Heroes – Bowie by Sukita •Un uomo dai mille volti•
Nella suggestiva cornice di Palazzo Medici Ricciardi di Firenze, dal 30 marzo 2019 al 28 giugno, sarà allestita una mostra, curata da Ono Arte Contemporanea, dedicata ad una delle figure più poliedriche della storia della musica mondiale: David Bowie.
Heroes- Bowie by Sukita racconta attraverso 60 scatti un sodalizio artistico, ma anche una profonda amicizia, che ha legato il camaleontico cantante al fotografo giapponese.
La mostra ci restituisce un ritratto di Bowie nel suo momento di gloria, un viaggio tra le sue trasformazioni, tra i suoi outfit memorabili e le sue stravaganze.
Le foto sono scattate da Masayoshi Sukita, fotografo giapponese, che ha immortalato l’artista nel corso di tutta la sua carriera. Sukita, grazie al rapporto che ha creato con il cantante, ci ha regalato foto più intime e personali di Bowie. Dobbiamo a lui la copertina di Heroes, uno dei brani più conosciuti ed iconici del Duca Bianco.
David Bowie oltre che per le sue doti di musicista è famoso per la sua abilità continua nello stupire e nel rompere gli schemi tradizionali.
Se per molti artisti tracciare un profilo può essere facile, per lui non è così.
Una semplice domanda come chi era David Bowie, in realtà, ci metterebbe in grandissima difficoltà.
Nel corso della sua vita ha creato innumerevoli alter ego che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito a creare il suo personaggio. Bowie era un trasformista, un camaleonte.
Nonostante la sua carriera sia iniziata nel 1967 con David Bowie il vero successo arriva nel 1972 con l’album The Rise and Fall Of Ziggy Stardust ad the Spiders from Mars.
Qui nasce il suo primo alter ego: l’alieno androgino dai capelli color del fuoco Ziggy Stardust. Nella creazione del personaggio sono stati forti gli influssi di Arancia Meccanica di Kubrike del teatro giapponese Kabuki.
© Photo by Sukita 2019
Ziggy diventa David e David diventa Ziggy; è difficile capire dove finisca uno ed inizi l’altro. Con la sua creatura Bowie è l’antesignano del glam rock che avrà tanto successo negli anni successivi.
La creazione di questo personaggio è stato un colpo di genio che ha lanciato Bowie sulla strada dell’immortalità. Nell’album sono trattati svariati argomenti, scomodi ma anche estremamente all’avanguardia: politica, droghe ed orientamento sessuale.
La vita dell’alieno però è breve. Come ho detto poco sopra Bowie è un trasformista e stare legato troppo a lungo ad un solo personaggio non fa per lui. Così il 3 luglio del 1973 sul palco dell’Hammersmith Odeon di Londra Bowie uccide il suo alter ego. I fan rimangono scioccati, nessuno si aspettava una cosa del genere.
Mentre stava viaggiando in America, per portare in giro la tournée legata all’album, trova l’ispirazione per la sua nuova opera. Nel 1973 esce Aladdin Sane, una sorta di diario di viaggio, ispirato proprio alle esperienze vissute in terra americana.
Alladin, con la saetta dipinta sul volto, è il nuovo alter ego di Bowie.
Il personaggio di Aladdin Sane, potrebbe essere ispirato al fratello a cui venne diagnosticata la schizofrenia. Lo stesso nome, che si potrebbe tradurre come “un giovane folle” (a laid insane), richiama alla mente la malattia mentale, tematica molto cara al cantante.
L’anno seguente esce Diamond Dogs, un album che va controcorrente: mentre nel mondo inizia a spopolare la disco music Bowie se ne esce con questo album complesso. Qui prende vita un nuovo personaggio chiamato Halloween Jack: capelli rossi e benda sull’occhio. Un personaggio che si muove in un futuro post-apocalittico, ispirato dall’opera di George Orwell.
Ma il personaggio per cui Bowie è più spesso ricordato è il Duca Bianco. La creazione di questo alter ego, che prende vita nell’album Station to Station (1976), deriva forse dall’esperienza cinematografica vissuta ne L’uomo che cadde sulla terra.
Il Duca Bianco era un personaggio odioso, per stessa ammissione di Bowie, era freddo, ariano quasi ieratico. Nonostante l’album contenga la hit Golden Years, il cantante sta affrontando un periodo buio e difficile dovuto ai problemi legati allo stress e alle tossicodipendenze; insomma non è tutto oro quello che luccica.
Inoltre a causa dell’aspetto ariano e per alcune dichiarazioni, in questo periodo, vienne spesso accusato di fomentare fascismo e nazismo.
Il Duca era un alter ego diametralmente opposto a Ziggy: i capelli erano laccati all’indietro, le tutine erano state sostituite da abiti impeccabili ed eleganti. Il successo però fu travolgente, il pubblico amava il Duca Bianco…non ne aveva mai abbastanza.
Ma è nell’ultimo album, Blackstar, che Bowie si spoglia e ci presenta la sua vera identità: David Robert Jones. Qui è un profeta, cieco, e ci preannuncia la sua morte.
© Photo by Sukita 2019
Bowie era malato da tempo di cancro e questo album è il suo epitaffio, il suo addio ai fan. I video che lo ritraggono steso in un letto assumono un significato più profondo che, ad una prima vista, era impossibile cogliere.
Sapeva che la malattia lo stava traghettando verso la fine e, fino all’ultimo, Bowie è stato un uomo di scena. Blackstar è il suo saluto, il suo congedo dal mondo.
Con la sua morte, il 10 gennaio 2016, non abbiamo perso solo Bowie abbiamo perso tutti i suoi alter ego: Ziggie, Aladdin, Jack, Il Duca e, ovviamente, David Robert Jones.
A cura di
Laura Losi