“Felicità”: un mondo senza vizi è davvero un mondo perfetto?

“Felicità”: un mondo senza vizi è davvero un mondo perfetto?
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La natura umana, nei suoi aspetti migliori, si era sempre basata su una profonda irrequietezza eroica, sul volere qualcosa, qualcosa d’altro, qualcosa di più, si trattasse del vero amore o di uno sguardo appena più in là dell’orizzonte. Era la promessa della felicità, non il suo conseguimento, a fare girare il motore, la follia e la gloria di ciò che siamo.

Il mercato editoriale di tutto il mondo ormai è saturo di qualsiasi tema e le novità sgomitano per farsi notare. Una grande fetta di esso è occupata dai manuali di autoaiuto o selfhelp che nessuno dichiarerà di aver mai letto, ma che in realtà hanno un grande impatto sulle vendite. Manuali per smettere di fumare, per mettersi a dieta: in generale, per abolire i vizi.

Era così già all’inizio degli anni Duemila, quando Felicità (TM)di Will Ferguson venne pubblicato negli Stati Uniti e poi in Italia. Dopo vent’anni il recupero del romanzo da parte di Accento Edizioni con la prefazione di Diego da Silva appare più azzeccato che mai rispetto ai tempi che corrono.

Un editor apparentemente innocuo

Ma andiamo al sodo. Edwin de Valu è un editor che lavora per una delle case editrici più famose d’America, la Panderic INC, che è un po’ la sintesi di tutte le grandi case editrici del mondo. Pile di manoscritti; un capo alla ricerca del bestseller mondiale (anche se il contenuto è “come dimagrire mangiando maiale fritto“), autori non sempre eticamente corretti (anche quando si chiamano Mr Etica).

Edwin è il classico “sfigatello” in lotta continua con le sventure, che coincidono principalmente con il suo capo Lèon Mead, con il collega Daniel e con la moglie Jenni. L’unica gioia che illumina i suoi giorni è May, una collega con cui vi è stato del tenero in passato.

Può un libro stravolgere la società?

Un giorno tra il cumulo di manoscritti sulla sua scrivania compare un tomo di mille pagine dal titolo Quello che ho imparato sulla montagna, un misto di filosofia e autoaiuto senza capo né coda con il quale l’autore, un certo Tupak Soiree, è determinato a salvare il mondo. Lo scopo di questo testo è scardinare tutti i vizi dell’umanità per rendere il mondo perfetto e felice.

Edwin lo butta, ma dopo alcuni giorni il capo gli comunica che il loro autore di punta Mr Etica è finito in galera e occorre un titolo che lo possa sostituire. In maniera rocambolesca Edwin recupera il manoscritto e lo fa pubblicare.

Il successo del manuale dei manuali

Quello che doveva rivelarsi un fiasco si rivela un successo mondiale. Per quanto sia un’accozzaglia di luoghi comuni e frasi fatte su come sconfiggere i vizi, il libro vende milioni di copie. Ma non solo. Di riflesso alla lettura la produzione cala e le industrie produttrici di “vizi”, dal tabacco all’alcol ai cibi spazzatura, chiudono una dopo l’altra. E dopo di loro in generale tutte le industrie che non producono cose strettamente necessarie. Cioè, quasi tutte.

Liberi dai vizi, gli uomini e le donne diventano felici perché non sono più schiavi di nessuna moda o desiderio frivolo.
Ma Edwin, indenne dalla lettura, si rende conto che le persone hanno sì acquistato la felicità, ma hanno perso tutti i tratti che compongono la personalità differente in ciascuno di noi. Sono tutti uguali, senza più desideri e aspirazioni che li contraddistinguano.
A quel punto tenterà di ritirare il libro dal mercato, ma scontrarsi con l’autore sarà tutt’altro che semplice…

La felicità è vera se effimera

Quello che questa esilarante storia vuole dimostrare è che no, la felicità non può corrispondere all’abolizione di ogni desiderio, sia esso frivolo o meno. E soprattutto non può esistere senza l’infelicità. E’ la dialettica con quest’ultima che permette alla felicità di essere assaporata. Insomma, tutto concorre a volerci dire che la felicità vera corrisponde al suo essere instabile ed effimera, e che non deve essere il nostro fine, ma piuttosto una compagna di viaggio. E che i desideri, le manie, anche i vizi, concorrono a fare di noi esseri unici e irripetibili.

Il romanzo è divertente e la nuova traduzione rende giustizia anche alla comicità americana non sempre apprezzabile in italiano. Una satira irriverente sul mondo dell’editoria “commerciale”, sui manuali che promettono miracoli e sui potenziali pericoli che si possono correre se non ci si affida a fonti…affidabili.

a cura di
Martina Gennari

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Martina Gennari

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