La vita secondo MAC
Un pianeta su nove è l’album d’esordio di MAC, acronimo di Mario Alessandro Camellini, per Private Stanze.
Si tratta certamente di un album piuttosto peculiare e particolare, decisamente controcorrente rispetto a quello che siamo abituati ad ascoltare.
I testi sono duri, forti, disillusi a tratti persino cattivi che sbattono in faccia a chi li ascolta il disagio generazionale. MAC non gira intorno alle cose, le dice in modo chiaro e tondo e questo sicuramente farà parlare di lui, nel bene o nel male.
Tutto questo appare chiaro fin dal primo ascolto della sua opera.
Ad esempio Un pianeta su nove, traccia che da il titolo all’intero album, altro non è che una critica forte alla società e a tutte quelle contraddizioni insite in essa. Tematica che potrebbe essere considerata un po’ il filo conduttore di tutto il cd.
In Livore, che ha anticipato l’uscita dell’album, non la manda adire a tutti quelli che danno importanza all’apparire piuttosto che all’essere. “La vita non è vita se hai solo bisogno di attenzioni” è la frase più emblematica della canzone, quella che ti entra in testa e ti porta a pensare alla superficialità delle cose; quella che dipinge al meglio la nostra attuale società.
Non a caso Camellini non è soltanto un cantante ma anche un poeta e uno scrittore che ha all’attivo due romanzi psicologici.
Suoni un po’ distorti, urla lamenti e continui cambi di tono accompagnano ed enfatizzano le parole dei testi andando a creare una particolare Alchimia (parola che ho scelto non a caso visto che è il titolo di uno dei brani.). MAC con la sua schietta e disillusa visione della vita, del mondo e della nostra epoca potrebbe essere la voce della nuova generazione; ma una voce controcorrente che ne mette in luce le debolezze, le ipocrisie e le vanità effimere che caratterizzano la nostra epoca.
Se siete curiosi non vi resta che aspettare il 9 novembre, data di uscita di Un pianeta su nove, per vedere cosa ne pensate e farvi la vostra personale idea.
Perché MAC non lascia indifferenti: o lo si ama o lo si odia.
a cura di
Laura Losi