Wemme Flow, no flash nella nuova scena bolognese

Wemme Flow, no flash nella nuova scena bolognese
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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Wemme Flow, talento bolognese che riesce a combinare, e incredibilmente bene, influenze che vanno dal rap al funky, come si vede nel suo ultimo singolo dal titolo No Flash che vanta la produzione di Mr. Monkey.

Ecco cosa ci ha raccontato!
Partiamo dalle basi, da dove arriva il tuo nome?

Nel mio percorso ho cambiato più volte nome d’arte, ma nessuno di quei
nomi me lo sentivo mio. Un giorno ascoltando il disco di Tedua “Orange County” sentendo la canzone con Izi (Circonvalley), Izi nella sua strofa attacca dicendo “ueue” canticchiando quella canzone mi è veniva naturale dire “Wemme” così non ho pensato due volte a prendere quel nome.

C’è ancora una differenza tra rap e indie?

Credo che nell’ultimo periodo il rap e l’indie si siano avvicinati tantissimo. Alla fine gli artisti che fanno indie spesso rappano e viceversa, è sempre più raro trovare ascoltatori di indie che non ascoltino rap e viceversa. Alla fine se la musica spacca, spacca indipendentemente da come uno la identifichi.

In che modo No Flash rappresenta un cambio di percorso?

No Flash” è un pezzo che ho deciso di pubblicare per far vedere che se nonostante i miei singoli precedenti abbiano una tendenza funk, io sappia fare anche il rap vero su strumentali più club, non credo sia un cambio di percorso ma una parentesi importante per la mia carriera. “No Flash” vuol dire “grazie ma non voglio i flash puntati come le pu**ane, non sono alla ricerca del successo a tutti i costi, se arriva benissimo, se non arriva io mi sto divertendo lo stesso”.

Come sei entrato in contatto con Mr. Monkey?

Mr Monkey lo conosco ormai da 5/6 anni, la primissima volta che entrai nel mio primissimo studio, (lo stesso studio in cui lavoro ora con i Fratelli Akash), Mr Monkey era lì. Matteo lo conosco come persona e siamo sempre andati d’accordo, dopo il successo ricevuto insieme a Pietro ero consapevole che la cerchia di persona con cui lavorava si era ristretta drasticamente, ma l’ho telefonato per chiedergli se volevamo trovarci per provare a fare musica, e lui mi ha accolto a braccia aperte. Sarò sempre riconoscente per questo.

a cura di
Cassandra Enriquez

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