Samuspina: imparare a navigare a vista in mare aperto

Samuspina: imparare a navigare a vista in mare aperto
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Samuspina, nome d’arte di Samuele Spina, è un cantante e producer milanese. Poco più che ventenne, ha già una solida esperienza come producer di musica elettronica e dance, con il progetto Danny Trexin.

“Come si fa” e “Cercavo te” sono i singoli d’esordio del progetto Samuspina, recentemente usciti per BMG Italy. Due fotografie nitide e spensierate, tra forti richiami alle sonorità EDM (electronic dance music) e la sensazione di voler vivere navigando a vista in mare aperto, con poche certezze e – tantomeno – ancore.

Di questo ed altro ancora ne abbiamo parlato direttamente con Samuele. Ecco la nostra intervista.

Ciao Samuele, è un piacere averti qui su The Soundcheck. Alle spalle hai già un progetto di musica elettronica e dance “Danny Trexin”. Cosa ti ha portato alla scelta di dar vita al progetto “Samuspina”?

Cerco di fare sempre di più e dare il massimo in tutto ciò che amo. Samuspina, per me, è stato chiudere un cerchio ideale di tutto ciò che mi è sempre piaciuto: fare festa, suonare, scrivere, cantare e, soprattutto, raccontare ciò che realmente vivo in modo easy nei miei testi.

A soli vent’anni hai già firmato un contratto con BMG Italy. Senti il peso e la responsabilità di essere entrato nel roster di una delle più importanti major discografiche italiane?

No, dai, peso no. É bello avere tante responsabilità sul proprio progetto e so che devo fare bene sia per me che per loro. É una bellissima famiglia che conosco ormai da diversi anni e mi ci trovo molto bene; sono molto contento della qualità con la quale trattano il mio progetto e, in generale, tutto il loro roster, quindi mi fa super piacere esserci dentro.

Parliamo dei tuoi due singoli recentemente usciti, “Come si fa” e “Cercavo te”. Puoi raccontarci com’è avvenuta la scrittura dei brani?

Cerco di scrivere realmente ciò che vivo, inserendo “immagini” quando c’è la possibilità di farlo. La stesura di quei testi non è nata in un preciso momento, forse è stata completata in studio ma è sempre partita da situazioni e pensieri che poi segno subito sulle note o che scrivo direttamente.

Quando sono più tranquillo, rileggo tutto mettendo giù un concept da dare al singolo e da lì, automaticamente, esce il pezzo. Inoltre, molte volte cerco di partire dalla linea melodica, canticchiando e divertendomi sulla linea strumentale.

Nei tuoi brani emerge la necessità di una ricerca attraverso il movimento. Una leggerezza che passa inevitabilmente dalla consapevolezza. In una fase di scoperta e cambiamento, quali sono i tuoi punti fermi?

Sì assolutamente credo che questo sia il fulcro, in generale, del mio progetto: ho bisogno di muovermi, vivere vere sensazioni ed esperienze per fare musica al meglio. Ho bisogno di suonare, scrivere, cantare, viaggiare e, soprattutto, cercare di vivere a 360 gradi senza nessun tipo di paraocchi. Voglio che la musica sia un contorno reale di ciò che accade quotidianamente nella mia vita.

I miei punti fermi sono sicuramente lo studio (e per studio intendo dire tutto, dal gate dell’aeroporto o del treno al bar sotto casa nell’angolino) ed i party, a casa di amici o nei club (ma sicuro sempre attaccato alla console). Il terzo punto è sicuramente quello delle connection, ovvero allargare sempre di più il mio livello di conoscenza, a livello globale.

Cosa c’è nella tua playlist Spotify? Consiglia ai nostri lettori tre artisti che ti hanno particolarmente influenzato.

Letteralmente di tutto, dal reggaeton al jazz, sempre per la questione dei 360 gradi. Se una song mi da le vibes giuste – che sia di qualsiasi genere e so che in futuro potrà ricordami quel preciso momento nel quale l’ho ascoltata – la salvo e, quasi sicuramente, finirà nella mia playlist preferita (attualmente ho più di 5000 canzoni proprio per questo motivo!).

Come artisti, al primo posto metto sicuramente gli “Empire Of The Sun”, le loro vibes sono veramente tanto per me fin dalla mia infanzia. Al secondo posto, i “Tame Impala”, Kevin Parker è uno dei miei artisti preferiti a livello d’ispirazione e stile. Al terzo posto, per rimanere nel panorama italiano, non posso non citare Cesare Cremonini, ispirazione e grandezza unica per me.

(Sì, mi piace la musica da stadio!)

L’immancabile domanda per ogni artista. Progetti futuri?

A livello musicale, ovviamente, ho tanti nuovi singoli in programma nei prossimi mesi e sono super contento di ciò. Inoltre, cercare di crescere artisticamente sempre di più per essere sempre in evoluzione con me stesso, imparare e conoscere nuove tecniche giorno dopo giorno. Ho diversi obiettivi segnati ma, per ora, ho voglia di vivere giorno per giorno senza impormi schemi. Quindi, direi, tanto lavoro e quel che verrà… verrà.

Ringraziando Samuspina per la piacevole chiacchierata, non possiamo congedarci senza anticipare (o spoilerare, per i più perfidi) che, tra pochissime settimane, uscirà il suo prossimo singolo. Non resta che attendere qualche giorno, tenendo bene in mente l’unico irrinunciabile caposaldo: tutti sotto cassa!

a cura di
Edoardo Siliquini

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