Nel panorama degli anime e manga il livello di profondità che emerge dalle tematiche affrontate va ben oltre il mero intrattenimento
Si tratta di riflessioni universali riguardo tematiche che trascendono confini culturali e storici. Sebbene siano nati in Giappone, i mondi narrativi dei manga evocano parallelismi con la tradizione letteraria occidentale, mostrando come alcuni temi siano costanti in tutte le culture anche se inseriti in cornici differenti.
La fragilità della civiltà: Shingeki no Kyojin e Il signore delle mosche
In Shingeki no Kyojin (Attack on Titan), la civiltà umana è circondata da mura gigantesche che apparentemente sembrano offrire una protezione dai pericoli esterni, ossia i giganti. Essi sono creature mostruose che cacciano gli esseri umani.
Tuttavia, analizzando l’intricato mondo creato da Isayama Hajime, emerge che l’idea delle mura come protezione in realtà non rappresenti una così totale sicurezza. Si tratta anzi di un rifugio temporaneo e fragile, destinato a crollare di fronte alla crescente minaccia. La paura di un nemico esterno spinge la società a costruire una barriera difensiva, nascondendo una realtà ancora più inquietante: l’essere umano stesso è incapace di costruire una società stabile, giusta e sicura. La violenza, l’egoismo e la corruzione interni alla comunità umana sono spesso le vere forze distruttive.
Ne Il signore delle mosche di William Golding si riflette ugualmente questo scenario. Un gruppo di ragazzi naufragati su di un’isola deserta cerca di mettere in piedi una società. In breve tempo l’assenza di un sistema di valori e di un leader adulto porterà tutto alla rovina. Si assiste ad un rovinoso passaggio dalla cooperazione iniziale alla violenza brutale e al caos.
Cosa ci insegnano queste due opere?
Entrambe le opere esplorano la stessa idea: l’equilibrio delicato della civiltà può essere facilmente rotto e quando questo accade l’umanità rivela la sua natura primitiva e incapace di mantenere l’ordine.
Il fallimento delle mura è simbolico. Le mura non proteggono solamente da ciò che sta fuori, ma anche dalle divisioni sociali interne. Allo stesso modo, nel romanzo di Golding le divisioni che vengono a crearsi tra i diversi ragazzi naufraghi esemplificano perfettamente come il male e la violenza possano crescere all’interno della società stessa.
In entrambe le opere sorge spontaneo chiedersi se la civiltà umana sia destinata a crollare sotto il peso delle sue stesse debolezze. La paura della competizione, l’incapacità di confrontarsi con gli altri senza lasciar predominare la sfida e l’istinto di sopravvivenza sono solo alcune delle forze motrici che guidano verso una lenta disgregazione inevitabile, che rivela quanto possa essere fragile l’umanità.
L’abisso dell’anima. Made in Abyss e Cuore di Tenebra
Il viaggio verso l’ignoto è tra le tematiche maggiormente frequenti nella letteratura e nell’arte. Made in Abyss di Akihito Tsukushi e Cuore di Tenebra di Joseph Conrad condividono appieno il tema.
In Made in Abyss le leggi della natura sembrano non valere più e ogni esplorazione verso l’ignoto dell’Abisso può comportare tragiche conseguenze, ma allo stesso tempo una discesa metaforica nell’animo umano.
La ricerca dell’ignoto, la passione per il profondo e i rischi connessi alla scoperta di ciò che si cela nell’anima sono i temi affrontati in quest’opera. Risalire l’abisso comporta una maledizione e ciò implica perdere la propria anima e andare in contro alla morte.
La discesa nell’oscurità e la perdita della propria umanità si possono ritrovare nel viaggio di Marlow in Cuore di tenebra. Nel racconto scritto da Conrad il protagonista naviga il fiume Congo in una viaggio che lo porterà a confrontarsi inevitabilmente non solo con la natura selvaggia del luogo, ma anche con la corruzione e la follia dell’uomo.
Nel romanzo il personaggio Kurtz è ciò che, attraverso l’ossessione del potere e del controllo, rappresenta la manifestazione dell’oscurità dell’animo umano. La ricerca di Kurtz da parte di Marlow e la volontà di addentrarsi nell’abisso simboleggiano l’ambiguità affascinante del lato oscuro di ogni individuo.
La volontà di scoprire verità nascoste è insito nella natura umana ed entrambe le opere esplorano a fondo questo tema, sicuramente con chiavi di lettura differenti, ma con la stessa efficacia. La tragedia di questi testi è che, nel cercare di scoprire verità nascoste e nell’affrontare il lato oscuro del mondo e dell’anima, i protagonisti sono comunque costretti a perdere un pezzo di loro stessi.
L’ascesa e la caduta: Berserk e Il paradiso perduto
Due opere straordinarie, apparentemente lontane per epoca, condividono tematiche e narrazione. Parliamo, in questo caso, del manga Berserk di Kentaro Miura e de Il paradiso perduto di John Milton.
Entrambe le opere si cimentano nell’esplorazione di temi universali come la caduta, la ribellione, la lotta contro forze superiori e la ricerca del libero arbitrio in un mondo dominato da forze superiori e insondabili. Uno dei punti centrali di entrambe le opere è, appunto, il tema della caduta, che viene letta con chiavi diverse ma altrettanto efficaci.
Ne Il paradiso perduto si assiste ad una duplice caduta: quella di Lucifero e quella di Adamo ed Eva. Lucifero, come sappiamo, è l’angelo ribelle che sfida l’autorità divina in nome della libertà, per poi essere relegato all’inferno. La sua trasformazione in simbolo della dannazione eterna raffigura le conseguenze della ribellione. Allo stesso modo Adamo ed Eva si lasciano tentare e cedono al peccato originale, perdendo il Paradiso.
In Berserk, la situazione è analoga se si osserva la figura di Griffith. Esso incarna una caduta simile: da carismatico leader e amico di Guts si trasforma in uno degli arcidemoni della Mano di Dio, sacrificando il proprio gruppo (la squadra dei Falchi). Tale scelta sarà ovviamente la sua condanna morale, rendendolo il principale antagonista della serie.
Somiglianze continue
In entrambe le opere, ciò che accade è la conseguenza delle aspirazioni dei personaggi: il trono e il potere.
“Had to cast him out from Heaven,
With all his host
Of rebel angels, by whose aid aspiring
To set himself in glory above his peers
He trusted to have equalled the Most High
To bottomless perdition, there to dwell
In adamantine chains and penal fire
…
but his doom
Reserved him to more wrath; for now the thought
Both of lost happiness and lasting pain
Torments him”
John Milton, Paradise Lost and Paradise Regained
Fonte: Google Images
Entrambi perdono la fiducia. Nel caso di Griffith, quella del Re di Midland, finendo imprigionato e torturato nelle segrete del castello e lasciando allo stesso destino il suo esercito di Falchi, costretti a fuggire e nascondersi.
Ciò che rende ancora più evidente l’analogia con Il paradiso perduto è il fatto che gli unici a sopravvivere all’Eclissi siano proprio un uomo e una donna. Proprio come Adamo ed Eva, che in seguito al peccato originale si ritrovano fuori dal paradiso, Guts e Caska (Casca) sopravvivono all’eclissi e ritornano nel mondo che noi conosciamo.
“This was that caution giv’n thee; be advis’d.
God made thee perfet, not immutable;
And good he made thee, but to persevere
He left it in thy power, ordain’d thy will
By nature free, not over-rul’d by Fate
Inextricable, or strict necessity;
Our voluntarie service he requires,
Not our necessitated, such with him
Finds no acceptance, nor can find, for how
Can hearts, not free, be tri’d whether they serve
Willing or no, who will but what they must
By Destinie, and can no other choose?”
“Because we freely love, as in our will
To love or not; in this we stand or fall:
And Som are fall’n, to disobedience fall’n,
And so from Heav’n to deepest Hell; O fall
From what high state of bliss into what woe!”
John Milton, Paradise Lost and Paradise Regained
Questo è praticamente ciò che dice Flora: “Dio ci dona il destino. Ma sono i figli degli uomini che lo scelgono”.
Uno dei temi de Il paradiso perduto è anche un tema importante di Berserk. Si tratta di predestinazione contro libero arbitrio. Come sottolineato da Gedfring, Guts ha una scelta riguardo cosa farà scatenare la sua furia, che sia “il respiro che ti mantiene in vita o il fuoco dell’inferno che ti consuma dentro”. Alla fine della giornata le persone hanno ancora il libero arbitrio, ed è grazie all’amore che stiamo in piedi o cadiamo. L’amore di Guts per Casca e le sue relazioni finiscono per essere ciò che lo salva, alla fine.
La lente interculturale degli anime e dei manga
L’esplorazione dei grandi temi letterali attraverso gli anime e i manga non è solo un esercizio di stile, ma si tratta di una manifestazione di come la narrativa possa rispecchiare e rielaborare l’interpretazione della condizione umana.
Opere come Shingeki no Kyojin, Neon Genesis Evangelion o Berserk, pur avendo radici culturali e geografiche differenti rispetto ai classici romanzi letterari occidentali analizzati in precedenza, affrontano problematiche universali sotto un punto di vista differente.
Il confronto tra i due mondi narrativi non serve solo a mettere in luce le analogie e similitudini superficiali, ma è necessario per comprendere come gli anime e i manga abbiano saputo tradurre con un’intensità emotiva incredibile grandi questioni filosofiche e morali che da sempre attraversano le civiltà di tutto il mondo.
In un certo senso, le opere in questione si propongono con un linguaggio narrativo differente, sotto una nuova forma di letteratura che, pur avendo una chiave visiva peculiare, porta avanti una riflessione sugli stessi temi che hanno ispirato i grandi autori tradizionali occidentali.
La bellezza degli anime e dei manga non risiede solo nell’evocare mondi fantastici, ma nell’offrire una chiave di lettura per comprendere la condizione umana, da oriente a occidente.
a cura di
Lorenzo De Bonis
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