“Overtones”: le suggestioni sensoriali dei French Fries

“Overtones”: le suggestioni sensoriali dei French Fries
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I French Fries tornano col nuovo singolo “Overtones”, un nuovo capitolo che arricchisce un progetto formato da Danilo Tasco (musicista e produttore noto per essere batterista dei Negramaro) e Mia Meneghini (danzatrice e coreografa) di cui sono autori, interpreti e produttori.

I French Fries sono uno stupendo esempio di associazione artistica fra due professioni apparentemente distanti. Musica e danza possono dar vita a suggestioni sonore differenti. Morbide e sinuose, intense ma sempre con un’identità specifica. Dopo l’uscita di tre singoli, i French Fries danno vita ad un nuovo episodio che vede arricchire il sodalizio. Questa volta si sviluppa con un brano che descrive le overtones come suggestioni di suoni e colori ma anche di situazioni che rischiano di farci perdere il controllo. Da qui l’invito “wide open eyes all along“, insito nel testo, a tenere gli occhi aperti senza perdere il gusto per la ricerca della bellezza.

Ma sono loro stessi che hanno voluto gentilmente, con questa intervista, descriverci il loro percorso. Quindi lasciamo a loro lo spazio per illustrarci le loro visioni e il loro incessante lavoro di produzione.

Come riuscite a creare una formula unica provenendo da due esperienze artistiche diverse come musica e danza?

Quando esperienze artistiche diverse tra loro si intersecano riescono a creare nuovi punti di vista, nuove concezioni. La contaminazione e la trasversalità aiutano ad intuire nuove strade espressive: quello che facciamo è proprio la somma delle nostre esperienze, del nostro gusto.

E sempre utilizzando la vostra esperienza di musica, produzione, danza e coreografia avete mai pensato di realizzare un musical con le vostre suggestioni artistiche?

Mia scrive concept di spettacoli e performance che ha anche portato in tour. Insieme, come The French Fries, finora abbiamo sempre curato la produzione dei nostri videoclip. Dal soggetto iniziale fino alla ricerca delle location, allo scouting e alle giornate sui set, lavorando insieme a registi, danzatrici, attori, crew e editor, fino al prodotto finale, raccontando trasversalmente il nostro progetto creativo. 

Il vostro connubio è inusuale in Italia. Secondo voi perché è difficile nel nostro paese che due forme d’arte come le vostre si associno per una produzione originale?

In realtà crediamo che le nostre arti, o comunque tutte le forme d’arte, siano potenzialmente associabili in maniera felice. Certamente la contaminazione fa sempre bene alla creatività e quando avviene uno scambio di flussi di idee, nozioni e metodi di lavoro allora si ottiene evoluzione e crescita artistica. 

La copertina del singolo è molto bella e particolare, ce ne parlereste? 

Grazie! Abbiamo scelto l’immagine di una piuma di pavone perché ben rappresenta la morbidezza della linea vocale di “Overtones” e ricorda una certa estetica retró a cui si ispira anche il brano. Abbiamo però voluto crearci attorno un mondo visionario, che fosse in linea con il sound. Un insieme surrealista fatto di orizzonti e oggetti in assurdo equilibrio gravitazionale che invita al viaggio tra gli “overblown overtones”. 

Chi di voi due è più appassionato di “french fries”? Ci aspettavamo un titolo dedicato al sano cibo salentino…

Piacciono ad entrambi, come a tutti più o meno. In realtà la scelta non è legata al palato, ma alla voglia di dare un nome leggero e quasi giocoso, presupponendo il nostro modo di non prenderci troppo sul serio. Nello specifico la prima volta il nome lo pronunciò Giuliano (Sangiorgi) mentre ne parlavamo scherzosamente, riferendosi all’estetica nord-europea delle due voci insieme e del progetto in generale. Ma ci è piaciuto e abbiamo deciso di tenerlo.

 Dopo cinque anni di attività e di consensi come siete riusciti a creare un equilibrio fra chi cura la parte musicale e vocale, i testi, le attitudini sonore ma anche le coreografie (a proposito molto suggestive e futuristiche quelle del singolo Take me Beside You) 

L’equilibrio è dato delle reciproche capacità, negli ambiti in cui le rispettive competenze sono richieste e dalla riflessione comune, coinvolgendo le sensibilità di entrambi. In generale Danilo lavora sulla musica componendo la parte strumentale e le melodie, producendone le registrazioni. Mia scrive i testi e crea le coreografie dei videoclip di cui siamo anche produttori. Il tutto si svolge in un continuo scambio di idee e opinioni, di riflessioni su quale direzione dare al lavoro, cercando di raggiungere il miglior risultato possibile.

Perché la scelta di cantare in inglese?

Spesso quando Danilo compone la linea vocale, lo fa utilizzando suoni dall’impronta anglofona, che poi vengono facilmente resi da Mia in un testo in inglese. Una lingua che dall’inizio ci è sembrato il giusto abbinamento con il nostro sound.

Siete al quarto singolo, possiamo sperare nella imminente pubblicazione di un album?

Il materiale non mancherebbe, ci piacerebbe pubblicare un’edizione con la raccolta dei singoli già pubblicati insieme a degli inediti.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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