 100% di stare tra i candidati ai premi Oscar 2024. Che poi possa effettivamente vincere dei premi, questo glielo auguro con tutto il cuore, ma ovviamente, starà alla giuria decidere.

a cura di
Marianna Conforti

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