“Citadel Diana”: l’incontro con il cast della serie in conferenza stampa

“Citadel Diana”: l’incontro con il cast della serie in conferenza stampa
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Citadel Diana cavalca l’onda del successo della prima stagione di Citadel, presentata dai Fratelli Russo l’aprile scorso. Parlando di numeri, è la serie originale Prime Video più vista fuori dagli Stati Uniti e la quarta più vista al mondo. E questo secondo capitolo dell’universo Citadel nasce proprio mentre a Londra i fratelli stanno producendo la prossima stagione.

Si è svolta la conferenza stampa di Citadel Diana, che sarà disponibile dal prossimo 10 ottobre sulla piattaforma di streaming Prime Video. Si tratta di una storia collaterale ed appartenente all’universo Citadel creato dai fratelli Russo, ambientata in Italia e come tale ricca della sua identità culturale e portatrice di una cifra stilistica unica.

Hanno partecipato alla conferenza, oltre al regista Arnaldo Catinari, anche il cast capitanato da Matilda De Angelis con Lorenzo Cervasio, Maurizio Lombardi e Filippo Nigro. Grazie alle loro ottime performance, hanno contribuito a rendere coinvolgenti ed immersivi i primi due episodi della nuova stagione, trasmessi in anteprima.

Qual è il vostro rapporto con il genere spionistico, così normalmente distante dalla vita quotidiana di ognuno di noi?

Arnaldo Catinari: “Io sono cresciuto con il genere. Sono sempre stato un grande fan di 007, quindi credo che raccontare una storia come questa, all’interno di una serie spy, sia una delle cose più interessanti che si possa fare, oltretutto da regista”.

Filippo Nigro: “E’ il sogno un po’ di tutti fare la spia, basti ricordare Alberto Sordi in ‘Un americano a Roma’ che torna a casa di nascosto e fa finta di essere inseguito. È una passione che si ha sempre anche grazie alla tradizione di film esistente e finalmente avere la possibilità di stare all’interno di un racconto di spie è una figata”.

Lorenzo Gervasio: “Il mio rapporto con il genere è quello di un fan assoluto, se consideriamo ‘Matrix’ un film di spie. Io lo considero tale ed è stato per me un’ ispirazione anche per questo lavoro. Da piccolo lo guardavo quasi tutti i giorni, quindi ho fatto il bullet time almeno un centinaio di volte“.

Matilda de Angelis: “Per un discorso di rappresentazione penso fosse difficile per una bambina appassionarsi al genere. In fondo le donne non erano rappresentate e durante l’infanzia hai bisogno di vedere qualcosa che ti somigli nei film, o che ti appartenga, per entrare poi all’interno di quel mondo ed emozionarti. In questo senso sono contenta di aver fatto la spia da grande e di poter essere, per le bambine di domani, un motivo per appassionarsi al genere”.

Maurizio Lombardi: “Io mi riallaccio a Matilda e al discorso dell’infanzia: guardavo con ammirazione ‘Licenza di Uccidere’, e stavolta anche io posso dire di aver avuto da grande la licenza di uccidere.”

Inscatolare le emozioni per non essere vulnerabile avrà delle conseguenze e creerà un conflitto nel personaggio e nella sua evoluzione?

Matilda De Angelis: “Mi state chiedendo di spoilerare una parte del lavoro, non posso farlo, ho dei cecchini proprio davanti a me pronti a sparare. La cosa interessante che emerge è che nonostante questo training a reprimere le emozioni, ce n’è una che è impossibile reprimere dalla notte dei tempi: l’amore. Quindi si creeranno degli scompensi nel personaggio e nella storia.”

“Far parte di un progetto di questo tipo è adrenalinico. Mi sono allenata 4 mesi ad essere la miglior versione stunt di me stessa. Ho un passato da ginnasta, infatti mi piaceva poter portare qualcosa del mio bagaglio personale all’interno di questo storia. La serie è piena di vera azione, non mi aspettavo che sarebbe stato tutto così puro. Dovevo dare l’idea di essere una vera macchina da guerra, quindi tutte le azioni che vedete sono state fatte realmente. Ci sono pochissimi effetti speciali”

Una parte fondamentale di Citadel Diana è la messa in scena dell’azione: come è stato affrontato l’aspetto registico?

Arnaldo Catinari “Non pensando a quello che avevano fatto i Russo nella loro serie, ma a una versione italiana che avesse alle spalle tutta la nostra tradizione, e che fosse pensata molto sui personaggi. Le scene sono analogiche, perché ho sempre pensato che girare con coreografie precise potesse aiutare il personaggio ad entrare molto nella storia. L’attore diventa la chiave della scena action e non il contrario: sono scene action emotive e tridimensionali.”

Domanda per Maurizio Lombardi e Lorenzo Cervasio: come avete sviluppato il rapporto padre e figlio?

Lorenzo Cervasio: “Edo non è un personaggio tagliato con l’accetta, è aperto a interpretazioni. Quando ho iniziato ad interpretarlo e ad entrare nella sua psicologia mi sono posto la domanda: come Edo pensa che debba essere governato il mondo? E mi sono risposto: ha bisogno di una guida e la cosa fondamentale è definire come questa guida intervenga sul mondo. È su questo che non è d’accordo col padre: ha una visione più democratica.”

Maurizio Lombardi “Non avendo figli ho dovuto creare nella finzione un rapporto emozionale padre-figlio e come se non bastasse mi è capitato già adulto e testone! Nella linea narrativa Ettore Zani segue il senso di responsabilità: quello che succederà nella serie sarà creato sotto il segno della responsabilità verso ciò che ha creato e verso la famiglia. Questa è la chiave di volta per capirlo e per capirmi”.

I primi due episodi di Citadel Diana hanno alzato l’asticella delle aspettative, grazie alla regia, alla fotografia e alla poliedricità dei personaggi. Non ci resta che attendere l’uscita su Prime Video, prevista per il 10 Ottobre!

a cura di
Michela Besacchi

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