Isole Lofoten, a caccia dell’aurora boreale

Isole Lofoten, a caccia dell’aurora boreale
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A chi non è mai capitato di guardare una foto dell’aurora boreale e rimanerne incantato?

Da sempre le antiche popolazioni che hanno abitato le terre del nord hanno cercato di dare una spiegazione a questo fenomeno dando vita a numerose leggende.

La maggior parte di queste leggende riguarda i collegamenti con l’aldilà, con gli spiriti degli antenati. Anche se quella che preferisco è quella finlandese, secondo la quale una volpe, correndo tra le montagne innevate, si stancò di tenere sollevata la coda. Quest’ultima, ad ogni passo, urtando la neve provocava delle scintille che sollevandosi in cielo diedero origine all’aurora boreale. O fuochi della volpe.

Oggi riusciamo a dargli una spiegazione scientifica: particelle elettriche di origine solare collidono con l’atmosfera terrestre, creando un fenomeno ottico il cui colore dipende dai gas presenti nell’aria.

Nonostante questo, credo che vedere le luci del nord sia nella bucket list di ogni viaggiatore. O sognatore.

Sapevo che prima o poi avrei fatto un viaggio nelle terre estreme per cercare di ammirarla con i miei occhi. Quello che non sapevo era che sarebbe successo così presto.

Perché le Lofoten?

Le Isole Lofoten sono un arcipelago della Norvegia, circa 200 km al di sopra del circolo polare artico. Grazie alla loro posizione, in estate si può osservare il sole di mezzanotte, mentre in inverno sono un ottimo posto per provare a vedere l’aurora boreale.

Essendo toccate dalla corrente del Golfo le temperature sono miti, ed anche in inverno difficilmente scendono sotto lo zero.

Da metà dicembre all’inizio di gennaio il sole non sorge mai, dando luogo alla notte polare. Le ore di luce poi aumentano gradualmente fino ad arrivare a 24, da metà maggio a fine luglio.

Ecco che le temperature non tipicamente polari, le poche ore di luce e i paesaggi caratterizzati da montagne innevate che si tuffano direttamente in mare mi hanno spinto a scegliere questa meta.

Vista aerea di Reine

Il viaggio

Il periodo scelto è la metà di gennaio. La notte polare è finita da poco e ci sono circa 4 ore di luce al giorno.

Il consiglio che posso dare, dopo essere stato in Norvegia anche l’estate scorsa, è che conviene alloggiare in un appartamento in modo da avere a disposizione la cucina e portarsi il cibo dall’Italia. Un po’ per il costo della vita che rende proibitivo mangiare fuori tutte le sere. Un po’ per il fatto che gennaio è bassissima stagione e i ristoranti sono praticamente tutti chiusi, ma questo lo scoprirò solo una volta là.

Decido di alloggiare a Leknes, un paese situato a metà strada tra Å (l’ultimo paese a ovest delle isole, nonché quello col nome più corto al mondo) e Svolvær (la “capitale” delle Lofoten) e di prendere una macchina a noleggio.

Le Lofoten sono facilmente raggiungibili arrivando a Bodø, con scalo a Oslo. Da lì si può prendere un traghetto o intraprendere un volo di 25 minuti in turboelica.

Le isole maggiori sono collegate tra di loro (e con la Norvegia) dalla E10 e dal suo sistema di ponti e tunnel. Tutti i luoghi che voglio visitare sono raggiungibili entro poco più di un’ora di macchina da Leknes.

Quattro ore di luce possono sembrare poche, ma sono più che sufficienti per riuscire a godersi il luogo con il giusto ritmo.

Se siete appassionati di fotografia troverete pane per i vostri denti

Passerete le giornate a visitare spiagge di sabbia bianca e acqua dai colori tropicali come Haukland, Uttakleiv o Ytresand.

L’alba delle 10.30 a Ytresand Beach

Se non fosse per la neve sulle montagne intorno e, a volte, sulla spiaggia stessa, probabilmente vi verrebbe voglia di farci un tuffo. Sicuramente troverete qualche pazzo fare surf nelle spiagge di Unstad o Skagsanden.

Surfista a Unstad Beach

È d’obbligo passare da Henningsvær, chiamata anche “la Venezia del Nord”, di cui sicuramente avrete visto il suo campo da calcio in qualche foto sparsa per il web.

Henningsvær, vista dal drone

L’attrazione principale delle Lofoten sono sicuramente le rorbuer, le tipiche abitazioni in legno dei pescatori norvegesi dipinte principalmente di rosso.

Le più caratteristiche si trovano ad Hamnøy o a Sakrisøy.

Rorbuer ad Hamnøy

A Nusfjord invece potrete usufruire della spa del resort, che mette a disposizione due “stamp” (le tipiche tinozze di legno con acqua calda) e una sauna, per potersi rilassare un paio d’ore con vista sul fiordo.

Scorcio di Nusfjord

Intorno alle 14.30, quando inizia a far buio, poi ci si può rinchiudere in un Cafè o in una Bakery fino all’ora di chiusura (solitamente le 16.00).

Dopo una lunga giornata non c’è niente di meglio che riscaldarsi con un caffè americano o una tazza di tè e gustarsi una fetta di torta o uno dei tipici dolci alla cannella.

Il riposo prima della caccia

Visto che le attività da fare a gennaio alle Lofoten non sono particolarmente numerose, si può rincasare presto, riposarsi, farsi una doccia e prepararsi con calma la cena prima di uscire di nuovo nella speranza di vedere le luci del nord.

Il requisito fondamentale perché l’aurora boreale possa vedersi è che il cielo debba essere limpido. Purtroppo il tempo non è stato particolarmente clemente e il massimo che riuscivo a raccogliere era del gran accumulo di freddo.

Il penultimo giorno, però, le applicazioni e i siti consultati davano previsioni piuttosto ottimistiche. Il problema è che aveva nevicato tutto il giorno e le nuvole non accennavano la minima intenzione di andarsene.

Nonostante questo ho deciso di cenare prima del solito, sperando che smettesse almeno di nevicare per uscire.

Ad un certo punto ho avuto come un’illuminazione: sapevo che quella sera l’avrei vista!

Decido improvvisamente di uscire, con la bufera di neve ancora in corso. Mentre sono per strada improvvisamente si placa.

Appena arrivo ad Unstad Beach scendo dalla macchina e da una fessura tra le nuvole scorgo una luce pallida, che basta a farmi restare senza parole.

Poco alla volta il cielo si apre sempre di più

Mi ritrovo improvvisamente sotto strisce di luce dal verde sempre più intenso che si muovono lentamente. Mi siedo sulla sabbia, che in realtà è ricoperta dalla neve. Il freddo non si sente, la testa si svuota. Non c’è bisogno di pensare ad altro.

Aurora boreale a Unstad Beach

Dopo quasi tre ore l’aurora sembra affievolirsi, ma non voglio lasciarla andare. È il momento giusto per provare a cambiare luogo.

Raggiungo Haukland Beach e le luci, ancora più forti di prima, si manifestano in una danza luminosa che mi avvolge completamente, prima di lasciare il posto alle nuvole che decidono di far calare il sipario.

Aurora boreale a Haukland Beach

Siti e App utili:
– Service Aurora (web)
– Norway Lights (webAndroidiOS)
– Space Weather (web)
– My Aurora Forecast (AndroidiOS)

A cura di
Mirko Fava

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Mirko Fava

Mirko Fava nasce a Parma il 23/04/1991. Ha un diploma da geometra che ha usato per poco tempo, prima di diventare impiegato. Ha cominciato ad appassionarsi di musica negli anni delle superiori ed è andato alsuo primo concerto nel 2007, portandosi dietro una delle prime digitali compatte di suo padre, ottenendo scarsissimi risultati. La passione per la fotografia è cominciata parallelamente a quella per i concerti, anche se a tutti gli effetti si è sviluppata definitivamente dopo qualche anno. La macchina fotografica lo accompagna anche in viaggio, alla costante esplorazione del mondo. Tutte passioni economiche, in pratica.

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