Il meglio di Budapest in un gioco di parole
Visto che l’occasione fa l’uomo ladro, approfitto di un bel week end primaverile e di un volo low cost, per tornare a Budapest dopo vent’anni.
Trovo una città completamente diversa da quella che ricordavo: Budapest oggi è dinamica, giovane e multietnica. Quel grigiore con il quale l’avevo salutata non esiste più.
Vi voglio dare qualche dritta, su come trascorrere un week-end magico in questa splendida capitale, partendo proprio dal nome della città.
BudaREST, dove dormire a Budapest
Budapest, si può suddividere in due grandi aree: Buda, la parte collinare ad ovest del Danubio e Pest, la zona pianeggiante, ad est del Danubio. Decido con il mio compagno di dormire a Pest e cerco un appartamento nel quartiere ebraico di “Erzsébetváros”, la città di Elisabetta, perché documentandomi, scopro che questo quartiere nasconde moltissimi gioielli: sinagoghe e ristoranti ebraici, street art ed i famosi ruin pub, tra i locali più interessanti della città.
Scelgo questo quartiere soprattutto perché lontano dalla zona più turistica di Budapest, in questo caso da Váci Utca; la strada dei negozi che ormai troviamo in qualsiasi città. Prenotiamo un piccolo, ma funzionale alloggio, al costo di circa 70,00 € a notte.
La scelta si rivela ottimale, l’appartamento è pulito, silenzioso perché si affaccia sulla corte interna di un palazzo storico, e scopriamo anche essere in posizione perfetta per trovare sempre qualcosa di bello da fare la sera, senza per forza dover macinare chilometri.
FOODapest, dove mangiare a Budapest
Il cibo non sarà un problema, per cui vi segnalo solo alcuni posti strategici, assolutamente da provare!
Arrivando nel tardo pomeriggio di venerdì, il nostro primo pensiero è stato quello di procacciarci la cena e dopo una brevissima ricerca sul web, ci siamo imbattuti nel Karaván, un vicolo pieno di chioschetti, vicino a Kazinczy utca, che rappresenta lo street food per eccellenza di Budapest.
Super affollato e divertente, qui si respira un aria cosmopolita che odora un po’ di fritto, si può mangiare dal classico hamburger alla pizza, al Thai, al più tipico gulasch ungherese. L’unica cosa da fare, è rispondere al proprio appetito, ce n’è per tutti i gusti e ci sarà modo di smaltire con lunghe passeggiate in città, per cui dateci dentro!
Per la cena di sabato abbiamo invece scelto un classico locale ungherese, il Kispiac un ristorante tipico che si trova non lontano dal palazzo del parlamento in V Hold utca. Se per lo street food del Karavan, non ci sono problemi di orario, tenete presente che al contrario, la cucina di questo locale chiude alle 22:00 è quindi bene prenotare, o arrivare in largo anticipo. Qui troverete lunghe e gioviali tavolate, camerieri super cordiali e potrete provare il famoso malac, il maialino ungherese.
Se alloggiate nel quartiere ebraico, ricordatevi che di sabato, tutti i ristoranti saranno chiusi per cui vi conviene puntare su un’altra zona. Noi non abbiamo avuto modo di provare la cucina kasher, ma ci sono molti localini che la propongono ed a giudicare dalla folla, sembrano validi.
Per l’ultimo giorno abbiamo scelto un bellissimo bar, quasi sotto casa, il Lion’s Locker, dove per pochi fiorini, ci siamo gustati un’abbondante colazione ma soprattutto, abbiamo potuto lasciare il nostro bagaglio in appositi armadietti custoditi messi a disposizione dei clienti, che come noi, non vogliono rinunciare alle ultime passeggiate senza il peso della valigia.
BudaFEST, dove fare baldoria a Budapest
Questa è la mia parte preferita, perché in un week end non può mancare la parte dell’intrattenimento, che sia diurno o serale, cercato o capitato per caso.
Siamo stati fortunati, e nel raggiungere il complesso termale dei Bagni Széchenyi, ci siamo imbattuti in un chicca per soli local: il Rosalia Festival, una manifestazione annuale didegustazioni di vino rosè che si svolge al City Park di Budapest per festeggiare il passaggio dalla primavera all’estate.
Quest’anno, il festival si svolgerà dal 15 al 17 Maggio, se siete in città non perdetevelo, perché oltre alla degustazione di vini, vi potrete godere dei bellissimi concerti e mescolarvi alle persone del posto. Sarà ottima la combinazione con le terme nel primo pomeriggio e relax nel parco a seguire.
Ma veniamo alle serate ungheresi!
Come vi anticipavo, non lontano dal nostro appartamento si trova la famosissima Kazinczy utca e proprio su questa strada si trova il Szimpla Kert , il mio ruin pub preferito, che quest’anno compie vent’anni.
Che cos’è un ruin pub? Un ruin pub, è una vecchio edificio abbandonato o dismesso, che rinasce e diventa centro di aggregazione. A riportare in vita questi locali, sono stati artisti del posto e non, che negli anni, hanno contribuito ad arredarli mischiando design, musica, arti figurative e creando quindi dei veri e propri punti di riferimento per i giovani ungheresi.
Dobbiamo pensare che Budapest, ha vissuto a lungo sotto il regime sovietico, quest’area della città era la più povera e la più degradata ed inoltre, siamo anche vicinissimi al quartiere ebraico, che prima di essere un quartiere, era un ghetto. I ruin pub, sono una sferzata di energia.
Al Szimpla Kert, ci si può perdere tra le tante sale ed in un unico posto, si può ascoltare musica house per poi passare ai concerti live, attraversando la sala dedicata alla musica pop, e quella esclusivamente dedicata alla musica latina.
Quello che accade per la musica, in questo locale, accade anche per le bevande: c’è la sala dedicata alle birre, quella per gli amanti del vino, quella per provare i cocktail e quella dove si trovano solo analcolici. C’è una sala per fumatori di narghilè e chi più ne ha più ne metta.
Bisogna esplorarlo, è meraviglioso. Non c’è un solo centimetro di parete che non sia decorato con scritte o arredato con quadri, sculture, tappi … insomma un MUST, non troverete una sedia uguale all’altra ed il vostro tavolo potrebbe essere un biliardino che per seduta, ha una comoda vasca-sofà.
BudaBEST, l’imperdibile di Budapest
Premetto che Budapest, mi ha entusiasmata sotto molti punti di vista, è una città green, una città dove mi sono sempre sentita sicura ed dove ho trovato persone gentili e cordiali. Una città dotta, dove l’arte è sempre in primo piano, e dove molti si stanno ribellando ad un governo che tende a smorzare gli entusiasmi delle giovani generazioni, quelle più aperte verso il cosmopolitismo.
La scelta del “best” di Budapest, non è stata semplice, ma pensando a due delle mie più grandi passioni, fotografia e storia, ho selezionato 3 posti da non perdere.
Il Szimpla Kert, e voi direte “ancora?” Non per ripetermi, ma perché vale la pena vederlo nelle sue migliori vesti : di notte, quando è un intricato gomitolo di locali, e di giorno, o meglio la domenica mattina, quando si trasforma nel mercato più bello che io abbia mai visto.
Qui troverete la nonnina che fa spesa, troverete fiori freschi, formaggi, paprika, frutta e verdura, tutto esposto su bellissime bancarelle di legno e perfettamente integrato con l’arredamento del locale. Un posto dove ci si può perdere per ore a scattare fotografie, o a parlare con i mercanti. Veramente magico. Per chi volesse, la domenica mattina, c’è anche una sala dedicata al brunch, con buonissime torte fatte in casa.
Il secondo “best” che vi propongo, è un attrazione itinerante o meglio percorribile, si tratta della street art della città. Negli ultimi anni è stato avviato un progetto interessante, il “Facade rehab project” che ha dato il permesso a molti artisti locali di dipingere su alcuni palazzi del quartiere ebraico.
Utilizzando facciate intere come tele, questi artisti ci ricordano ad esempio, che Rubik, l’inventore del famoso rompicapo colorato a forma di cubo, era di Budapest e che nel 1953, la nazionale di calcio ungherese, capitanata da Ferenc Puskas, sconfisse la nazionale di calcio inglese 6 a 3. Anche qui sarà possibile intraprendere una vera e propria caccia fotografica.
Ultimo, ma non per importanza, è il memoriale sull’olocausto degli ebrei a Budapest, dedicato alle vittime dei miliziani del Partito delle Croci frecciate, che furono assassinati lungo il Danubio tra il 1944 ed il 1945.
Oggi troviamo 60 paia di scarpe in bronzo, che ricordano la moda anni 40’, e che idealmente appartengono alle 60 persone, donne, uomini e bambini che sono state uccise qui. Le scarpe erano merce rara per l’epoca e quindi venivano fatte togliere per poi rivenderle al mercato nero.
Questo monumento è molto toccante, in particolare quando ci si sofferma sulle scarpe più piccole, e si pensa ai bambini. Un bello spunto per riflettere sul passato e sulla storia di questa città.
Viszontlatasra Budapest, arrivederci Budapest.
a cura di
Valentina Cenni
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