Rallylegend 2023 – Il motorsport è Spettacolo

Rallylegend 2023 – Il motorsport è Spettacolo
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Come ogni anno, ad ottobre, San Marino si popola di appassionati di motori, polvere e scarichi rumorosi. Dal 12 al 15 ottobre lo stadio olimpico di Serravalle si è trasformato nel parco chiuso del Rallylegend, giunto alla 21esima edizione con protagonisti del mondiale rally e non solo.

Quando si parla di Rally in Italia i pensieri vanno subito all’era d’oro del motorsport con le vittorie a ripetizione di Lancia e i fasti del San Remo, la passione dei tifosi italiani per tutto ciò che ha le ruote è viscerale e in ogni competizione gli abitanti del bel Paese si fanno riconoscere.

In questo contesto di passione si inserisce il Rallylegend, nato da un idea di Vito Piarulli e Paolo Valli nel lontano 2003, un evento spettacolo che vuole uscire dagli schemi e riportare alla memoria e non solo i ricordi e le immagini di quello che erano i rally degli anni ’80

«Sono stato io a contagiare mio cognato Paolo Valli in questa avventura, un sogno che prima è diventato realtà e poi si è trasformato in un vero brand, una manifestazione fuori dagli schemi, ribattezzata la Woodstock dei rally. Ricordo ancora quando nell’ufficio di Paolo ci ritrovammo a pensare a come chiamare la manifestazione. Dopo dieci minuti di silenzio in cui provavamo a scrivere tutte le combinazioni possibili, ecco la folgorazione: Rallylegend, una denominazione che adesso è copiata un po’ da tutti»

Vito Piarulli

Il 2023 è stato l’anno della 21esima edizione che celebra i 30 anni dalla vittoria dell’ultimo mondiale di Kankkunen e ha portato tanti volti noti dei rally e non solo, tra questi non possiamo non ricordare Miki Biasion, Francois Delecour, Piero Liatti, Alister McRae e Andrea Aghini, senza dimenticare lo stesso Kankkunen, Nicky Grist (suo copilota nella stagione 1993) e Jimmy McRae, papà di Colin, al volante dell’auto usata dal figlio nel mondiale 1995.

Altri volti noti che hanno dato spettacolo tra le speciali sanmarinesi sono stati Jari-Matti Latvala e Dani Sordo con le WRC targate Toyota e Hyundai mattatrici degli ultimi mondiali.

Fuochi d’artificio e bengala

Ammetto che è stata la mia prima volta al Legend e non sapevo cosa aspettarmi, di rally ne ho visti tanti, la passione è verace, la gente non ha la compostezza del circuito e la fame di polvere e gomme è ai massimi livelli.

Al Legend tutto è amplificato, tutto sembra cristallizzato a quegli anni ’80 dove le Gruppo B dovevano farsi spazio tra il pubblico in strada, dove le Lancia vincevano a profusione e le case automobilistiche smaniavano per una vetrina che portava vendite in concessionaria.

I miei primi passi all’interno del Rally Village sono guardinghi, ogni metro è la scoperta di un mezzo, di un pilota che mi fa tornare il sorriso come quando ero bambino, ma non è il momento di perdersi negli occhi a cuore, bisogna andare sulla strada perché è li che le macchine sono in azione.

Con la macchina mi dirigo alla PS3: “I Laghi” una delle Prove più iconiche di questo rally assieme alla “The Legend” e a “Le Tane”, trovo la location perfetta per scattare e vivere il momento, una serie di tornanti con rettilineo in salita su sterrato, la luce ormai non c’è più, ma la strada è illuminata da fuochi d’artificio e razzi segnalatori portati dal pubblico.

Prima dell’inizio della tappa passano le varie auto dell’organizzazione e la gendarmeria che delimitano gli spazi per il pubblico, sarà un’azione vana, le prime auto iniziano ad arrivare: Paolo Diana spicca su tutti per il suo essere spettacolare tra le curve della prova, è l’idolo della folla e lo si capisce dai fuochi d’artificio che portano la piccola San Marino al capodanno di Napoli; le auto passano veloci, riconoscibili solo dai fari, tutto finché la tappa non è annullata per la troppa gente in strada, troppo pericoloso continuare.

Parola d’ordine: Salto

Chiusa la prima giornata con tanta emozione, la felpa al gusto fuoco d’artificio, ma poche auto; vado in stanza, spengo la luce con la consapevolezza che la giornata successiva mi porterà in uno luoghi dei più ambiti e fotografati del Legend: il salto de: “Le Tane”.

Arrivato con ampio anticipo sulle strade della prova ho potuto portarmi con calma sul luogo di quello che sarà il mio punto privilegiato per godermi e immortalare i protagonisti del rally che da li a 3 ore passeranno su questo passaggio cruciale della tappa, una salita che porta a due salti perfetti per tutti i fotografi presenti.

Dopo il passaggio delle immancabili apripista, in lontananza si sente il rombo della prima auto in arrivo, una passerella (mica tanto vista la velocità dei passaggi) di auto che hanno scritto pagine di rally e non solo, dalle Gruppo B alle più recenti WRC senza dimenticare le due Audi S1 rallycross ad anticipare le auto in gara.

Le auto saltano, volano, atterrano, si scompongono e ogni tanto la strizzetta di noi fotografi si fa sentire col passetto ad allontanarsi dalla strada, ma sembra essere sempre tutto sotto controllo, il passaggio delle auto è continuo, quasi da rimanere senza fiato, i salti fanno esultare i tifosi che a differenza della sera prima sono composti, quasi come fossero in tribuna.

Il tempo passa veloce, le auto non sono passate tutte, ma è ora di andare su un’altra prova speciale, ci si incammina verso la macchina, i salti sono ormai alle spalle e dal tratto di strada dove poco prima ero protagonista con la mia macchina fotografica si senza uno stridio di gomme e un botto, una Porsche ha sbattuto, lo vedrò in un TikTok qualche giorno dopo.

Sempre in movimento per non perdere nulla

Arrivato alla prova speciale successiva, mi trovo in un punto poco battuto dal pubblico, il punto è interessante, discesa e curva a sinistra che invoglia la derapata, anche se non necessaria, ma un po’ di spettacolo per i presenti è sempre un bel vedere.

Accanto a me un commissario con cui scambio due parole, il passaggio delle auto è in ritardo, ma a quanto pare è la normalità di questi giorni, meglio per me che non mi perderò nemmeno un passaggio, la nera e gialla Fiat Abarth 131 di Diana passa davanti a noi alzando fumo con una grande derapata, poco dopo farà un incidente che metterà fine alla sua PS e il mio pensiero da li a poco diventa: sarò mica io che porto questi incidenti? no non è così, è la legge del motorsport.

I passaggi sono frequenti e veloci quanto il buio che riempie il cielo e rende necessario per i partecipanti l’utilizzo di tutti i fari a loro disposizione, il fumo e la polvere pian piano spariscono tra le tenebre, ma rimane percettibile per tutti i presenti grazie all’olfatto e alla nebbiolina persistente dopo ogni auto.

Ci sarebbe ancora una prova, ma ormai è tardi e la “The Legend” me la voglio godere di giorno per poter scattare al meglio le auto su un altro salto iconico del Rallylegend, nel mio tragitto verso il meritato cibo serale passo sulla strada sopra la prova, il pubblico è folto e le auto corrono forti, da quella posizione sembra quasi di vedere uno di quei videogiochi 2D presenti sulle prime console degli anni ’90.

Ultimo giorno da senso di malinconia

Se c’è una cosa che ho capito da questo Rallylegend è che non bisogna affidarsi a Google Maps per arrivare sulle prove speciali, dopo aver lasciato l’auto a bordo strada vicino a tante altre (strada relativa, visto che era praticamente una mulattiera) i passi fatti per arrivare tra i capannoni, che fanno da circuito per la prova “The Legend”, sono tanti che il mio smartwatch mi fa i complimenti.

Arrivato tra le rotoballe trovo il posto migliore per poter portare a casa le migliori foto possibili del salto incorniciato dal gonfiabile marchiato Pirelli, si scambiano parole con gli altri professionisti provenienti da più Stati (altro segno della bontà dell’evento) e si aspetta tutti assieme l’arrivo delle auto con i passaggi di Latvala e la sua Toyota Yaris Wrc che ha solo voglia di divertirsi e lo fa capire a tutti, tra salti e derapate.

In orario rispetto al programma arrivano in rapida successione una pletora di Toyota Yaris GR, che dopo un passaggio tranquillo iniziano a divertirsi, e un gruppone di Subaru Impreza che celebrano il trentennale del modello iconico del marchio giapponese con le pleiadi nel logo.

Prima le auto da rally, la strada assume un colore blu col classico sponsor 555 e sulla fiancata un nome ricorrente, McRae, quel ragazzo che ormai non c’è più, strappato da un incidente in elicottero, ma che vive nelle menti di tutti, in seguito il gruppo di Subaru stradali tra cui anche due Prodrive P25, auto da più di 200mila euro messe alla frusta dai loro proprietari che l’auto la usano per divertirsi e che divertimento.

Pedersoli, Cairoli e Musti

Dopo un momento di pausa è ora dei partecipanti al rally, il circuito è corto, solo 4km, e le auto si susseguono a stretto giro fino ad arrivare a passaggi multipli che danno il senso di quelle prove speciali in parallelo che tanto piacevano al tifo del WRC.

Il rally volge al termine, le classifiche sono definite e i vincitori arrivano sulla passerella finale, le categorie sono tre: WRC, Classic e Historic.

Nella prima categoria ad aggiudicarsi la vittoria ci sono Luca Pedersoli, Pluricampione italiano rally, con Andrea Adamo come navigatore, a bordo di una Citroen C3 WRC Plus; nella categoria Classic netta vittoria del nove volte campione mondiale di motocross Tony Cairoli in coppia con Eleonora Mori subito a loro agio con la Subaru Impreza 555 Best già di Colin McRae; nell’Historic la vittoria è andata al pavese Matteo Musti, con Marsha Zanet, freschi Campioni Italiani Rally Auto Storiche 2° Raggruppamento, al via con la Porsche 911 RS dell’impresa tricolore.

Luca Pedersoli
Tony Cairoli
Matteo Musti

Il Legend è ormai finito, i pensieri dentro me sono contrastanti, da una parte lo spettacolo, le auto, il divertimento e la passione, dall’altro il pensiero della prima serata con la tappa annullata e la “follia” delle folle che hanno interrotto uno spettacolo che fino a quel momento era esaltante.

Soprassedendo sul problema della “mia” prima tappa di sempre posso dire che per me il Rallylegend è uno spettacolo unico, dopo aver parlato con molti addetti ai lavori italiani e stranieri tutti convengono che un evento del genere riporta alla memoria i ricordi di gare che ormai non ci sono più ed è un unicum che deve vivere e alimentare la passione dei più vecchi, ma anche dei tanti giovani che sempre più di frequente si affacciano prima al Legend e poi ai rally di tutto il mondo.

Perchè si perchè no

Tanti anni passati nel dubbio se fosse un evento per me e dopo averlo vissuto dall’interno posso affermare che il Rallylegend per me sarà una tappa fissa annuale, ci sono ancora troppe cose che mi voglio vivere per dire che non ci andrò più; da appassionato di motori sono rimasto appagato da quanto ho vissuto.

Sotto i miei occhi sono passate auto che ho sempre ammirato e mi sono sempre goduto nei vari rally dal vivo e in tv, la possibilità di vedere i grandi campioni di ieri e di oggi credo sia il plus unico e assoluto di questo Legend e le parole di questi grandi campioni non fanno altro che confermare che l’evento emoziona e diverti tutti loro tanto da far dire a Sordo che competerà in questo rally.

Ne ho sempre sentito parlare tanto in termini di grande entusiasmo ma devo dire che venire a contatto con questo fantastico evento supera ogni fantasia. Bellissimo, una atmosfera che si trova solo qua. Voglio tornare e guidare per tutto il rally, dare spettacolo per quattro giorni per divertire e divertirmi

Dani Sordo

Potrebbe non essere l’evento per voi se siete appassionati da tribuna, perché le invasioni di campo sono frequenti e il rischio di annullamento di una tappa è sempre presente; quindi, potrebbe essere un evento lontano dalla vostra concezione di rally.

Per me è uno spettacolo da vedere almeno una volta nella vita perché le sensazioni e le emozioni che si provano nella Repubblica di San Marino in questi giorni d’ottobre sono uniche e finché non lo si prova non lo si può capire fino in fondo, potrebbe essere l’evento giusto per far appassionare ai motori piccoli e non solo.

La gallery completa dell’evento:

A cura e foto di

Andrea Munaretto

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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