Di Notte intervista sul nuovo album

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Disponibile da venerdì 25 ottobre su tutte le piattaforme digitali DI NOTTE, il debut album del duo post punk bolognese, formato da Luca Malatesta e Domenico Aloi.

L’album è il primo manifesto in inglese dei Di Notte, che vuole gridare al mondo uno spaccato di vita vera. Pathos, malinconia, rabbia, dolcezza suonati con un intento da nuovi poètes maudits. La voce calda e l’animo ribelle del duo restituiscono con forza la frenesia del momento tra chitarre abrasive, bassi prominenti e percussioni incisive.

Sono presenti sulla scena indipendente da un bel po’, anche se questo è il loro debutto discografico, e siamo partiti proprio dall’incontro con la loro etichetta, passando per il post-punk, così raro in Italia, e molto altro.

Ecco com’è andata!

Come siete entrati in contatto con l’etichetta “Mia Cameretta”? Secondo voi qual è un ruolo imprescindibile di un’etichetta oggi?

L’incontro con Mia Cameretta è tutto merito di Luca in quanto in precedenza ha collaborato con essa suonando nei The Doormen, suo precedente progetto e attualmente in stand by, ma ancora vivo. Mia Cameretta in particolare è un’etichetta indipendente segnalataci da Filippo Passamonti della VDSS Records, un amico oltre che un gran professionista del mixaggio. Il ruolo fondamentale è, soprattutto per una band appena nata come la nostra, quello di promuovere il nostro lavoro su più canali possibili. Ci siamo trovati fin da subito benissimo in questo senso e approfittiamo per fare un saluto a tutta la crew.

Come mai il genere “post punk”, con tutte le derive (dagli Interpol, Editors, White Lies…) sembra però non avere un corrispettivo nella scena in Italia? Ci fate qualche nome che potrebbe interessarci?

Si, in effetti pensiamo di essere una delle poche band a proporre musica di questo genere in Italia, senza confini geografici o linguistici (pensiamo a Bee Bee Sea, Altre di B, New Candys, Leatherette e pochi altri).
La scena quindi esiste, anche se meno rispetto al passato, perché ha ceduto il passo a materiale più confezionato.
Il Post Punk è semplicemente il nostro genere preferito, assieme al garage, all’indierock e al
grunge. Le nostre contaminazioni spaziano quindi dai Joy Division ai Pixies, passando per i freschissimi Fontaines DC, ma anche Sleaford Mods, Weezer e Jesus and Mary Chain. Ascoltiamo tantissime piccole realtà e ci piace farci infettare da diversi stili. Tra gli ultimi live che ci sono rimasti impressi menzioniamo i Deadletter, Italia 90 e quel matto di John Maus.

Com’è stato il vostro primo incontro? E che cosa vi ha convinto infine a iniziare un nuovo progetto musicale?

Ci conosciamo da 10 anni tramite amicizie comuni e da subito ci ha legato la passione per la musica. Più che passione forse fissazione. Dopo varie scorribande a sentire vari live in giro per l’italia e in inghilterra, abbiamo deciso di buttarci in sala prove e metterci in gioco. Il merito è stato tutto di Luca quando ha dato fiducia a Domenico circa le proprie doti canore (quest’ultimo assolutamente inconsapevole). Entrambi poi ci siamo messi ad arrangiare dei riff e dei testi con chitarre e drum machine. Da lì è nata una bellissima sinergia ed alchimia che ci ha già portato a suonare in mezza Italia l’anno prima dell’uscita dell’ EP. Oltre alla parte tecnica, molto è dettato dall’essere estremamente estroversi e naturali animali da palco (così almeno i nostri fan dicono. venire a sentirci per credere 🙂 )

In che modo questo vostro album di debutto è anche un manifesto? E di cosa?

È un manifesto alla vita notturna, agli eventi e ai pensieri che ivi nascono. Raccontiamo esperienze vissute, inconsce od esplicite e accumulate nei nostri viaggi e negli incontri fugaci o duraturi. C’è molto di noi e spesso usiamo modi di dire che possono essere compresi solo da chi ha convissuto quei frammenti emotivi. Siamo sicuramente contro la patina e il pre-impostato, quindi il nostro è un manifesto di libertà. Con un pizzico di irriverenza.

E chi siete quando non siete “Di Notte”?

Quando non siamo Di Notte siamo un ingegnere e un avvocato. Professionisti ma con la libertà di abbracciare la vita a tutto tondo, sfruttando le 24 ore a pieno. E che abbraccio caloroso ti può dare la vita attraverso quella divinità chiamata Musica.

a cura di
Staff

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