Rotting in the sun: il nuovo film di Sebastian Silva convince solo a metà
Oggi 15 settembre sbarca su MUBI Rotting in the sun, il nuovo film di Sebastian Silva, qui nelle vesti di regista, produttore e attore. Una dark comedy che prende in giro il mondo del cinema e la nostra cultura egoriferita.
Dopo aver vinto il World Cinema Grand Jury Prize per The Maid nel 2009 e il Directing Award per Crystal Fairy & the Magical Cactus nel 2013, Sebastian Silva torna per la quinta volta al Sundance Film Festival e lo fa con Rotting in the sun. Una commedia nera cinica e grottesca, dove si mette in gioco non solo come regista e produttore, ma anche come attore, interpretando una versione di sé stesso.
A seguirlo in questo viaggio metanarrativo troviamo il comico ed influencer Jordan Firstman (anch’egli nei panni di sé stesso), divenuto un’importante celebrità grazie anche alle sue imitazioni sui social.
La trama
Sebastian è un regista depresso che vive a Città del Messico. Passa le giornate a sniffare ketamina, leggere The trouble with being born di Emil Cioran e cercare sul web un modo efficacie e indolore per porre fine alla sua vita. Nel tentativo di scuotersi da questo stato decide di fare una piccola vacanza in una località balneare messicana, Zicatela.
Qui, in una spiaggia di nudisti gay, incontra l’influencer Jordan Firstman, che gli propone di lavorare a un suo nuovo progetto, che Sebastian accetta con un po’ di renitenza. Quando Jordan arriva a Città del Messico, però, scopre che Sebastian è scomparso. Deciso a ritrovarlo, inizia a sospettare della governante Vero (Catalina Saavedra).
Sebastian e Jordan
“Solo gli ottimisti si suicidano. Gli ottimisti che non riescono più a essere ottimisti. Gli altri, non avendo alcuna ragione di vivere, perché dovrebbero averne una per morire? Se sei destinato a vivere nel tormento non c’è niente che può salvarti.”
Con queste parole di Emil Cioran, affidate alla voice over del regista/attore, facciamo la conoscenza di Sebastian. Un uomo destinato a vivere nel tormento, secondo la tesi del libro, e perso all’interno di una spirale di auto-disprezzo e pessimismo, che però non rinuncia a cullare l’idea di suicidarsi.
Il regista, prediligendo l’uso della camera a mano, mette in scena la vita degradata di Sebastian. Un uomo del tutto in balia della depressione e della droga finché non incontra Jordan Firstman. Esuberante e dedito a una vita colorata e senza freni, tra feste, droga e sesso, Jordan è la perfetta antitesi di Sebastian. Quest’ultimo nutre un certo risentimento nei confronti dell’altro, un misto di fascino e irritazione, che si manifesta al massimo durante un duro scontro:
“Non fai ridere. Fai solo imitazioni senz’anima di qualsiasi cosa. […] fai imitazioni perché non sei nessuno. Imiti roba e persone perché tu non sei nessuno!”
I mondi di questi due personaggi del tutto agli antipodi, però, sono destinati a convergere, in virtù della volontà di Jordan di coinvolgere Sebastian nella realizzazione di un nuovo show ideato dallo stesso comico ed incentrato sulla sua vita. Un progetto a cui il regista decide di prendere parte, nel tentativo di dare una scossa alla sua esistenza.
È proprio in questa prima parte che il film funziona maggiormente, mettendo in scena una satira cinica e grottesca del mondo autocelebrativo delle star e del ruolo sempre più fagocitante dei social media. Questi, infatti, sono oramai divenuti un’immediata e insaziabile vetrina gratificante. Dirompente e senza filtri, Sebastian Silva dà vita a una storia interessante, a tratti volgare ma incisiva, che però perde molta della sua forza nel momento di un’inaspettata svolta crime/thriller.
Jordan arriva a Città del Messico per lavorare al suo nuovo progetto con Sebastian, ma con sua grande sorpresa non lo trova ad accoglierlo. Arrivato sotto casa del regista, fa la conoscenza di Mateo e Vero, rispettivamente amico e governante di Sebastian. Jordan, inizialmente infastidito dalla mancata presenza del collega, si preoccupa quando trova il suo telefono e il suo portafoglio, oltre ad alcuni diari contenenti pensieri suicidi. Ecco allora che Jordan, a causa dell’atteggiamento schivo di Vero, inizia a nutrire sospetti nei suoi confronti.
Una svolta crime che non convince
La piega che prende Rotting in the sun è tanto inaspettata quanto deludente. Se da una parte sicuramente colpisce per l’imprevedibilità, dall’altra disperde quasi del tutto l’interesse per la pellicola stessa. Scomodo ed esplosivo nella prima metà, il film rimodella la sua fisionomia assumendo i tratti di un crime/thriller, senza però voler rinunciare a quell’atmosfera comico-grottesca che l’aveva caratterizzato fino a quel momento.
Il risultato è una seconda parte al disotto della prima, per potenza e fascino, dove la storia si trascina verso la sua tanto prevedibile quanto debole conclusione. Degna di nota è, però, l’ottima performance di Catalina Saavedra, che nella seconda metà del film sale nettamente in cattedra.
Tirando le somme
Nonostante le problematicità del finale, Rotting in the sun resta un’opera molto interessante e meritevole di una visione. Sebastian Silva e Jordan Firstman si mettono personalmente in gioco, mettendo in scena un’esasperata versione di loro stessi e del mondo delle celebrità e dei social media. Una storia, però, che convince solo a metà.
a cura di
Alessandro Michelozzi
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