Sono passati 40 dall’uscita di uno di quei film che hanno segnato una generazione. È l’8 giugno quando nei cinema USA arrivò sugli schermi Ghostbusters.
Il 1984 è stato un anno prolifico per il cinema d’oltreoceano. Tra i titoli più altisonanti ricordiamo Indiana Jones e il tempio maledetto, Gremlins, Scuola di Polizia, Karate Kid, Beverly Hills Cop, Terminator e la pellicola di cui parleremo oggi: Ghostbusters. Film che tutt’ora rimane uno dei capisaldi del cinema anni ’80, mixando il sogno americano, New York, e i fantasmi.
Ghostbusters è nato dalla passione di Dan Aykroyd per il paranormale. Il nonno era un noto spiritista (si dice che abbia anche costruito un apparecchio per poter parlare con l’aldilà) che tramandò la passione al nipote, mentre un articolo sulla meccanica quantistica del fisico Hugh Everett, gli suggerì l’idea di intrappolare i fantasmi.
Era il 1980: lui e John Belushi erano i protagonisti di Blues Brothers (andate a recuperare la nostra retrocensione) e, nello stesso periodo, Dan Aykroyd era impegnato nella scrittura della sceneggiatura di Ghostbusters. Un film decisamente diverso da come lo conosciamo oggi: l’idea originale parlava di un gruppo di scienziati (Dan Aykroyd, John Belushi ed Eddie Murpy) che, viaggiando nel tempo, combattono le minacce soprannaturali che incontrano.
La morte di Belushi nel 1982, e la risposta fredda da parte di Hollywood a questa prima stesura, fecero cambiare rotta al progetto. In seguito alla partecipazione di Bill Murray e Ivan Reitman, ci fu la svolta con l’ingresso di Harold Ramis, che diede una grande apporto alla stesura della sceneggiatura che tutti noi conosciamo.

il Guardia di Porta e il Mastro di Chiavi
New York ,1984. Tre giovani professori universitari un po’ sopra le righe, Peter Venkman (Bill Murray), Raymond “Ray” Stantz (Dan Aykroyd) ed Egon Spengler (Harold Ramis) eseguono stravaganti esperimenti di parapsicologia e parascienza, con pessimi risultati.
La loro vita cambia quando si trovano davanti ad un fenomeno paranormale: un vero fantasma nella Public Library della città. Un primo scontro che non ha grande successo, ma che darà loro l’impulso (insieme al licenziamento subito) per acquistare un immobile (la mitica stazione dei pompieri, meta di turisti da tutto il mondo) e catturare fantasmi.
Chiamalo fato, chiamala fortuna… chiamala karma…
Peter Venkman
Nonostante una martellante campagna di marketing i clienti scarseggiano, ed i soldi del fondo cassa rasentano lo zero. La svolta avviene quando si presenta da loro Dana Barret (Sigourney Weaver), tipica ragazza single newyorkese che, pur non credendo ai fantasmi, ha sofferto l’apparizione di un orribile demone, che si fa chiamare Zuul, nientepopòdimeno che nel suo frigorifero!
A questo si aggiunge una chiamata dal lussuoso Sedgewick Hotel: il direttore dell’albergo ha bisogno del loro aiuto per mettere fine alle scorribande di un fantasma che da anni infesta il dodicesimo piano, un entità di nome Slimer.
Con la cattura del loro primo fantasma la fama è immediata e le comparsate in tv e sulle riviste non tardano ad arrivare, così come decine di telefonate che portano all’arrivo di Janine (Annie Potts) e Winston Zeddemore (Ernie Hudson) a completare la formazione.
In un crescendo di situazioni al limite dell’assurdo, i nostri eroi si troveranno davanti alla malvagia semidivinità sumera Gozer. Reincarnato sulla Terra dopo quasi 8000 anni, e incitati da tutta la cittadinanza newyorkese, daranno vita allo scontro finale…
Venimmo, vedemmo e lo inculammo!
Peter Venkman
Non diremo il finale, qualcuno potrebbe non averlo ancora visto.

Un cult sin dal primo giorno
A dispetto di molti film della stessa epoca, questa pellicola ebbe successo immediato al botteghino. Apprezzato da pubblico e critica, Ghostbusters divenne uno dei film di maggior successo del 1984, tanto da risultare il secondo miglior risultato al box office statunitense dietro solo a Beverly Hills Cop, e primo sul suolo italiano davanti a Non ci resta che piangere e Indiana Jones e il tempio maledetto.
Il budget del film fu di 30 milioni, uno dei più alti dell’epoca, grazie al quale poterono utilizzare effetti speciali costosi creati da Boss Films, che mise in piedi una squadra che racchiudeva molti degli addetti ai lavori che hanno creato Star Wars.
La cosa incredibile fu, che a causa dei tempi ristretti imposti dalla produzione, molti degli effetti speciali furono frutto di primi ciak e non è difficile notarlo, come nella scena della biblioteca dove si vedono i cavi delle carrucole. Negli anni vennero scoperti addirittura 54 differenti errori nel film.
Senza ombra di dubbio, però, l’interpretazione dei 3 protagonisti principali è stato quel plus che ha fatto amare i personaggi e i fantasmi a grandi e bambini, creando un brand che tutt’oggi è riconoscibile e amato, sebbene gli ultimi film non siano all’altezza delle pellicole anni ’80.

Da recuperare o rivedere
I Ghostbusters hanno segnato un epoca. Sono entrati nei cuori delle generazioni anni ’60 e anni ’80 e, nonostante gli originali acchiappafantasmi siano un cartone animato con uno scimmione come protagonista, nell’immaginario collettivo i segni distintivi sono la Ecto-1 e l’omino Marshmallows all’interno del film.
Per molti, me compreso, questo film è stato il primo sguardo su New York e il primo vero seme di quel sogno americano che col tempo si è sopito, anche se posso dire di aver visto diverse volte i luoghi della pellicola e toccato con mano la caserma dei pompieri (dovete andarci almeno una volta nella vita).
Non è quindi difficile capire perchè Ghostbusters sia diventato un cult. Grazie ad una storia semplice, divertente e coinvolgente, il film è stato indicato come la commedia di maggior successo di tutti i tempi, e l’interpretazione di Bill Murray è rimasta nella storia del cinema grazie alle sue improvvisazioni.
Inoltre, molti dei fantasmi, Slimer e Stay Puft Marshmallow Man, pur essendo “cattivi” risultano carini e coccolosi, così da non far paura ai più piccoli, ma avvicinandoli alla pellicola rendendola perfetta per le famiglie.
Menzione per la colonna sonora che ha creato una delle hit che ancora oggi ascoltiamo in radio e nelle nostre playlist, quella Ghostbusters (Who you gonna Call?) di Ray Parker Jr, diventata iconica e necessaria.

5 Curiosità sulla pellicola
Prima di salutarvi vi lascio con 5 curiosità su Ghostbusters che magari non conoscevate:
- Il nome del film che conosciamo tutti poteva non essere quello. A causa di problemi col copyright, il nome era di proprietà della Filmation (per intenderci la casa di produzione di He-Man) e fino all’ultimo non ha voluto dare i diritti per il nome, tanto che per sicurezza la produzione girò il film anche sotto il nome di Ghostbreakers
- Il numero di telefono che appariva nel film era realmente funzionante. Per diverse settimane il numero ricevette circa 1000 chiamate all’ora, 24 ore su 24, per diverso tempo, dall’altro capo della cornetta rispondeva un messaggio preregistrato da Bill Murray e Dan Aykroyd, che annunciavano che non potevano rispondere perché erano occupati ad acchiappare i fantasmi.
- Slimer fu creato ad immagine e somiglianza di John Belushi, come omaggio per l’attore scomparso che avrebbe dovuto fare parte del cast. I responsabili degli effetti speciali si basarono sul personaggio di Bluto di Animal House, interpretato dallo stesso Belushi.
- La hit del film scritta da Ray Parker Jr fu al centro di una diatriba legale quando Huey Lewis & The News ritennero fosse un plagio della loro hit dell’anno precedente I want a new drug. Huey Lewis vinse la causa con un accordo extra-giudiziario, i cui termini rimasero segreti. Anni dopo, il cantante parlò pubblicamente di questa intesa e Ray Parker Jr gli fece causa.
- Il simbolo “divieto-di-fantasma” è stato disegnato dall’amico di Dan Aykroyd, John Daveikis.
La loro preoccupazione principale era quella di assicurarsi che non assomigliasse a Casper. Secondo Paul Feig, regista e sceneggiatore del remake al femminile di Ghostbusters del 2016, il nome del fantasmino è Mooglie.
a cura di
Andrea Munaretto
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