“Porco Rosso”: il capolavoro italiano firmato Ghibli

“Porco Rosso”: il capolavoro italiano firmato Ghibli
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La Ghibli ha sempre sfornato dei film d’animazione impeccabili che si sono trasformati nei classici d’infanzia di intere generazioni, quasi al pari della Disney. Esploriamo insieme quest’opera d’arte tutta italiana!

Kurenai No Buta

Questa pellicola animat,a della durata di 92 minuti, è stata prodotta nel 1992 dallo Studio Ghibli e dal pluripremiato regista Hayao Miyazaki. Il titolo è letteralmente traducibile con “Il maiale cremisi”, successivamente italianizzato in Porco Rosso.

È liberamente tratto da un manga (Hikōtei jidai) di quindici pagine a cura dello stesso Miyazaki, pubblicato in 3 parti su una rivista di modellini. Inizialmente commissionato come in-flight entertainment da parte della Japan Airlines, questo lungometraggio divenne il film con più incassi della sua annata in Giappone. Ad oggi è reperibile sulla piattaforma di Netflix oppure a pagamento su Amazon Prime Video

Trama e personaggi principali

Ambientato nell’Italia fascista, Porco Rosso si profila come le avventure di Marco Pagot, un ex-aviatore dell’aeronautica che caccia taglie sul suo iconico idrovolante rosso. La particolarità di questo individuo è quella di avere l’aspetto di un maiale ereditato da un’esperienza pre-morte in guerra. Da qui il suo nome: Porco perché assomiglia ad un maiale e Rosso per il caratteristico colore del suo velivolo.

La scena iniziale identifica i personaggi: il protagonista coglie di sorpresa la banda di criminali Mamma Aiuto, li obbliga al rilascio degli ostaggi e li lascia andare. Di lì a qualche frame compare la mistica Signora Gina, una donna di una bellezza di altri tempi, ex-moglie di un commilitone di Marco e sua amica d’infanzia. 

Nella stessa occasione si fa conoscenza dell’americano Curtiss, che distrugge il già malfunzionante idrovolante di Porco. Quest’ultimo scappa a Milano presso la ditta Piccolo dove, indebitandosi fino al collo, fa costruire un nuovo velivolo a cura della giovane Fio Piccolo. Al suo ritorno alle isole dell’Adriatico lo attendono tutti i pirati del cielo (compresi i già citati membri della banda Mamma Aiuto e l’americano) che vogliono la sua testa. 

Un accorato discorso di Fio li convince ad organizzare e gestire le scommesse su un decisivo 1vs1: Curtiss contro Marco. Qualora l’americano vincesse egli, che si è innamorato della giovane costruttrice di aerei a prima vista nonostante le precedenti avances alla Signora Gina, avrebbe la possibilità di sposarla. Viceversa, dovesse vincere il cacciatore di taglie, Curtiss sarebbe costretto al pagamento di tutti i debiti che Porco ha contratto nei confronti dell’industria Piccolo. 

La banda Mamma Aiuto
(fonte: Google Images)
Un finale misterioso ed intrigante

In questa battaglia aerea, che finisce con lo scadere in un ridicolo combattimento a mani nude in acqua, prevedibilmente il protagonista ha l’ultimo pugno, vincendo di poco sull’americano. Salva così Fio da un matrimonio non voluto e la affida alla Signora Gina, la quale si trova lì perché è intervenuta a salvaguardia di tutti i presenti, avvertendoli in tempo di un blitz dell’aeronautica italiana fascista.

Appena un secondo prima della ripartenza, Fio bacia Porco e si ha ragione di credere che, per quello che dice Curtiss subito dopo e per quello che la ragazza stessa aveva teorizzato precedentemente, quel bacio restituisca le sembianze umane a Marco

Il lungometraggio si chiude dunque con un monologo della giovane disegnatrice di aerei, la quale a distanza di anni spiega come stiano le cose: lei e la Signora Gina sono amiche inseparabili, i pirati del cielo sono ormai vecchi e in pensione, Curtiss ha trovato la fama che cercava come attore in America e le scrive spesso. Per quel che riguarda Porco, da quello che molto enigmaticamente dice Fio e dal brevissimo istante in cui è possibile vedere un idrovolante rosso vicino al giardino della Signora Gina, è ipotizzabile che stia bene e che abbia finalmente cominciato a frequentare la sua amica d’infanzia in modo romantico.

Porco e Curtiss che fanno a pugni (fonte: Google Images)
Manga vs film

Il manga si presenta come una versione molto più spensierata e più breve del film. Non si fa assolutamente menzione al passato tragico di Marco Pagot e la Signora Gina non sembra affatto esistere in questa realtà delle cose. Le bambine ostaggio dei Mamma Aiuto sono sostituite da una ragazza che somiglia molto a Fio, la quale compare comunque nella seconda parte. Curtiss porta il nome di Donald Chuck e lo scontro finale avviene in nome di Fio e dell’orgoglio italiano, al posto di essere una soluzione alle diverse pretese delle due parti. 

Politically correct: il bacio tra Fio e Porco

Considerata l’epoca in cui l’opera è uscita, non fu speculato particolarmente su questo così controverso bacio. Volendo ignorare il fenomeno secondo cui tutto è giustificabile perché ci si trova in un universo di finzione animata ed indossare i panni dei moralisti, bisogna farsi delle domande su questo bacio.

In fondo, si tratta di uno scambio di tipo affettivo-sessuale tra una ragazza che, canonicamente, ha 17 anni e un uomo-maiale per cui la stima d’età si aggira intorno ai 37. Perché questo evento si è verificato? Era necessario mostrare una cosa del genere sul grande schermo? Perché non l’ha fatto Gina? Le risposte sono piuttosto logiche. L’evento si è verificato per motivi di trama in quanto, senza quel bacio, Marco non avrebbe riacquistato le sue sembianze umane ed in questo senso era pressocchè obbligatorio mostrarlo allo spettatore.

Quanto al perché non sia stata la Signora Gina, è semplicemente perché altrimenti sarebbe decaduta tutta la natura del suo carattere e quella del suo rapporto con Porco. Inoltre, perché mai un pubblico di persone che accetta che un uomo ritorni alla vita sotto forma di maiale non dovrebbe accettare un bacio (che resta, comunque, del tutto innocente)? Se è possibile apprezzare il bacio tra una principessa ed un ranocchio, dovrebbe essere possibile farlo anche tra una progettista di aerei e un suino umanoide.

Porco e Fio
(fonte: Google Images)
Gli accenni al fascismo

È interessante notare il ritratto dell’Italia fascista che viene dipinto nell’opera. Ovviamente, trattandosi di una produzione destinata ad un pubblico che comprende famiglie e bambini, Miyazaki non si è potuto sbilanciare troppo. Ciononostante, è impossibile non notare il personaggio di Ferrarin, un altro commilitone di Marco che, proprio come Gina, lo aiuta a gestire la sua relazione con l’aeronautica fascista.

Ad un certo punto gli offrirà persino una posizione all’interno del Reggimento Aereo Fascista, ma Porco rifiuta. Per via di questo suo anticonformismo, sarà spesso braccato dai fascisti. Ciò diventa particolarmente evidente nel suo breve viaggio a Milano: se nelle isole dell’Adriatico è protetto e nascosto dalla conformazione del territorio e dal fascino ammaliante della Signora Gina, non si può dire altrettanto nella grande città ambrosiana.

In un’occasione, si trova a dover effettuare peripezie spericolate con il furgone della ditta Piccolo per evitare le classiche Berline delle camicie nere. In un’altra, alla sua partenza da Milano, è costretto a partire all’alba per la presenza di spie che non esitano a sparare contro il suo nuovo idrovolante. Si tratta di una versione neanche troppo addolcita della violenza politica che in realtà imperversava in quegli anni.

Il confronto tra Luca e Porco Rosso

Vista la recente uscita di Luca (2021, a cura di Pixar e Disney), è naturale fare un confronto tra due pellicole di ambientazione italiana. Tuttavia, si è costretti a lasciar perdere l’impresa molto in fretta. Ci si potrebbe perdere in filosofismi riguardanti la data di pubblicazione: il mondo del 1992, infatti, non è lo stesso rispetto a quello del 2021.

Tuttavia, anche sugli altri piani il paragone non sussiste: case di produzione opposte, stile e grafica diversi, scelte di regia incomparabili. Persino l’incasso al botteghino non è paragonabile. Ciò è dovuto sia alla differente ricezione che si aveva dei film d’animazione nel 1992, sia alla pubblicazione di Luca su Disney+ a causa della chiusura dei cinema prevista per il Covid.

Forse qualcosa in comune, però, c’è: il mare e i valori. Il mare e quella atmosfera di magia italiana mostrano come sia cambiata la percezione della nostra nazione all’estero in trent’anni. Ad ogni modo è meraviglioso poter constatare che i valori come l’amicizia e l’onore siano rimasti gli stessi.

Copertina di Luca (fonte: Google Images)
Curiosità

A conclusione di quest’articolo su uno dei migliori film d’animazione della nostra infanzia, ecco una serie di curiosità riscontrabili nel corso della visione. Il personaggio di Ferrarin è liberamente ispirato ad Arturo Ferrarin, il primo conducente ad aver coperto per via aerea la distanza Roma-Tokyo. Il nome della banda Mamma Aiuto è un riferimento al soprannome dell’idrovolante CANT Z.501.

La canzone interpretata dalla Signora Gina è Le temps des cerises, dedicata ad una donna vittima della Settimana di sangue, in occasione della Rivoluzione parigina. Infine, il primo marito di Gina, Bellini, è un omaggio a Stanislao Bellini, un celebre pilota velocista morto durante voli di prova sull’idrocorsa Macchi-Castoldi M.C.72.

Kurenai No Buta è, alla fin fine, una pellicola storicamente accurata che ha fatto innamorare milioni di persone del nostro paese. Soprattutto, le ha rese vittima del fascino delle creature che sono figlie sia del mare che del cielo: gli idrovolanti ed i loro piloti.

A cura di
Adelaide Gotti

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Adelaide Gotti

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