PORDENONE DOCS FEST – Annunciata la giuria della XVII edizione e le produzioni originali che la caratterizzeranno

PORDENONE DOCS FEST – Annunciata la giuria della XVII edizione e le produzioni originali che la caratterizzeranno
Condividi su

Dal 10 al 14 aprile 2024 si terrà la XVII edizione di Pordenone Docs Fest, di cui è stata finalmente annunciata la giuria, composta da Marco Bellocchio come Presidente, Dario Zonta e Firouzeh Khosrovani, e con essa, anche alcune delle produzioni che saranno presentate al festival.

Aspettando la XVII edizione di Pordenone Docs Fest che si terrà dal 10 al 14 aprile 2024, la manifestazione continua il suo percorso di avvicinamento all’inaugurazione presentando la giuria della prossima edizione.

Sarà il regista Marco Bellocchio il Presidente dell’edizione 2024, affiancato dalla regista iraniana Firouzeh Khosrovani premiata all’IDFA per il miglior documentario e Dario Zonta, giornalista e produttore di documentari di successo internazionale. Questa sarà la giuria che dovrà scegliere il miglior film tra le anteprime nazionali in concorso.

Anche quest’anno i documentari in programma hanno l’ambizione di portare gli spettatori in un giro attorno al mondo, toccando storie di grande attualità e continuando un lavoro di sensibilizzazione su temi come questione femminile, diritti civili e ambiente.

Il Festival è organizzato da Cinemazero sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, col sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone e di Fondazione Friuli, con la curatela di Riccardo Costantini.

Le opere del Festival

Le attività presenti si declinano anche in numerose iniziative tese a definire il Festival sempre più come produttore culturale e non soltanto come vetrina esclusiva dedicata al cinema del reale. Tra queste, per i cento anni dell’Istituto LUCE, Acqua, porta via tutto.

Si tratta di un film e cineconcerto su eccezionali materiali dagli archivi LUCECinecittà, che unisce la creatività e i talenti di Roland Sejko alla regia, per le musiche composte ed eseguite dal vivo di Teho Teardo e per i testi, composti in versi per l’occasione, di Gian Mario Villalta.

Un’opera che celebra l’acqua, la sua bellezza, la sua cruciale importanza per il mondo di oggi, in tutte le sue forme ed essenze. E vuole farlo portando con sé un messaggio chiaro: l’acqua è una risorsa sempre più rara e “dimenticata”, un elemento fondante le nostre esistenze.

Altra produzione originale è Proibito, il podcast su Processo per stupro, scritto a voce da Irene Tommasi e dedicato a una delle pagine più cupe della storia giudiziaria italiana recente, che ricostruisce la vicenda del documentario Rai del 1979 diretto da Loredana Rotondo.

Il film, che portava in tv per la prima volta il tema della violenza sessuale, denunciando come, nei processi, la vittima femminile venisse trasformata in colpevole, è un documento cruciale oggi non più disponibile, perché alcuni dei protagonisti della vicenda hanno chiesto il diritto all’oblio.

Il Social Sponsor

Con lo stesso spirito di produttore culturale e sociale, quest’anno il Festival ha deciso di introdurre una nuova formula: il Social Sponsor.

Ogni serata del Festival sarà dedicata a un’organizzazione diversa che opera nel sociale, rinunciando a spazi e sostegni pubblicitari per promuovere invece le loro attività: protagoniste di questa edizione sono Amnesty International, Emergency, Scuola Fatoma e Un Ponte Per, che lavorano ogni giorno per migliorare le condizioni di vita dei più fragili. Un piccolo gesto per dare supporto a chi offre un aiuto concreto.

Alcune anteprime nazionali

Per quanto riguarda il programma 2024 di Pordenone Docs Fest tra le anteprime nazionali sono confermate la sconvolgente storia di Beyond Utopia di Madeleine Gavin, che grazie a telecamere nascoste e immagine mai viste racconta la storia di diverse famiglie che tentano di sfuggire dalla Corea del Nord.

È assicurata anche la storia del sorprendente Grasshopper Republic, che nell’era della produzione di massa di cibo derivato da insetti, documenta con incredibile forza visiva la caccia di migliaia e migliaia di cavallette in Africa, fra attese, ritualità, commercio, riflettendo sul delicato rapporto fra uomo e natura.

E ancora The Other Profile di Armel Hostiou che racconta un tema di grande attualità come il furto di identità social, subito dal regista e avvenuto tra Francia e Repubblica Democratica del Congo, approdando a un’incredibile avventura cinematografica.

a cura di
Staff

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE – Thank You, Goodnight: The Bon Jovi Story – Rilasciati il Trailer e la Key Art
LEGGI ANCHE – Elezioni Russia, ai seggi tra elmetti e maschere: 🎭 votano Spiderman, Barbie e eroi medievali
Condividi su

Marianna Conforti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *