“Oggi è morto Kurt Cobain” (era il 1994)

“Oggi è morto Kurt Cobain” (era il 1994)
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“Here we are now, entertain us” – Questa frase forse è uno dei simboli dell’ironia contenuta nella tristezza di Kurt Cobain, un invito velato come a dire: “Ok, siamo qui, ora fateci divertire”. Era il 10 Settembre del 1991 e i Nirvana, senza saperlo, stavano lentamente entrando nella storia della musica. Smells Like Teen Spirit uscì come primo estratto del secondo album realizzato in studio: Neveremind.

L’inaspettato successo di Nevermind

Alla fine del 1991 Nevermind scalò la vetta delle classifiche, portando così l’Alternative Rock nel panorama della musica Mainstream. Il grunge aveva trovato con i Nirvana uno spazio iconico all’interno di un mondo che fino a quel momento li aveva etichettati come un contorno da cui prendere le distanza.

Rompicazzo, lamentoso, pazzo schizofrenico” – Così veniva definito dalla stampa, allora, quel ragazzo biondo nato ad Aberdeen il 20 febbraio 1967. Iperattivo per natura, assume fin da bambino farmaci per aiutare la concentrazione a scuola, ed altri per riuscire a dormire. Un’infanzia diffcile quella del giovane cantautore. Coltiva la passione per la pittura e per il canto, l’unica cosa che Kurt non ama è la scuola.

Un bambino curioso e vivace

A quattordici anni Kurt acquista la sua prima chitarra e inizia passeggiare su strade mai percorse. Amava sperimentare, trovava gioia nel perdersi in posti dove nessuno mai aveva osato camminare. Nel 1986 forma i Nirvana assieme a Krist Novoselic, cambiando diversi batteristi. Nel 1989 viene realizzato Bleach seguito, dopo il cambio di casa discografica nel 1991 e l’arrivo permanente di Dave Grohl alla batteria, da Nevermind, caposaldo del genere grunge e non solo.

Era di una bellezza malinconica e conteneva tutte le fragilità che la vita gli aveva regalato. Kurt aveva un talento smodato ed un’innata percezione delle esigenze di quella che verrà etichettata, poco dopo, come Generazione X. Il leader dei Nirvana incarnava alla perfezione la disperazione e la rabbia, canalizzando il tutto in un mix di suoni fascinosi e proteste dettate da uno stile che rimarrà nel tempo.

Il disturbo Bipolare, il Lithium e il suicidio

Durante la maggior parte della sua vita Cobain combatté il disturbo bipolare e il disturbo da stress post-traumatico. Le fasi depressive di Kurt Cobain sono ben note a chiunque abbia mai ascoltato i Nirvana.
Solito dire come mantra “I hate myself and I want to die”, fin da bambino aveva mostrato segni di depressione, vivendo periodi di letargia via via sempre più gravi col passare degli anni.

Una vita segnata, inoltre, dall’utilizzo di massicce dosi di eroina e oppiacei. Le fasi maniacali sono l’altra faccia della medaglia. La mania si può esprimere in vari modi, come irritabilità, rabbia, euforia, tendenza al distrarsi, l’eccesso di sicurezza di sé. Tutte cose che Cobain mostrava nei concerti, ogni volta che distruggeva una stanza d’albergo, nella sua produzione di canzoni e disegni fatta in modo non-organizzato e convulso.

Le malattie mentali, come nel caso di Kurt, possono nascondere delle doti eccelse, connesse ad una fragilità che rende insopportabile la vita delle persone che ne sono affette. Nel 2020 parlare di malattie mentali” per molte persone resta ancora un tabù, qualcosa di cui vergognarsi o da cui fuggire, sopprimendo così la possibilità di vivere una vita più serena.

La moderna medicina ha fatto passi da gigante nella cura di alcune di queste malattie. L’informazione ci rende consapevoli di qualcosa che forse, negli anni ’90, qualcuno avrebbe etichettato come “comportamenti strani o fuori luogo”. Oggi curarsi è possibile o quanto meno si può vivere meglio.

In questo momento storico stiamo affrontando un virus che fa molto rumore, e che prende lo spazio e il tempo di molti altri problemi e paure. Le malattie mentali invece rimango silenziose. Le persone che ne sono affette vivono spesso in una solitudine che le accerchia e li lascia sole.

Kurt Cobain morì a soli 27 anni, il 5 aprile 1994, lasciando sua moglie, Courtney Love e una figlia che non avrà mai la fortuna di conoscerlo. Come accadde in passato ad altre icone della musica, rimase ucciso sotto il peso della celebrità, schiacciato dalla sua stessa fama e sensibilità. Il mondo, per come lo vedeva Kurt, era difficile da vivere. I Nirvana, e Kurt Cobain, hanno regalato alla musica un’anima che non morirà mai.

a cura di
Alessandro Di Domizio

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