I Linea 77 tornano con Server Sirena

I Linea 77 tornano con Server Sirena
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«Dovrei passare tutta la vita a pensare alle cose che ho/alle cose che vorrei/ al modo di raggiungerle/ e poi a come difenderle?/ Ma io non so cosa avevo prima/ e non so quello che ho adesso»

Nel 2003, con il brano Fantasma, i Linea 77 urlavano al mondo le loro incertezze. Era il loro modo di denunciare quelle pressioni sociali che etichettano e conformano, con la loro asfissiante regolarità.

Da venerdì 11 ottobre con la pubblicazione dell’ultimo EP, Server Sirena (Universal Music), tutto questo sembra ormai un ricordo. I Linea 77 sono pronti a ricominciare con un nuovo tour che partirà il 6 Novembre all’Alcatraz di Milano.  

In attività dal 1993, il gruppo di Nitto, Dade, Chinaski e Tozzo si rivela più solido che mai, forte di una carriera di oltre 25 anni, di 9 album pubblicati e di tanti concerti in Italia e all’estero.

Server Sirena nasce dalla voglia di rimettersi in gioco senza timore, con la consapevolezza di chi può entrare nei canali mainstream senza rinunciare al suo approccio underground.

La direzione artistica del disco è stata curata da Sir Bob Cornelius Rifo (The Bloody Beetroots), che probabilmente la band ha voluto omaggiare con la copertina dell’EP: un ragno nero su uno sfondo d’oro. Un possibile riferimento alla maschera dell’Uomo Ragno nero (Uomo Ragno, non Venom) che il musicista indossa durante le sue esibizioni.

Cornelius Rifo è riuscito a donare a Server Sirena una convincente veste sonora elettronica, minimale ed essenziale, ma allo stesso tempo caratterizzata da un sound solido e potente.

Basta iniziare l’ascolto per poterne saggiare le qualità dell’album che si apre con AK77, la prima delle sei tracce, una collaborazione con Salmo e il producer Slait. Il brano, uscito in anteprima lo scorso marzo e il cui videoclip è un omaggio a Full Metal Jacket di Stanley Kubrick, unisce sonorità metal ad altre elettroniche/dubstep e si muove su una sorta di dualismo tra bene e male. Due entità che però non si muovono su piani nettamente distinti ma sembrano anzi rivelare un comune destino mortifero:

«Disobbedienza, fastidio, distacco/ Padre, figlio, spirito santo/ Sempre il lato sbagliato/ Cercando risposte nel niente».

Sulla stessa riga anche il secondo brano con il rapper torinese Ensi, in cui la band continua questo duplice e vivido racconto che qui si tinge di tinte catastrofiche. Male e Bene, Guerra e Pace, Inferno e Paradiso, due facce della stessa medaglia:

«Il vero problema dell’uomo è l’uomo stesso, fuori contesto/ Deboli umani, saggi demoni/Talmente simili che non riesco più a distinguerli».

Cielo Piombo, la terza traccia con Samuel dei Subsonica, rompe questo ritmo a favore di linee più melodiche. Un intro di pianoforte introduce un brano dal carattere più introspettivo e riflessivo, impreziosito dal ritornello cantato da Samuel per l’appunto.

Il tempo di riprendere il fiato e si ritorna a picchiare freneticamente con Hell Raton e Caparezza in Play & Rewind. Un brano che si sviluppa in crescendo tra riff di chitarra e drum-machine che esplodono nel ritornello, tra atmosfere futuristiche paranoiche e visionarie:

«Play & Rewind/ Girando intorno alla ruota, come in un loop infinito/Play & Rewind».

Dopo Salmo, Slait ed Hell Raton nella quinta traccia tocca ad un altro artista dell’etichetta Machete: Axos.

Il rapper milanese contribuisce alle atmosfere allucinate di Prison:

«Vedo il mio lato peggiore di schiena/ Ti appende alla corda se gliela do».

Quasi senza soluzione di continuità, Senzalternativa con Jack The Smoker chiude Server Sirena. Questo breve “divertissement”, questa sorta di esperimento di collaborazioni della band di Venaria rinnova ma allo stesso tempo avvalora lo spirito che il gruppo si è costruito in questi anni. È un album che strizza l’occhio alle sonorità elettroniche di matrice underground più moderne che, in Italia, grazie ad artisti come Salmo, stanno trovando grande risonanza anche nei canali mainstream.

Server Sirena è il modo in cui i Linea77 si rilanciano ma allo stesso tempo non rinunciano a ciò che sono stati.

A cura di
Angelo Baldini

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Angelo Baldini

Nato a Napoli nel 1996 studia Giornalismo e cultura Editoriale presso l'Università degli studi di Parma. Collabora con Eroica Fenice di Napoli e con ParmAteneo. Crede in poche cose: in Pif, in Isaac Asimov, in Gigione e nella calma e nella pazienza di mia nonna Teresa.

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