Chi ha vinto i Golden Globe più trascurati di sempre
La notte tra il 9 e il 10 gennaio si è tenuta, al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, la 79esima edizione dei Golden Globe. Per la prima volta dal 2008, però, la cerimonia non si è tenuta e, di conseguenza, non è stata nemmeno trasmessa.
Lo scandalo che ha colpito l’HFPA
L’Hollywood Foreign Press Association, l’organizzazione che dal 1944 assegna i Golden Globe, è stata travolta da uno scandalo i cui echi si potevano già sentire negli anni passati. L’HFPA è composta da una novantina di membri, che sono per la maggior parte giornalisti internazionali. I restanti, invece, sono figure dalle attività non meglio definite, che orbitano intorno all’industria hollywoodiana.
I problemi erano tanti e disparati. La trasparenza era una di essi, in quanto era prassi comune accettare regali dagli studios in cambio di maggiore “generosità” sui voti. Non sono mancate questioni legate al razzismo, derivanti sia da alcune dichiarazioni dell’ex presidente Phillip Berk (che ha definito il Black Lives Matter un movimento di odio razziale), sia dal fatto che nessun componente dell’associazione fosse di colore.
In più, vi era un grosso problema di rappresentanza, in quanto un membro indiano rappresentava Singapore, e un olandese rappresentava Australia e Cuba. A tutto ciò vanno aggiunte un’opacità anche esplicita nella gestione dei fondi e il fatto che l’ingresso nell’associazione fosse di fatto precluso ai giovani.
Visto il quadro complessivo sulla HFPA, non stupisce che Netflix, Amazon, Warner e NBC abbiano voluto prenderne le distanze, annullando qualsiasi collaborazione con l’associazione. Ne è scaturita la naturale conseguenza di una non trasmissione dell’evento, che la stessa HFPA ha deciso di annullare. I vincitori sono stati così annunciati attraverso un’anonima conferenza stampa.
I premi – Cinema
In virtù di quanto appena detto, il prestigio dei Golden Globe è inevitabilmente calato, tanto che non vengono più considerati come l’anticamera degli Oscar, come era sempre accaduto. Ciò non toglie che qualche indicazione in merito possa comunque essere tratta.
Miglior film drammatico: Il potere del cane
Miglior film o commedia musicale: West Side Story
Miglior regia: Jane Campion (Il potere del cane)
Miglior attore in un film drammatico: Will Smith (Una famiglia vincente – King Richard)
Miglior attrice in un film drammatico: Nicole Kidman (A proposito dei Ricardo)
Miglior attore in un film o commedia musicale: Andrew Garfield (Tick, Tick… Boom!)
Miglior attrice in un film o commedia musicale: Rachel Zegler (West Side Story)
Miglior attore non protagonista: Kodi Smit-McPhee (Il potere del cane)
Miglior attrice non protagonista: Ariana DeBose (West Side Story)
Miglior film in lingua straniera: Drive My Car (Giappone)
Miglior film d’animazione: Encanto
Miglior sceneggiatura: Kenneth Branagh (Belfast)
Miglior colonna sonora originale: Hans Zimmer (Dune)
Miglior canzone originale: No Time to Die (Billie Eilish, Finneas O’Connell) – No Time to Die
I premi – Televisione
Miglior serie drammatica: Succession
Miglior attore in una serie drammatica: Jeremy Strong (Succession)
Miglior attrice in una serie drammatica: MJ Rodriguez (Pose)
Miglior serie commedia o musicale: Hacks
Miglior attore in una serie commedia o musicale: Jason Sudeikis (Ted Lasso)
Miglior attrice in una serie commedia o musicale: Jean Smart (Hacks)
Miglior miniserie o film televisivo: La ferrovia sotterranea
Miglior attore in una miniserie o film televisivo: Michael Keaton (Dopesick – Dichiarazione di dipendenza)
Miglior attrice in una miniserie o film televisivo: Kate Winslet (Omicidio a Easttown)
Miglior attore non protagonista in una serie, miniserie o film televisivo: Oh Yeong-su (Squid Game)
Miglior attrice non protagonista in una serie, miniserie o film televisivo: Sarah Snook (Succession)
E ora si guarda agli Oscar
In attesa degli Oscar (la cerimonia si terrà il 27 marzo) e delle rispettive nomination (8 febbraio) la sensazione è che West Side Story e Il potere del cane partano un gradino avanti rispetto agli altri. Entrambe le pellicole hanno infatti portato a casa tre premi a testa. Il 2022 potrebbe essere la grande occasione per Will Smith per portare finalmente a casa la statuetta più ambita (dopo due nomination), e lo stesso si può dire per Hans Zimmer, a secco dal 1995 nonostante undici nomination complessive.
Pensando all’Italia, la probabile nomination di È stata la mano di Dio mantiene viva la speranza di rivedere un film nostrano premiato sul palco più prestigioso del cinema. Ma in questo caso, l’attesa è ancora lunga.
Il presene ci parla invece della decadenza di un premio dal valore e dalla storia prestigiosi, sgretolatosi però su se stesso nel modo più triste e meno cinematografico possibile.
a cura di
Simone Stefanini
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