Galea, un’anima smossa dai venti

Galea, un’anima smossa dai venti
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Un’artista giovane, con alle spalle una partecipazione a X-Factor che tuttavia non le ha fatto montare la testa. Nel frattempo, tanta gavetta, tante idee e il giusto tempo per farle maturare. Questa, in breve è Galea.

Dalla Puglia a Sanremo Giovani, dove ha intrapreso un percorso che l’ha portata alle fasi finali di questa importante selezione della Kermesse più famosa d’Italia con un brano, I nostri 20, che racconta in maniera efficace la vita, le aspirazioni e le paure dei suoi coetanei.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei, ponendole un po’ di domande. Buona lettura.

Ciao Claudia, benvenuta su The Soundcheck! Per rompere il ghiaccio, parlaci un po’ di te: da dove vieni, da dove viene la tua passione viscerale per il mondo della musica?

Ciao! Ho 20 anni e vengo dalla Puglia. La mia passione per la musica non è il frutto di una scoperta, ma di un lungo percorso iniziato quando ero molto piccola. Canto da sempre e ho iniziato a suonare la chitarra a 15 anni.

Come mai hai scelto proprio Galea come nome d’arte?

“Galea” è l’origine etimologica del mio cognome, “Guaglione”. I guaglioni erano i mozzi che lavoravano sulle galee, che sono un tipo di imbarcazione.

galea
Nel 2017 hai partecipato a X Factor, ma solo nel 2019 hai pubblicato il tuo primo singolo, Diverso, preceduto tra l’altro da una partecipazione al TEDx di Barletta. Non è scontato “prendersi del tempo” per mettere in ordine le idee, piuttosto che cavalcare l’onda di visibilità che può generare un talent.

A essere sincera, non c’è stato nessun tipo di ragionamento. A 17 anni non avrei minimamente saputo come pubblicare una mia canzone. A distanza di due anni ero sicuramente più matura e più consapevole degli step da fare.

Hai attualmente pubblicato tre singoli, “Diverso”, “Tè” e “I Nostri 20” quest’ultimo scelto per concorrere a Sanremo Giovani. In ognuno di questi brani ci sono riferimenti diversi, dal rock al pop stile Lana Del Rey fino a richiami anni ’70. Hai messo sul piatto diverse carte da giocare, come si suol dire…

Posso dire che “Diverso” è quella che forse si allontana un po’ di più dal mio percorso stilistico. È quella più brillante e meno malinconica. “Tè” invece è indie folk e rispecchia una parte di me e dei miei ascolti. “I nostri 20” è l’ultimo singolo e infatti è il pezzo che attualmente si accorda con quello che voglio fare musicalmente e concettualmente.

Ascolta i tre singoli di Galea
A proposito de “I Nostri 20”, raccontaci la genesi del brano.

“ I nostri 20 ” è una canzone nata in un periodo in cui scrivevo molte canzoni ma i risultati non mi entusiasmavano particolarmente. Poi capita che la vita reale faccia capolino nella tua immaginazione e così il ventesimo compleanno del tuo ragazzo diventa spunto creativo.

C’è un passaggio in particolare in “I Nostri 20” cui sei particolarmente legata?

Penso la prima metà del ritornello, “Ti lascio andare se prometti che a quella festa poi mi cerchi e non ci importa dei commenti, questi sono i nostri 20”, perché ogni singola parola si riferisce a qualcosa che mi è successo davvero e penso sia la parte di testo che simboleggi al meglio l’intenzione del brano.

Sei tra i 14 artisti ancora in gara per Sanremo Giovani. La nostra Giulia Perna, tra l’altro, ha indicato il tuo tra i nomi da tenere d’occhio. Cosa significa per te partecipare a una kermesse come Sanremo?

La televisione per me è molto affascinante, infatti soprattutto durante le prime puntate ho avuto la faccia incantata e confusa per metà del tempo. Sono contenta di aver cantato il singolo davanti a un pubblico televisivo così ampio e sono soddisfatta di tutta l’esperienza. E poi in questi giorni mi stanno arrivando commenti e messaggi bellissimi che scaldano davvero il cuore.

Come è stato collaborare con Antonio Filippelli?

Sono cresciuta tantissimo e sento che la mia scrittura sia migliorata drasticamente nel giro di pochi mesi. È stato molto stimolante.

Hai vent’anni, suoni da quando ne avevi 15. Ci dici un aspetto di te che senti di aver migliorato e un aspetto che senti invece di dover ancora migliorare?

Da quando ho iniziato a suonare sono migliorata nella scrittura, nella composizione, ho imparato a suonare chitarra/piano/ukulele e la mia voce è cambiata tantissimo. Ma posso migliorare sotto qualsiasi aspetto. In futuro vorrei saper suonare meglio la chitarra e il piano e essere più sicura di me stessa.

Se ti guardi intorno, come vedi e giudichi la scena musicale italiana attuale?

Se ne sta iniziando a parlare recentemente e penso sia vero: stanno nascendo davvero tantissimi progetti e molti sono indistinguibili da altri, vanno a finire tutti nel “polpettone indie” in cui testo, musica, mood e intenzione di un brano somigliano forse eccessivamente a quelli di tantissimi altri. Per fortuna non mancano progetti interessanti, belli, sinceri e originali. Ti potrei fare tantissimi nomi e sono contenta di questo.

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

6 pensieri su “Galea, un’anima smossa dai venti

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